Nel laboratorio dell’Università delle Hawaii, un team di ricercatori internazionali è riuscito a riprodurre le condizioni estreme dello spazio per sintetizzare per la prima volta il metanetetrolo, una molecola inseguita invano per oltre cinque anni e ritenuta cruciale per comprendere l’origine della vita. Definito dagli esperti un “concentrato prebiotico”, questo composto agisce come un seme molecolare capace di avviare catene di reazioni chimiche complesse, potenzialmente decisive per la nascita di sistemi viventi.
La caccia al santo graal della chimica spaziale
Ralf Kaiser, professore di chimica all’Università delle Hawaii a Mānoa, ha guidato il lungo lavoro per isolare questa molecola, appartenente alla difficile categoria degli acidi orto, ritenuti fondamentali nella chimica prebiotica. La sua struttura, ricca di legami ossigeno-carbonio, è intrinsecamente instabile: gli atomi di ossigeno tendono a respingersi, rendendo la molecola difficile da produrre e mantenere.
Per riuscire, il team ha congelato ghiacci di acqua e anidride carbonica a temperature prossime allo zero assoluto, irradiandoli con fasci che simulano i raggi cosmici. Questo ha permesso di liberare il metanetetrolo in forma gassosa e identificarlo con potenti raggi ultravioletti.
Un “acorn cosmico” pronto a germogliare
Ryan Fortenberry, astrochimica dell’Università del Mississippi, paragona il metanetetrolo a una ghianda: con le giuste condizioni, può sviluppare reazioni chimiche sempre più complesse. È l’unico alcol conosciuto con quattro gruppi idrossilici legati allo stesso atomo di carbonio, una caratteristica unica che ne aumenta il potenziale reattivo.
Quando riceve energia dall’ambiente, questa molecola si decompone liberando acqua, perossido di idrogeno e altri composti essenziali alla vita.
Implicazioni per la ricerca di vita extraterrestre
La sintesi in laboratorio dimostra che il metanetetrolo può formarsi anche nello spazio, aprendo la possibilità di individuarlo in regioni cosmiche favorevoli allo sviluppo della vita. Il carbonio è il mattone base di ogni organismo, mentre l’ossigeno costituisce gran parte dell’architettura molecolare necessaria ai processi vitali: la combinazione dei due, in questa molecola instabile ma reattiva, rappresenta un obiettivo prioritario per l’astrobiologia.
Alexander M. Mebel, chimico computazionale della Florida International University, ha contribuito allo studio pubblicato su Nature Communications. Per Kaiser, questa è “l’ultima frontiera”: un livello di comprensione reso possibile solo grazie ai recenti progressi nelle tecniche sperimentali e computazionali.
Finanziata dalla National Science Foundation, la ricerca apre la strada all’individuazione di zone dell’universo dove il metanetetrolo si forma naturalmente, fornendo agli scienziati un nuovo indicatore per riconoscere ambienti potenzialmente abitabili.