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Il riscaldamento degli oceani mette in crisi anche i coralli più forti

I ricercatori avvertono: i coralli resistenti non muoiono subito, ma riducono la crescita e compromettono la stabilità dei reef marini.

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Avatar di Patrizio Coccia

a cura di Patrizio Coccia

Editor

Pubblicato il 08/09/2025 alle 17:29

La notizia in un minuto

  • I coralli Stylophora pistillata del Mar Rosso, considerati tra i più resistenti al calore, sopravvivono alle temperature previste per il 2050-2100 ma subiscono una riduzione delle dimensioni fino al 70%, compromettendo la biodiversità degli ecosistemi marini
  • L'esposizione cronica al calore causa danni progressivi solo dopo le prime 11 settimane, ma i coralli mostrano capacità di recupero quando riportati a temperature più fresche, suggerendo possibili cicli di resilienza stagionale
  • Gli scienziati propongono di creare santuari protetti nelle aree con coralli più resistenti, concentrando gli sforzi di conservazione dove esistono maggiori probabilità di successo futuro
Riassunto generato con l'IA. Potrebbe non essere accurato.

La Stylophora pistillata del Mar Rosso settentrionale, spesso considerata una delle specie di corallo più resistenti al calore, è stata al centro di un esperimento dell’Ohio State University durato sei mesi. I ricercatori hanno simulato le temperature marine previste entro il 2050 e il 2100, pari a 27,5 e 30 °C. I coralli sono sopravvissuti, ma con una riduzione significativa delle dimensioni: -30% a 27,5 °C e -70% a 30 °C rispetto al gruppo di controllo. Secondo la prima autrice Ann Marie Hulver, queste perdite di crescita potrebbero tradursi in ecosistemi meno diversificati e meno capaci di sostenere la vita marina e le comunità umane che da essa dipendono.

Il tempo come fattore decisivo

Durante le prime undici settimane, gli effetti sembravano minimi. È stato il calore cronico a compromettere progressivamente la crescita e ad aumentare lo stress metabolico.

La sopravvivenza non basta se i coralli sono fisiologicamente compromessi

Un dato incoraggiante arriva però dal periodo di recupero: riportati per un mese a 25 °C, i coralli hanno mostrato segni di ripresa, pur mantenendo una pigmentazione più scura rispetto a quelli mai stressati. Ciò suggerisce che specie resilienti come la S. pistillata potrebbero recuperare durante i mesi invernali più freschi, anche dopo estati più calde.

Scenari futuri e strategie di conservazione

Per Andrea Grottoli, coautrice dello studio, la ricerca fornisce una visione di come potrebbero apparire le barriere coralline nei prossimi decenni. Con un riscaldamento oceanico stimato fino a +3 °C entro il 2100, anche i coralli più resistenti mostrano comunque limiti di adattamento. Da qui la necessità di concentrare gli sforzi di conservazione in aree dove queste specie sopravvivono meglio, creando veri e propri santuari protetti.

Sei mesi di osservazione restano un’istantanea ridotta nella vita di un corallo. Studi futuri dovranno chiarire se il riscaldamento prolungato influenzi altri processi biologici cruciali, come la riproduzione. Supportato dalla National Science Foundation e dalla German Research Foundation, lo studio offre un passo avanti importante, pur ricordando che la battaglia per salvare le barriere coralline richiederà ancora anni di ricerca e azioni mirate, mentre il tempo a disposizione continua a ridursi.

Fonte dell'articolo: www.sciencedaily.com

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