Vi mancano le schede video per minare? Usate un Commodore 64

Grazie ad un software appositamente sviluppato, uno youtuber è riuscito ad effettuare delle operazioni di mining su un vecchio Commodore 64, ottenendo dei risultati davvero particolari

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a cura di Gianmarco Guzzo

Nelle scorse settimane abbiamo visto i tentativi di alcuni appassionati di effettuare delle operazioni di mining su tipologie di dispositivi a volte anche molto datati e gloriosi, come ad esempio il Game Boy. Ebbene la fame dei modder non si è fermata e anzi, da oggi abbiamo un nuovo dispositivo con cui sarà possibile effettuare tali operazioni. Il protagonista di oggi è il simbolo degli anni ’80, ovvero il Commodore 64, che stando a quanto riportato dalle voci in rete, tramite un’apposita modifica sarebbe in grado di effettuare in maniera nativa le operazioni di decodifica di criptovalute.

Il Commodore 64 venne lanciato da CBM nel 1982 e montava a bordo un processore MOS technology con una frequenza operativa di 1,023 MHz (o 0,985 MHz, a seconda della versione) 64KB di RAM e 20KB di ROM, specifiche che all’epoca erano al top, ma che oggi sono solo un lontano ricordo che fa notare con piacere quelli che sono stati i progressi della tecnologia avvenuti in quasi 40 anni. Vedendo queste caratteristiche, nessuno si sarebbe mai aspettato che una configurazione del genere fosse in grado di minare le blockchain delle attuali criptovalute, eppure lo youtuber 8-bit Show And Tell ci è riuscito.

Nel video viene mostrato il funzionamento del software e le performance raggiunte durante i test, che sono ovviamente prive di aspettative visto l’hardware datato. Sarebbe più opportuno definirlo un esercizio di stile e un tentativo di perfezionare l'algoritmo, visto che lo stesso autore ha dichiarato che il software, programmato in C, potrebbe aumentare ulteriormente le prestazioni se venisse scritto in linguaggio macchina. Inoltre, per i fan più sfegatati esiste anche la possibilità di aggiungere una scheda di espansione chiamata SuperCPU in grado di aumentare ulteriormente le performance.

Ovviamente i risultati non sono minimamente comparabili con quelli ottenuti da hardware moderni, in grado di raggiungere potenze di calcolo prossime a decine di terahash al secondo, ma rimane comunque simpatico ed interessante il tentativo degli appassionati di provare ad effettuare queste operazioni su qualsiasi tipo di macchina, anche perché come già detto nelle scorse settimane, la scarsità di chip si farà sentire ancora per parecchio tempo e a quanto pare ha stimolato non poco la community degli appassionati.

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