Ricostruiti i movimenti di un mammut tramite la firma chimica delle zanne

Alcuni ricercatori sono riusciti, grazie agli elementi chimici presenti nelle zanne di un mammut lanoso (Mammuthus Primigenius), a ricostruire i movimenti sul territorio compiuti dall'animale

Avatar di Marco Valle

a cura di Marco Valle

Alcuni ricercatori sono riusciti, tramite lo studio degli elementi chimici presenti nelle zanne di un mammut lanoso (Mammuthus Primigenius), a ricavare una sorta di “tag geografici”, grazie ai quali hanno potuto ricostruire i movimenti sul territorio compiuti dall'animale. I risultati mostrano che l'esemplare in questione, vissuto in quella che oggi è l'Alaska, si è spostato continuamente all'interno del suo enorme territorio, tanto che, durante tutta la sua vita, avrebbe potuto fare il giro del mondo per ben due volte!

Sebbene gli studiosi siano in possesso di moltissime informazioni su questi animali, quali la loro dieta, la loro genetica o la loro ecologia in generale, davvero molto poco si è potuto capire fino ad ora sugli accadimenti della vita di un singolo esemplare. Chris Widga, paleontologo presso la East Tennessee State University di Johnson City, afferma che non potendo osservare il comportamento di questi pachidermi dal vivo, come potremmo fare con qualsiasi specie contemporanea, si può utilizzare la chimica per raggiungere un buon grado di approssimazione.

Ogni luogo sulla Terra possiede una sua peculiare “firma chimica”, dovuta alla natura stesa della sua geologia. I rapporti dei vari isotopi di elementi presenti nel substrato roccioso e nelle falde acquifere, quali lo stronzio e l'ossigeno, creano un profilo unico specifico per quella determinata zona, in grado di restare coerente per millenni, essendo incorporato nel suolo e nelle piante. I mammut che pascolavano in una determinata area, finivano per incorporare nella struttura delle loro zanne in continua crescita, proprio questa firma isotopica, andando così a formare una sorta di “registro” della posizione geografica di ogni singolo animale aggiornata di continuo.

Fino ad ora, nessuno aveva analizzato queste firme chimiche su tutta la lunghezza di una zanna, che riflette l'intera vita del mammut. Secondo Matthew Wooller, paleo ecologo presso l'Università di Alaska Fairbanks, siamo di fronte allo studio più ampio e dettagliato mai effettuato fino ad ora su questo argomento.

Precedenti analisi hanno dimostrato che la zanna analizzata, lunga 1,7 metri, apparteneva a un esemplare maschio morto circa 17.100 anni fa all'età stimata di 28 anni. I ricercatori hanno sezionato la zanna nel mezzo, per poterne rivelare gli strati di crescita, che appaiono come una sorta di pila di coni gelato sovrapposti. Wooller continua spiegando che la base di questa “pila”, rappresenta i periodo della morte dell'esemplare, mentre la punta è i momento in cui è nato. Tutto ciò che si trova in mezzo, ovviamente, rappresenta 'intera durata della vita dell'animale.

I ricercatori, hanno utilizzato dei laser per raccogliere campioni della composizione chimica della zanna, in circa 340.000 punti lungo l'intera lunghezza. Successivamente, hanno confrontato i profili isotopici di ciascuno di questi punti, con i dati di una mappa geologica dell'Alaska e del Canada nord-occidentale, utilizzando poi un algoritmo informatico per mappare i percorsi più probabili effettuati dal mammut, partendo dal luogo dove sono stati rinvenuti i resti e procedendo a ritroso, fino ad ottenere una stima dettagliata degli spostamenti compiuti durante tutta la vita.

Se volete approfondire la vostra conoscenza su questi affascinanti e iconici animali, e sulle altre creature loro coeve, vi consigliamo il volume American Megafaunal Extinctions at the End of the Pleistocene, acquistabile tramite questo link Amazon.