L'industria del cemento sta vivendo una trasformazione epocale che potrebbe rivoluzionare uno dei settori più inquinanti al mondo. Dopo decenni di ricerca e sviluppo, i primi impianti commerciali per la cattura e lo stoccaggio del carbonio nei cementifici stanno diventando realtà, aprendo scenari inediti per la decarbonizzazione di un comparto che da solo genera l'8% delle emissioni globali di CO2. Questa rivoluzione tecnologica rappresenta una svolta decisiva per raggiungere gli obiettivi climatici internazionali, considerando che la produzione di cemento Portland tradizionale genera inevitabilmente enormi quantità di anidride carbonica attraverso i processi chimici necessari alla creazione del clinker.
La pionieristica esperienza norvegese apre nuove strade
Dal giugno scorso, il primo impianto al mondo di cattura del carbonio su scala industriale per la produzione di cemento è operativo in Norvegia, presso lo stabilimento Brevik di proprietà della tedesca Heidelberg Materials. Questo impianto rivoluzionario utilizza una tecnologia basata su solventi derivati dall'ammoniaca, chiamati ammine, per estrarre il 50% delle emissioni di CO2 dai gas di scarico del cementificio. Il biossido di carbonio catturato viene successivamente separato dal solvente, liquefatto e pompato sotto i fondali marini norvegesi per lo stoccaggio permanente.
I primi prodotti di "cemento a zero emissioni" saranno consegnati nel Regno Unito e in altri paesi europei il mese prossimo, segnando un momento storico per l'industria delle costruzioni. Paul Fennell dell'Imperial College di Londra definisce questi sviluppi "un buon passo avanti" nella lotta contro il cambiamento climatico.
Il progetto gallese punta all'eccellenza ambientale
Mentre la Norvegia fa da apripista, il Regno Unito si prepara a ospitare il secondo impianto di questo tipo al mondo. Nelle prossime settimane inizieranno i lavori di costruzione presso il cementificio di Padeswood nel Galles del Nord, grazie a un accordo di sussidi annunciato questa settimana tra il governo britannico e Heidelberg Materials. Simon Willis, amministratore delegato di Heidelberg Materials UK, spiega che l'impianto gallese utilizzerà la stessa tecnologia basata su ammine del sito norvegese, ma con un'ambizione molto più elevata.
Una volta completato nel 2029, il sistema di cattura e stoccaggio del carbonio di Padeswood rimuoverà circa il 95% delle emissioni dell'impianto, equivalenti a circa 800.000 tonnellate di anidride carbonica all'anno. Questa performance superiore rispetto al sito norvegese è possibile grazie alla disponibilità di una maggiore fornitura di energia necessaria per far funzionare il sistema alla massima capacità.
I costi e le sfide economiche della transizione
Nonostante i progressi tecnologici, la cattura del carbonio rimane un processo costoso. Secondo un'analisi della banca olandese ING, catturare, trasportare e stoccare permanentemente una tonnellata di carbonio dalla produzione di cemento in Europa costa tra 50 e 200 euro. Leon Black dell'Università di Leeds sottolinea che "non c'è modo che la cattura e lo stoccaggio del carbonio possano essere commercialmente sostenibili senza il sostegno statale".
Il supporto finanziario governativo si rivela quindi essenziale per costruire la prima flotta di cementifici dotati di sistemi di cattura del carbonio. Il governo britannico ha accettato di sovvenzionare i costi operativi della tecnologia di Padeswood, anche se i dettagli dell'accordo di finanziamento non sono stati resi pubblici. Come spiega Willis, "il principio fondamentale è che il governo ci darà denaro per aiutarci a costruire e gestire un impianto di cattura del carbonio".
Innovazioni future per ridurre i costi
Le prospettive di riduzione dei costi sono legate allo sviluppo di nuove tecnologie più efficienti dal punto di vista energetico. In Germania, Heidelberg Materials partecipa a un consorzio che sta sperimentando la tecnologia oxyfuel, un processo innovativo che prevede il ricircolo dei gas di scarico nel bruciatore. Questa tecnica aumenta la concentrazione di CO2 nei gas di scarico rilasciati fino al 70%, rendendo i processi di cattura del carbonio significativamente più efficienti.
Oltre ai progetti in Norvegia e Galles, sono pianificate installazioni simili in Svezia, Germania e Polonia, segno che l'industria del cemento sta finalmente abbracciando su larga scala le tecnologie di decarbonizzazione. Questi sviluppi potrebbero finalmente mettere uno dei settori industriali più difficili da decarbonizzare sulla strada verso le emissioni nette zero.