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Alla ricerca del cratere perduto nel deserto australiano

Scoperto un nuovo campo di tectiti in Australia Meridionale: frammenti vetrosi di 11 milioni di anni rivelano un antico impatto di un asteroide.

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Avatar di Antonello Buzzi

a cura di Antonello Buzzi

Senior Editor

Pubblicato il 17/10/2025 alle 09:00

La notizia in un minuto

  • Scoperta una nuova categoria di tektiti nel Sud Australia che testimonia un impatto meteoritico massiccio avvenuto 11 milioni di anni fa, completamente separato da eventi già noti
  • Il cratere dell'impatto rimane un mistero irrisolto nonostante la violenza dell'evento sia documentata dai frammenti di vetro naturale dispersi per migliaia di chilometri
  • La scoperta ha implicazioni cruciali per la difesa planetaria, aiutando a comprendere la frequenza con cui asteroidi di grandi dimensioni hanno colpito la Terra nel corso della sua storia
Riassunto generato con l'IA. Potrebbe non essere accurato.

Un enigma geologico di proporzioni colossali si nasconde nel sottosuolo australiano, dove frammenti di vetro naturale raccontano la storia di un cataclisma cosmico avvenuto 11 milioni di anni fa. Si tratta di una scoperta che riscrive letteralmente i libri di storia del nostro pianeta: un impatto meteoritico massiccio di cui non si conosce ancora l'ubicazione del cratere, ma la cui violenza è testimoniata da minuscole capsule del tempo sparse nel continente.

La ricerca, coordinata dal Professor emerito Pierre Rochette dell'Università di Aix-Marseille e pubblicata sulla rivista Earth and Planetary Science Letters, ha portato alla luce una categoria completamente nuova di tektiti, quei particolari vetri naturali che si formano quando un asteroide colpisce la superficie terrestre con una forza tale da fondere le rocce e proiettare il materiale liquefatto a distanze enormi. A differenza delle tektiti già conosciute, questi frammenti sono stati individuati esclusivamente in alcune regioni del Sud Australia, rappresentando una firma geologica unica al mondo.

Anna Musolino, dottoranda presso l'Università di Aix-Marseille e autrice principale dello studio, ha sottolineato l'eccezionalità di questi reperti: "Queste tektiti sono uniche per la loro chimica insolita e per la loro età, circa 11 milioni di anni". La scoperta assume un significato ancora più rilevante se confrontata con il celebre campo di dispersione di tektiti australasiane, formatosi appena 780.000 anni fa e distribuito su metà del globo. Le nuove tektiti documentano invece un evento d'impatto completamente separato, molto più antico e finora sconosciuto alla comunità scientifica.

Piccole capsule del tempo dalla storia profonda del pianeta

Il Professor Fred Jourdan della School of Earth and Planetary Sciences della Curtin University ha paragonato la scoperta all'apertura di un nuovo capitolo nel passato turbolento della Terra. Questi vetri si sono formati quando un asteroide si è schiantato sul nostro pianeta, fondendo la roccia superficiale e disperdendo detriti per migliaia di chilometri. Secondo Jourdan, si tratta di testimonianze uniche dell'Australia che hanno registrato un antico evento d'impatto di cui non si aveva alcuna conoscenza.

L'aspetto più sconcertante della vicenda riguarda proprio l'assenza del cratere: nonostante l'impatto debba essere stato colossale, gli scienziati non sono ancora riusciti a localizzare il punto esatto dove l'asteroide ha colpito la superficie terrestre. Questa circostanza rende la ricerca ancora più affascinante e apre nuove domande sulla capacità della Terra di cancellare le tracce degli eventi catastrofici nel corso di milioni di anni, attraverso l'erosione, i movimenti tettonici e altri processi geologici.

La ricerca non ha solo un valore storico e scientifico: comprendere quando e con quale frequenza asteroidi di grandi dimensioni hanno colpito la Terra aiuta a valutare il rischio di impatti futuri, un aspetto cruciale per la difesa planetaria. Mentre gli scienziati continuano a scandagliare il territorio australiano alla ricerca del cratere perduto, questi frammenti di vetro rimangono testimoni silenziosi di una violenza cosmica che ha segnato indelebilmente la storia geologica del continente più antico del mondo.

Fonte dell'articolo: www.sciencedaily.com

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