Costruita la prima casa che assorbe CO2

Una startup guidata da Rick Fox, ex giocatore di basket, sviluppa abitazioni sostenibili con un nuovo tipo di cemento per ridurre le emissioni di CO2.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Una startup fondata da una ex stella del basket punta a costruire abitazioni che assorbono CO2, grazie a un nuovo tipo di calcestruzzo. Una novità che risponde almeno in parte al fatto che proprio la produzione del cemento, a livello globale, è tra le attività umane che producono le maggiori emissioni - circa l’8% del totale. 

Il progetto è guidato da Rick Fox, ex giocatore di pallacanestro originario delle Bahamas, e che proprio sulle isole dov’è nato progetta di costruire un migliaio di queste abitazioni sostenibili. 

Fox sta usando un nuovo tipo di cemento per rispondere a un’esigenza più immediata: alle Bahamas si sta ancora ricostruendo dopo i danni causati da un uragano nel 2019, e sono molte le persone ancora senza casa. Insieme a lui lavora l’architetto Sam Marshall.

Marshall e Fox non sono gli unici che inseguono il sogno di un calcestruzzo sostenibile, e per ora stanno tenendo la loro ricetta sotto il più stretto riserbo. Si sa però che l’idea è eliminare del tutto il cemento, evitando così le relative emissioni di CO2. Usano invece un polimero che si attiva a temperatura ambiente, e richiede quindi pochissima energia. Gli ingredienti di base sono prodotti di scarto della desalinizzazione e dell’acciaieria. 

La mescola di Partanna, questo il nome della società, inoltre promette di assorbire CO2 dall’aria e intrappolarla al suo interno. Una capacità che in teoria permane anche dopo un’eventuale demolizione, ma non è chiaro quale sia il limite - cioè fino che punto il materiale continua ad assorbire CO2 prima di essere saturo.

In teoria, la struttura dimostrativa di 1.250 metri quadrati ha catturato tanta CO2 quanto 5.200 alberi maturi all'anno, o almeno questo è quanto dichiarano. Tuttavia la certificazione arriva da Verra, un ente internazionale sulla cui affidabilità pesano alcun dubbi piuttosto seri

Vale anche la pena di notare che gli ingredienti chiave di Partanna, scorie e salamoia, provengono da impianti siderurgici e di desalinizzazione ad alta intensità energetica; Partanna non conta queste emissioni nella sua impronta di carbonio, che in effetti pesano sui prodotti principali di quegli impianti - acciaio e acqua desalinizzata. 

Sulla carta il progetto di Partanna è eccellente, così come l’idea di trasformare il cemento in una batteria - e qualcuno ha anche pensato di usare i fondi di caffè per rendere il cemento più resistente. Tuttavia questi progetti vanno sempre verificati con controlli esterni indipendenti.

 

Immagine di copertina: gorov108