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Il grafene trasforma gli elettroni in un fluido supersonico

Gli scienziati hanno forzato gli elettroni nel grafene a muoversi così velocemente da creare onde d'urto drammatiche, facendoli scorrere come un liquido

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Avatar di Antonello Buzzi

a cura di Antonello Buzzi

Senior Editor

Pubblicato il 09/10/2025 alle 08:40

La notizia in un minuto

  • I ricercatori della Columbia University sono riusciti a far comportare gli elettroni nel grafene come un fluido, spingendoli a velocità così elevate da creare onde d'urto elettroniche simili ai boom sonici
  • L'esperimento ha utilizzato un ugello microscopico costruito con due strati di grafene basato sul design "de Laval", richiedendo strutture praticamente perfette per comprimere gli elettroni in spazi ridottissimi
  • La scoperta potrebbe portare allo sviluppo di nuovi generatori di onde infrarosse e radio, aprendo prospettive rivoluzionarie per le tecnologie elettroniche del futuro
Riassunto generato con l'IA. Potrebbe non essere accurato.

Far comportare gli elettroni come un fluido rappresenta una delle sfide più complesse e affascinanti della ricerca moderna. Mentre i fiumi scorrono seguendo le leggi dell'idrodinamica, gli elettroni nei materiali seguono regole completamente diverse, scontrandosi continuamente con gli atomi e creando resistenza al loro movimento. Tuttavia, un team di ricercatori della Columbia University è riuscito nell'impresa di spingere questi piccoli portatori di carica oltre i limiti convenzionali, facendoli viaggiare a velocità tali da generare vere e proprie onde d'urto elettroniche.

Il grafene come laboratorio per esperimenti estremi

Il materiale scelto per questo esperimento rivoluzionario è stato il grafene, il famoso foglio di carbonio spesso un solo atomo che dal 2004 continua a sorprendere la comunità scientifica. Già nel 2016, alcuni ricercatori erano riusciti a far scorrere gli elettroni attraverso questo materiale come se fossero un liquido viscoso. Ora, il team guidato da Cory Dean ha compiuto un passo ancora più audace, creando quello che in fisica si chiama un "salto idraulico" elettronico.

Per comprendere meglio il fenomeno, basta osservare quello che accade quando apriamo il rubinetto della cucina. L'anello disordinato che si forma nel lavandino, dove l'acqua veloce incontra quella più lenta, rappresenta esattamente un salto idraulico. Come spiega Doug Natelson della Rice University, che non ha partecipato all'esperimento, "in un certo senso, è come se ci fosse un boom sonico nel lavandino della vostra cucina".

L'ingegneria dell'impossibile: creare un ugello elettronico

La vera sfida tecnica è stata riprodurre questo fenomeno con particelle cariche. I ricercatori hanno costruito un ugello microscopico utilizzando due strati di grafene, basandosi sul design dell'ugello "de Laval", un'invenzione ottocentesca ancora oggi utilizzata nei motori dei razzi. Questa particolare geometria, caratterizzata da un restringimento centrale, permette ai fluidi di continuare ad accelerare anche dopo aver superato la velocità del suono, culminando nella formazione di un'onda d'urto.

Gli elettroni viaggiano così velocemente da creare onde d'urto supersoniche

La rilevazione del salto idraulico elettronico ha richiesto un approccio completamente innovativo. Abhay Pasupathy, membro del team di Columbia, ha spiegato come invece di misurare semplicemente il flusso di corrente tra due punti, come avviene normalmente, abbiano adattato un tipo speciale di microscopio per mappare il voltaggio degli elettroni in numerosi punti diversi attraverso l'ugello.

Precisione estrema per risultati straordinari

Thomas Schmidt dell'Università del Lussemburgo ha sottolineato l'impressionante precisione tecnica richiesta dall'esperimento. Le strutture di grafene devono essere praticamente perfette perché gli elettroni possano essere compressi abbastanza da entrare in questo regime estremo. Considerando le dimensioni microscopiche dell'ugello, la capacità del team di risolvere e osservare il salto rappresenta un traguardo tecnologico notevole.

Natelson ha evidenziato come ci sia una vera e propria arte nel rendere le strutture di grafene sufficientemente pure. Gli elettroni devono essere letteralmente "gomito a gomito", compressi in spazi così ridotti da poter manifestare comportamenti fluidodinamici così drammatici.

Verso nuove frontiere della tecnologia elettronica

Ora che i ricercatori hanno dimostrato come spingere gli elettroni a questi regimi di velocità estrema, si aprono prospettive affascinanti per rispondere a interrogativi che la comunità scientifica si pone da tempo. Dean ha spiegato che esiste un dibattito aperto sulla possibilità che il salto idraulico elettronico sia accompagnato da un'emissione di radiazioni che potrebbero essere utilizzate per costruire nuovi generatori di onde infrarosse e radio.

Il contrasto di opinioni nella comunità scientifica è piuttosto marcato. Come racconta Dean, "ogni sperimentatore con cui discutiamo di questo fenomeno sta pensando a modi per rilevare questa emissione. Ogni teorico sostiene che è impossibile che emetta qualcosa. C'è una questione aperta su quello che sta realmente accadendo". Questa divergenza di vedute rende ancora più prezioso il lavoro sperimentale, che potrebbe finalmente fornire risposte definitive a interrogativi teorici di lunga data.

La ricerca rappresenta non solo un traguardo nella comprensione fondamentale della fisica dei materiali, ma apre anche la strada a possibili applicazioni tecnologiche che potrebbero rivoluzionare il modo in cui concepiamo e utilizziamo i flussi elettronici nei dispositivi del futuro.

Fonte dell'articolo: www.newscientist.com

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