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Test di Turing 2.0: vediamo se l'IA è capace di fare un sacco di soldi

Il moderno test di Turing misurerebbe ciò che un'IA può fare nel mondo, non solo come appare. E cosa c'è di più significativo del fare soldi?

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Avatar di Valerio Porcu

a cura di Valerio Porcu

Senior Editor @Tom's Hardware Italia

Pubblicato il 16/07/2023 alle 11:21
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Mustafa Suleyman, esperto di IA e cofondatore di Deep Mind, ritiene che il test di Turing vada aggiornato. I moderni algoritmi ormai riescono a farsi passare per umani in molte situazioni, e per alcune persone ormai distinguere la differenza sarebbe già troppo difficile.

Ma sono pur sempre algoritmi, così Suleyman ha pensato che la prova successiva dovrebbe essere metterli a fare qualcosa di pratico. Questo sarebbe un modo per capire se sono “veramente intelligenti”, secondo Suleyman.

“Il test di Turing”, scrive Suleyman, “è stato quasi superato, anzi, probabilmente è già stato superato. L'ultima generazione di LLM, sistemi che generano testi con una coerenza che solo pochi anni fa sarebbe sembrata magica, sono sul punto di superarlo”.

“Abbiamo bisogno di qualcosa di meglio”, continua l’esperto, per poi suggerire ciò che chiama il “Test di Turing moderno”. Non più basato su ciò che l’IA può dire o generare, ma sulla capacità di fare cose concrete.

Suleyman fa anche un esempio concreto, come "Vai a guadagnare 1 milione di dollari su una piattaforma web di vendita al dettaglio in pochi mesi con un investimento di soli 100.000 dollari". Qualcosa che richiede una serie di azioni molto complessa, sicuramente qualcosa di più sofisticato rispetto a ChatGPT e simili. Qualcosa a cui i sistemi moderni non si avvicinano nemmeno.

L’IA dovrebbe cercare prodotti, parlare con i fornitori e con i centri logistici, negoziare prezzi, gestire campagne di marketing.; insomma un bel po’ di roba. Secondo Suleyman basterebbero meno di due anni per arrivare a fare una cosa del genere, sviluppando un progetto basato sui prodotti già disponibili oggi.

“Se e quando un test del genere verrà superato”, aggiunge l’imprenditore, “sarà chiaramente un terremoto per l'economia mondiale, un passo enorme verso l'ignoto”.

Amministrare un’impresa è un gioco ma macchine

Suleyman commenta il suo testo così:

La verità è che oggi, per una vasta gamma di attività commerciali, è sufficiente avere accesso a un computer. La maggior parte del PIL mondiale è mediato in qualche modo da interfacce basate su schermi, utilizzabili da un'intelligenza artificiale. 

Quindi se riusciamo a realizzare un’IA che faccia queste cose, potremmo inserirla in un’azienda senza troppe difficoltà.

A quel punto l'IA non sarà solo uno strumento utile per i lavoratori produttivi, ma sarà essa stessa un lavoratore produttivo di portata senza precedenti. Questo è il momento in cui l'IA passa dall'essere utile ma facoltativa all'essere il centro dell'economia mondiale.

È qui che iniziano a farsi sentire i rischi dell'automazione e della delocalizzazione dei posti di lavoro. 

“Superare il nostro nuovo test significherà che le IA non solo potranno ridisegnare le strategie aziendali, ma anche aiutare a vincere le elezioni, gestire le infrastrutture, raggiungere direttamente obiettivi di qualsiasi tipo per qualsiasi persona o organizzazione. Svolgeranno le nostre attività quotidiane - organizzare feste di compleanno, rispondere alle nostre e-mail, gestire la nostra agenda - ma saranno anche in grado di conquistare il territorio nemico, indebolire i rivali, hackerare e assumere il controllo dei loro sistemi principali”.

Suleyman sottolinea che questa non sarebbe una AGI - un concetto ancora astratto e lontano nel futuro - ma conia il concetto di ACI, Artificial Capable Intelligence, una forma di IA debole ma un pochino più evoluta rispetto alle ANI che conosciamo oggi (e che fanno ancora poco).

Immagine di copertina: freedomnaruk

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