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Il DNA dei microbi più antico era nascosto nei mammut

Un DNA microbico di oltre un milione di anni scoperto nei resti di mammut rivela antichi batteri legati alle malattie degli elefanti moderni.

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Avatar di Patrizio Coccia

a cura di Patrizio Coccia

Editor

Pubblicato il 08/09/2025 alle 15:41

La notizia in un minuto

  • Scoperto per la prima volta DNA microbico di oltre un milione di anni conservato in denti di mammut siberiani, rivelando sei gruppi di batteri che vivevano in simbiosi con questi giganti preistorici
  • Identificato un batterio del genere Pasteurella simile a patogeni che causano epidemie fatali negli elefanti africani moderni, suggerendo possibili vulnerabilità dei mammut a infezioni analoghe
  • La ricerca apre nuove frontiere nella paleogenetica, permettendo di studiare non solo il genoma delle specie estinte ma l'intero ecosistema microbico che influenzava la loro salute e sopravvivenza
Riassunto generato con l'IA. Potrebbe non essere accurato.

Un dente di mammut lanoso conservato nel permafrost siberiano per oltre un milione di anni ha rivelato tracce di DNA microbico antichissimo, appartenente a batteri che convivevano con questi giganti del Pleistocene. Un team internazionale del Centre for Palaeogenetics di Stoccolma ha analizzato 483 esemplari di mammut, 440 dei quali sequenziati per la prima volta, distinguendo i microbi originari da quelli comparsi dopo la morte. Tra i sei gruppi individuati figurano parenti stretti di Actinobacillus, Pasteurella, Streptococcus ed Erysipelothrix, alcuni potenzialmente dannosi per la salute degli animali.

Quando i batteri raccontano storie di malattia

Particolarmente significativa la scoperta di un batterio del genere Pasteurella, geneticamente simile a un patogeno che oggi provoca epidemie letali negli elefanti africani. La vicinanza genetica tra mammut ed elefanti moderni rafforza l’ipotesi che queste infezioni possano aver colpito anche i pachidermi preistorici. Lo studio ha inoltre ricostruito il genoma parziale di Erysipelothrix da un mammut della steppa di 1,1 milioni di anni fa: il DNA microbico associato a un ospite più antico mai recuperato.

I microbi si evolvono rapidamente, seguire le loro tracce per un milione di anni è come inseguire un sentiero che si riscrive continuamente

Secondo Tom van der Valk, autore senior della ricerca pubblicata su Cell, inseguire l’evoluzione microbica su scale temporali così ampie è una sfida metodologica enorme, aggravata dal degrado del DNA e dai pochi dati comparativi disponibili. Eppure i risultati mostrano che alcuni lignaggi microbici hanno accompagnato i mammut per centinaia di migliaia di anni, fino agli ultimi esemplari estinti sull’isola di Wrangel 4.000 anni fa.

Una finestra sui giganti perduti del Pleistocene

Love Dalén, professore di Genomica Evolutiva al Centre for Palaeogenetics, sottolinea come questa scoperta apra un nuovo capitolo della paleogenetica: non più solo lo studio del genoma dei mammut, ma l’intero universo microbico che viveva dentro di loro. Un approccio che potrebbe rivoluzionare la comprensione dell’adattamento, delle malattie e persino delle estinzioni nella megafauna del Pleistocene.

Fonte dell'articolo: www.sciencedaily.com

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