RAID 0: grande per i benchmark, non per la vita reale

Un SSD permette di avere prestazioni decisamente superiori a quelle di un hard disk. Che succede se usiamo due SSD in configurazione RAID 0? Il risultato non è così scontato come potrebbe apparire.

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a cura di Tom's Hardware

RAID 0: grande per i benchmark, non per la vita reale

I benchmark degli SSD sono divertenti. Potete effettuare test sintetici tutto il giorno e creare carichi di lavoro irrealisticamente alti, ma il mondo reale dipinge un quadro differente. Per gli appassionati, la verità spesso giace nel mezzo. La maggioranza delle operazioni che effettuiamo tendono a coinvolgere operazioni di base come aprire i browser, modificare le immagini, comporre email e guardare video. A volte però si ha bisogno di grandi prestazioni dai nostri sistemi: compilare un grande progetto, spostare decine di gigabyte di file multimediali o catturare AVI non compressi. In questi casi, volete reattività immediata.

Come da attese, due SSD in RAID 0 raggiungono numeri fenomenali quando li bombardiamo di letture e scritture sequenziali. Due SSD 840 Pro da 256 GB raggiungono quasi 1 GB/s in entrambi i casi. Come risultato dei limiti dell'interfaccia SATA 6 Gb/s, le singole unità si fermano a poco più della metà.

Le configurazioni RAID hanno raggiunto senza dubbio risultati sequenziali eccezionali, ma i singoli SSD hanno riguadagnato terreno nei test successivi, arrivando a offrire talvolta persino risultati migliori. Le prestazioni di I/O casuali sono un buon esempio. I drive in RAID sono certamente meglio equipaggiati per raggiungere IOPS più elevate, ma solo quando la queue depth è superiore a quattro. Una queue depth di 32, 16 o otto non sono comuni in ambito desktop o workstation. Perciò, le differenze prestazioni sono molto meno pronunciate nella vita di tutti i giorni.

Un solo SSD è più che sufficiente per i test reali che abbiamo progettato. Le differenze prestazionali quando avviamo e spegniamo Windows 8, e poi lanciamo differenti applicazioni, sono marginali e non degne di interesse, in pratica. Le singole unità riescono persino a superare gli SSD in RAID, a volte. Se state pianificando un aggiornamento e volete sapere se acquistare un paio di unità da 128 GB da mettere in RAID 0 o prendete un solo SSD da 256 GB, ad esempio, la risposta è chiara: prendete la singola unità e usatela da sola. Prediamo il Samsung 840 Pro come esempio: un paio di unità da 128 GB costano circa 300 euro. Il modello da 256 GB è disponibile a 240 euro. C'è anche un problema di affidabilità. Se un'unità in configurazione RAID 0 ha un problema, perdete tutto. Almeno come soluzione primaria di sistema, usare un solo SSD è la scelta più sicura.

Ci sono delle eccezioni, certamente. L'interfaccia SATA 6 Gb/s attualmente ci limita a letture di poco superiori a 500 MB/s e scritture sotto i 500 MB/s. A volte, non è sufficiente. Basta prendere la cattura di AVI nei nostri test sulle schede video con FCAT. Usiamo quattro Crucial m4 in RAID 0 per assicurarci di non perdere alcun frame. In questo caso il RAID 0 è un must, anche per il fatto che la configurazione abbia uno scopo limitato tale da non rendere una rottura un problema (salvo il costo dell'unità). Se si ha un carico di questo tipo da gestire, allora sappiate che una singola unità molto capiente non riesce a offrirvi le prestazioni necessarie.