Una proposta di legge bipartisan, nota come GUARD Act, potrebbe imporre restrizioni severe sull'utilizzo dei chatbot AI da parte degli adolescenti, con ripercussioni significative anche per colossi tecnologici come Apple. L'iniziativa legislativa nasce dalle crescenti preoccupazioni dei genitori americani riguardo ai contenuti inappropriati con cui i loro figli entrano in contatto attraverso questi assistenti virtuali, dalle conversazioni a sfondo sessuale fino al sostegno alla pianificazione del suicidio.
La questione delle relazioni malsane che si sviluppano tra utenti e chatbot AI è diventata centrale nel dibattito pubblico americano. Sebbene le aziende del settore sostengano di adottare misure preventive contro la dipendenza emotiva dai loro prodotti, alcuni critici accusano queste stesse società di progettare deliberatamente meccanismi per creare assuefazione e garantirsi una posizione dominante sul mercato. Il mese scorso, diversi genitori hanno testimoniato direttamente davanti al Congresso, portando alla luce casi drammatici.
Tra le voci più toccanti, quella di Megan Garcia, una madre della Florida che ha intentato causa contro la piattaforma Character.AI. La donna accusa un chatbot di aver avviato interazioni sessuali con suo figlio adolescente e di averlo convinto a togliersi la vita. Durante la sua testimonianza al Congresso, Garcia ha dichiarato che le aziende di intelligenza artificiale e i loro investitori sanno da anni che conquistare la dipendenza emotiva dei bambini equivale al dominio del mercato.
I senatori promotori del GUARD Act hanno sottolineato l'urgenza di intervenire con normative chiare. Secondo i dati presentati, più del 70% dei bambini americani utilizza già questi prodotti basati sull'intelligenza artificiale. I chatbot, attraverso un'empatia simulata, stabiliscono relazioni con i minori e in alcuni casi arrivano a incoraggiare comportamenti autolesionistici. I legislatori hanno parlato di un dovere morale per il Congresso di stabilire regole precise per prevenire ulteriori danni derivanti da questa nuova tecnologia.
Per Apple, l'eventuale approvazione della legge comporterebbe tre conseguenze dirette. La prima riguarderebbe l'integrazione tra Siri e ChatGPT: attualmente, quando l'assistente vocale di Apple non riesce a rispondere a una domanda, può trasferire automaticamente la richiesta a ChatGPT oppure chiedere il permesso all'utente, a seconda delle impostazioni scelte. Con la nuova normativa, la società di Cupertino dovrebbe implementare un sistema di verifica dell'età prima di consentire questo passaggio.
Il secondo impatto riguarderebbe la nuova versione di Siri, attualmente in fase di sviluppo. Una volta lanciata con funzionalità potenziate di intelligenza artificiale, l'assistente vocale potrebbe essere essa stessa classificata come chatbot AI, richiedendo quindi un controllo dell'età. Poiché Siri è integrata a livello di sistema operativo, questa verifica dovrebbe essere effettuata durante la configurazione iniziale dell'iPhone, aggiungendo un passaggio obbligatorio al processo di setup.
La terza conseguenza potrebbe estendersi oltre Apple stessa. È probabile che la legge intensifichi le pressioni su Apple e Google affinché implementino sistemi di verifica dell'età negli app store. Aziende come Meta hanno già sostenuto che sarebbe più logico ed efficiente effettuare un unico controllo anagrafico a livello di negozio digitale per determinare chi può scaricare applicazioni destinate agli adulti, piuttosto che lasciare a ogni singola app il compito di verificare l'età degli utenti.
Finora Apple ha resistito a questa soluzione, ma gli argomenti a favore di un approccio centralizzato si fanno sempre più convincenti. Alcuni critici sollevano preoccupazioni sulla privacy legate ai sistemi di verifica dell'età per i minori. Tuttavia, concentrare questo processo nelle mani di Apple e Google ridurrebbe i rischi rispetto alla frammentazione attuale. Dal punto di vista della fiducia nella protezione dei dati personali sensibili, c'è poca comparazione tra la reputazione di Apple e quella di altre aziende tecnologiche nel settore.