Attenzione alle stelle simili al Sole: un terzo avrebbe divorato i propri pianeti!

Una nuova ricerca della NASA sui meccanismi e i segni che rivelano l'assorbimento di pianeti rocciosi da parte di stelle simili al Sole, potrebbe aiutare gli studiosi ad evitare sistemi solari in cui appare evidente che non possa più esserci alcun pianeta simile la nostro.

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a cura di Alessandro Crea

Circa un terzo delle stelle simili al nostro Sole potrebbe aver "divorato" i propri pianeti: è quanto suggerisce un nuovo studio della NASA, che potrebbe tornare utile nella ricerca di pianeti simili alla Terra, aiutando gli astronomi a escludere sistemi stellari che difficilmente potrebbero ancora contenere mondi simili al nostro. "Questo probabilmente finirà per essere uno dei classici articoli su questo argomento", ha infatti affermato Eric Mamajek, un astronomo del Jet Propulsion Laboratory della NASA che non è stato coinvolto nel lavoro.

I ricercatori in realtà sapevano da decenni che le stelle potevano, a volte, inghiottire i pianeti circostanti, ma il nuovo studio offre strumenti più precisi per rilevare quando questo tipo di eventi si è già verificato. I pianeti rocciosi come la Terra sono infatti ricchi di elementi pesanti come ferro, silicio e titanio, mentre le stelle contengono per lo più materiale più leggero come idrogeno, elio, ossigeno e carbonio. Quando un pianeta viene inghiottito, i suoi elementi pesanti si diffondono negli strati esterni della stella, lasciando firme di assorbimento rivelatrici nella sua luce.

"Se una stella è anormalmente ricca di ferro ma non di altri elementi come carbonio e ossigeno, questo può essere interpretato come una firma di un avvenuto inghiottimento planetario", ha spiegato Lorenzo Spina, astrofisico dell'Osservatorio Astronomico di Padova, che ha guidato lo studio. Lui e i suoi colleghi hanno studiato quanto spesso ciò accada, osservando 107 sistemi binari contenenti due stelle simili al Sole. Le stelle binarie infatti nascono dalla stessa nube di gas e polvere, quindi la loro composizione chimica dovrebbe essere quasi identica. Il team ha anche scelto partner che erano estremamente vicini in massa e temperatura l'uno all'altro, essenzialmente gemelli.

In 33 di queste coppie, uno dei compagni ha mostrato livelli elevati di ferro rispetto all'altro, un segno di cannibalismo planetario. Questi stessi partner erano anche ricchi di litio, dando ulteriore credito all'ipotesi di studio. Sebbene infatti le stelle simili al Sole nascano con notevoli quantità di litio, lo bruciano entro i primi 100 milioni di anni della loro vita, quindi vederlo nelle stelle più vecchie nel campione di studio ha indicato che probabilmente proveniva da assorbimenti più recenti.

Utilizzando queste diverse prove, il team di ricerca ha potuto dunque ipotizzare che tra il 20% e il 35% delle stelle simili al Sole abbia consumato alcuni pianeti simili al nostro. Tali eventi potrebbero accadere in sistemi in cui le interazioni gravitazionali tra i pianeti causerebbero la collisione con la propria stella o un avvicinamento tale da consentire a quest'ultima di vaporizzarlo lentamente e assorbirlo. I risultati sono stati pubblicati su Nature Astronomy.