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Un semplice prelievo può rivelare un tumore raro nascosto

Lo studio mostra come un semplice prelievo possa identificare il mesotelioma diffuso pleurico, spesso invisibile alle scansioni.

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Avatar di Patrizio Coccia

a cura di Patrizio Coccia

Editor

Pubblicato il 12/09/2025 alle 12:44

La notizia in un minuto

  • Una nuova ricerca dimostra che l'immunoterapia neoadiuvante (somministrata prima della chirurgia) con farmaci come nivolumab e ipilimumab rappresenta un approccio promettente per il mesotelioma pleurico, tumore raro e aggressivo legato all'esposizione all'amianto
  • I ricercatori hanno sviluppato un metodo innovativo basato sull'analisi del DNA tumorale circolante (ctDNA) nel sangue per monitorare l'efficacia del trattamento e identificare meglio i pazienti candidati alla chirurgia
  • Lo studio ha mostrato miglioramenti significativi nel tempo di progressione della malattia e nella sopravvivenza, aprendo la strada verso una medicina più personalizzata per questa patologia complessa
Riassunto generato con l'IA. Potrebbe non essere accurato.

Il mesotelioma pleurico diffuso è un tumore raro e aggressivo che colpisce la pleura, spesso legato all’esposizione all’amianto. Diversamente da altri cancri, non forma masse solide ma si diffonde lungo il rivestimento dei polmoni, rendendo diagnosi e cure complicate. Una nuova ricerca pubblicata su Nature Medicine mostra però che l’immunoterapia somministrata prima dell’intervento chirurgico può offrire nuove speranze ai pazienti con forme operabili.

Lo studio, condotto al Johns Hopkins Kimmel Cancer Center e presentato alla Conferenza Mondiale sul Cancro del Polmone di Barcellona, ha sperimentato nivolumab e ipilimumab in fase neoadiuvante. Joshua Reuss, autore principale, ha spiegato che questa strategia rappresenta un cambio di paradigma: non solo è risultata sicura, ma può anche aiutare a individuare meglio chi trarrà beneficio dalla chirurgia.

Le complessità diagnostiche del mesotelioma

Ogni anno si registrano circa 30.000 nuovi casi nel mondo, la maggior parte a carico della pleura. “Il mesotelioma non cresce come altri tumori, ma si diffonde in modo diffuso lungo il polmone”, ha ricordato Reuss, sottolineando i limiti degli strumenti di imaging.

L’imaging non sempre cattura quello che accade con il mesotelioma

Per questo i ricercatori hanno testato l’analisi del DNA tumorale circolante (ctDNA), capace di rilevare tracce microscopiche di cancro nel sangue.

L’innovazione del monitoraggio molecolare

Valsamo Anagnostou, coautrice senior, ha spiegato che il ctDNA ultra-sensibile ha permesso di prevedere quali pazienti avessero più probabilità di rispondere alla terapia, superando i limiti dell’imaging tradizionale.

Il trial di fase II, pur limitato, ha mostrato miglioramenti nei tempi di progressione e nella sopravvivenza. Restano dubbi sull’effettiva resecabilità del mesotelioma, ma l’immunoterapia pre-chirurgica potrebbe rappresentare un passo verso trattamenti più personalizzati.

Sostenuto da finanziamenti americani, lo studio rafforza l’idea che il ctDNA possa presto diventare parte della pratica clinica, aprendo nuove possibilità terapeutiche contro una delle forme di cancro più difficili da affrontare.

Fonte dell'articolo: www.sciencedaily.com

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