Se perdi il lavoro per colpa dell'IA ti pagano lo stesso, ecco la proposta

Circa 20 milioni di lavoratori in Europa rischiano di perdere il lavoro a causa dell'intelligenza artificiale entro 10 anni. La soluzione potrebbe essere il reddito universale di base?

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Il rapido sviluppo dell'intelligenza artificiale (IA) minaccia circa un posto di lavoro su dieci nell'Unione Europea entro la fine del decennio, secondo uno studio del Centres for European Policy Network (Cep). Questo impatto riguarderà principalmente i lavoratori qualificati, come manager, consulenti, avvocati e specialisti di marketing. 

Per affrontare questa sfida e garantire la resilienza sociale, il centro propone lo strumento noto come reddito di base universale (UBI), cioè un reddito minimo garantito a tutti i cittadini prescindere dall’esistenza di un altro reddito. Ci sono più versioni dell’UBI, alcune delle quali sono state sperimentate con risultati incoraggianti. 

Secondo il Cep questa misura sarebbe meno distorsiva economicamente rispetto a una "tassa sui robot". L'UBI potrebbe funzionare come un tampone efficace durante periodi di sconvolgimento tecnologico e aiutare a compensare la mancanza di domanda aggregata in economie sempre più digitalizzate. 

Uno dei problemi di questo approccio, forse il più grande dei problemi, è che mancano prove empiriche complete sui suoi effetti a lungo termine sugli incentivi al lavoro e su come l'IA possa colmare la carenza di lavoro qualificato, quindi sono necessari ulteriori dati prima di implementare progetti di UBI in tutta Europa. Allo stesso tempo però, molti sono restii a investire risorse un’operazione i cui esiti non sono chiari. E ovviamente è un’operazione che solleva accesi dibattiti politici, che spesso hanno poco a che vedere con la ragionevolezza o l’efficacia.

Potrebbe restarci poco tempo per discutere: l'attuale dibattito sull'Intelligenza Artificiale e sul Reddito di Base Universale (UBI) si focalizza sulla necessità di adattare le politiche sociali ed economiche alle sfide poste dal rapido sviluppo tecnologico. Con l'avvento dell'IA generativa, che potrebbe rivoluzionare il concetto stesso di lavoro, diventa urgente una riflessione sul ruolo dell'UBI nella società digitale del futuro. 

In questo contesto, l'UBI potrebbe non solo fornire un sostegno finanziario ai lavoratori colpiti dalla disoccupazione tecnologica, ma anche incentivare la riqualificazione e l'aggiornamento delle competenze. 

L'approccio dell'UBI come strumento di condivisione del rischio digitale potrebbe contribuire a ridurre le disuguaglianze sociali e a garantire una maggiore resilienza economica di fronte ai cambiamenti tecnologici e geopolitici. Per massimizzare i benefici dell'UBI, è essenziale un approccio integrato che comprenda riforme del mercato del lavoro, investimenti nell'istruzione e nell'innovazione, e una governance efficace dell'IA. Solo così l'Europa potrà affrontare con successo le sfide e cogliere le opportunità offerte dall'era dell'IA generativa.