La scoperta che ha rivoluzionato il mondo della chimica moderna nasce da un'intuizione tanto semplice quanto geniale: creare materiali porosi capaci di immagazzinare enormi quantità di gas in volumi ridottissimi. Tre scienziati hanno trasformato questa visione in realtà, sviluppando strutture molecolari che sfidano le leggi della fisica apparente, riuscendo a contenere superfici estese quanto un campo da calcio in uno spazio grande come una zolletta di zucchero. Per questo straordinario contributo alla scienza, Susumu Kitagawa dell'Università di Kyoto, Richard Robson dell'Università di Melbourne e Omar Yaghi dell'Università della California a Berkeley hanno ricevuto il Premio Nobel per la Chimica 2025.
L'ispirazione dal diamante che ha cambiato tutto
Alla fine degli anni Ottanta, Richard Robson guardò alla struttura perfettamente ordinata del diamante con occhi diversi da quelli di un gemmòlogo. Il chimico australiano intuì che quella geometria cristallina poteva essere replicata utilizzando ioni metallici come punti di connessione e molecole organiche come ponti di collegamento. La sua visione pionieristica portò alla creazione dei primi framework metallo-organici, materiali che si auto-assemblano quando ioni metallici e molecole organiche vengono mescolati insieme.
Tuttavia, le prime strutture create da Robson presentavano cavità riempite d'acqua, limitandone le applicazioni pratiche. Fu necessario il contributo di Susumu Kitagawa per superare questo ostacolo e aprire nuove frontiere.
La svolta giapponese: stabilità e funzionalità
Il ricercatore giapponese riuscì nell'impresa di creare framework sufficientemente stabili da poter essere essiccati completamente. Kitagawa dimostrò che le cavità vuote potevano essere riempite con gas e, aspetto ancora più importante, che questi gas potevano essere successivamente rilasciati in modo controllato. La capacità di assorbire e rilasciare sostanze gassose trasformò questi materiali da curiosità di laboratorio a strumenti potenzialmente rivoluzionari.
Le innovazioni di Kitagawa non si fermarono qui: il chimico sviluppò anche framework dinamici, capaci di cambiare forma quando vengono aggiunti o rimossi i gas dalle loro cavità, aprendo scenari applicativi completamente nuovi.
La rivoluzione americana: resistenza e superficie record
Omar Yaghi portò la tecnologia a un livello superiore, sviluppando strutture di stabilità eccezionale utilizzando cluster di ioni metallici contenenti zinco e ossigeno, collegati tramite gruppi carbossilati. I suoi framework resistevano a temperature fino a 300 gradi Celsius, mantenendo intatte le loro proprietà.
Ma l'aspetto più straordinario delle creazioni di Yaghi riguardava la superficie interna: pochi grammi di materiale poroso sviluppavano un'area superficiale equivalente a migliaia di metri quadrati. Questa caratteristica moltiplicava esponenzialmente le possibilità di interazione con gas e altre sostanze. Yaghi dimostrò inoltre che le dimensioni delle cavità potevano essere modulate semplicemente variando la lunghezza delle molecole di collegamento.
Un futuro ricco di applicazioni
Oggi esistono decine di migliaia di framework metallo-organici diversi, e nuovi materiali vengono sviluppati quotidianamente. Le loro applicazioni spaziano dalla cattura dell'anidride carbonica nei camini industriali alla purificazione dell'aria da sostanze inquinanti persistenti, fino alla raccolta dell'acqua dall'atmosfera in zone aride.
Come ha sottolineato Heiner Linke, presidente del Comitato Nobel per la Chimica, questi materiali funzionano "come la borsa di Hermione Granger in Harry Potter", riferendosi al celebre accessorio magico della saga che poteva contenere oggetti molto più grandi delle sue dimensioni apparenti. Una metafora che rende perfettamente l'idea di come la scienza possa talvolta superare i confini dell'immaginazione, trasformando quello che sembrava fantasia in realtà tangibile e utile per l'umanità.