AppGratis rimossa dallo Store di Apple: tutta la verità

Il creatore di AppGratis dà la sua versione dei fatti sull'estromissione dall'App Store. Incredulità e sconforto al centro di un lungo discorso su una decisione di Apple che lui e il suo team ancora non riescono a capire.

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a cura di Manolo De Agostini

L'improvvisa estromissione di AppGratis dall'App Store di Apple ha suscitato sgomento nel suo creatore, Simon Dawlat. Dopo ore di assoluto silenzio, Simon ha scritto un post sul blog di AppGratis, e il suo team è stato così gentile da farci avere una versione tradotta in italiano. Il post è molto lungo e potete trovarlo in lingua originale qui.

"Ho fondato AppGratis nel 2008 e da allora non ha mai smesso di funzionare. Poche ore prima di iniziare a scrivere questo messaggio ero atterrato a San Paolo, per una visita ai nostri uffici brasiliani. Ho acceso l'iPhone dopo un volo di 12 ore da Parigi, trovando la notifica di 75 chiamate perse e un flusso pressoché infinito di messaggi non letti. Sono quasi svenuto".

"Venerdì 5 aprile è stato il giorno in cui Apple ha deciso di rimuovere AppGratis dall'App Store, lasciando i nostri 12 milioni di utenti iOS a chiedersi dove fosse finita una delle loro applicazioni preferite, i miei 45 dipendenti a domandarsi se avrebbero ancora avuto un lavoro il giorno dopo, i miei partner e gli investitori in stato di shock e, da ultimo, me con una situazione assolutamente incredibile da affrontare, a migliaia di chilometri di distanza dalla nostra sede".

"Prima di tutto vorrei rassicurare i nostri utenti, i nostri clienti, i nostri investitori e i nostri amici: anche se le nostre applicazioni iOS sono momentaneamente indisponibili, il nostro servizio di raccomandazione di app, AppGratis, è attivo e funzionante. […] Così faranno anche il nostro sito web e la nostra newsletter quotidiana". "Le notizie sulla nostra morte sono di gran lunga esagerate.  Nei panni dell'amministratore delegato di un'azienda di 45 persone, tutte assunte da me e per le quali nutro profondo rispetto, è piuttosto ovvio che non avrei mai infranto le regole di Apple in una maniera così sciocca, ??mettendo a rischio i loro posti di lavoro e, insieme, il destino di una società che ho faticosamente costruito in quattro anni".

Dawlat è poi passato a spiegare la genesi di quanto è successo negli ultimi mesi. "Nell'autunno del 2011, abbiamo commesso un errore piuttosto importante. Avevamo deciso di usare un'app specifica per ogni Paese in cui volevamo lanciare in AppGratis, sviluppando una versione localizzata di AppGratis che ci avrebbe permesso di essere disponibili all'estero in tempi rapidi". Tale scelta però ha creato problemi con l'artico 2.20 delle Linee Guida di Apple, in virtù del quale non si possono pubblicare molte versioni simili di una stessa applicazione, pena la cacciata dall'iOS Developer Program. "Ci siamo dunque imbattuti contro il primo muro", spiega Dawlat "con un aggiornamento respinto nell'ottobre 2012, sulla base dell'articolo 2.20".

Apple ha inoltre contestato ad AppGratis l'articolo 2.25, secondo il quale "le applicazioni che mostrano app diverse da quelle possedute a scopo di acquisto o promozione in un modo simile o che si può confondere con quello usato dall'App Store saranno respinte". Inoltre l'azienda ha tirato in ballo l'articolo 2.12, che afferma: "applicazioni che non sono molto utili, uniche, che sono semplicemente siti web incastonati in applicazioni, o non forniscono intrattenimento duraturo potrebbero essere respinte". "Quest'ultima è stata di gran lunga l'imputazione più difficile da capire", ha spiegato Dawlat, "e, per essere onesti, anche la più preoccupante, dal momento che lascia spazio a ogni forma d'interpretazione soggettiva".

Simon Dawlat

Così il team di AppGratis e due membri di Apple sono entrati in contatto arrivando a quella che pareva essere una soluzione condivisa. Sul fronte dell'articolo 2.25, il creatore dell'app afferma di aver dimostrato che "AppGratis non aveva niente a che vedere con l'App Store. L'App Store è un catalogo che ospita 1 milione di app. AppGratis è un media che recensisce un'app al giorno come fanno migliaia di altri siti, blog e applicazioni su questo pianeta. Si tratta di una meccanica abissalmente diversa. Abbiamo ricevuto un OK su questo punto".

Per quanto riguarda l'articolo 2.12 AppGratis è stata in grado di provare la complessità e l'utilità del prodotto dal punto di vista tecnico, e anche l'importanza delle raccomandazioni editoriali per gli utenti. "Abbiamo ricevuto un OK anche su questo punto", sottolinea Dawlat. Infine per quanto riguarda il punto 2.20, il creatore di AppGratis spiega di aver concordato sulla necessità di preparare un importante aggiornamento dell'applicazione che unificasse tutte le applicazioni esistenti in una sola.

"In realtà avevamo già ideato un prodotto che all'epoca era in versione beta. Abbiamo quindi fatto confluire tutti gli sforzi dei nostri ingegneri per terminarlo al più presto e siamo riusciti ad inviarlo ai server di Apple in tempi record".

"Apple ha approvato la versione v3 di AppGratis per iPhone nel novembre 2012 e, poco dopo, abbiamo ottenuto un finanziamento di 13,5 milioni di dollari. […] Da allora, non soltanto Apple ha approvato la versione v3 per iPhone, ma ha approvato anche la nostra versione per iPad meno di una settimana fa. Sì, avete letto bene. Una. Settimana. Fa". "E poi venerdì scorso, un nuovo membro del team di Apple con cui nessuno nella mia squadra era mai entrato in contatto prima, è spuntato quasi di punto in bianco e, dopo aver provato a chiamarmi tre volte, non riuscendo a parlarmi (perché ero in aereo), ha deciso di rimuovere le nostre app dall'App Store, sulla base dell'articolo 2.25 e anche dell'articolo 5.6".

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Quest'ultimo punto afferma che "le applicazioni non possono usare le notifiche push per inviare nessun tipo di pubblicità, materiale promozionale o fare marketing diretto". Dawlat si è subito messo in moto per risolvere ogni problema con Apple, chiedendo semplicemente come fosse possibile che il suo team cambiasse idea così repentinamente, più o meno staccando la spina a una società di 45 persone. "Sembrava piuttosto distaccato in merito alla gravità della situazione", ha scritto Dawlat, "e non era in grado di farmi sapere su quali basi precisamente fosse stata presa questa decisione".

Il resto è noto, ma il creatore di AppGratis afferma che "la missione è tutt'altro che conclusa. Prima di tutto, siamo ancora responsabili dell'applicazione quotidiana per oltre 12 milioni di utenti iOS nel mondo. A queste persone, che hanno ancora AppGratis sul proprio iPhone o iPad, dobbiamo ogni giorno una nuova applicazione offerta gratuitamente. Inoltre, dato che l'app non è momentaneamente disponibile, le iscrizione alla newsletter sono alle stelle. D'altra parte, AppGratis è nata così".

"Questo è più o meno il punto in cui ci troviamo ora: storditi dal fatto che Apple abbia preso la decisione di distruggere un simile prodotto in seno al suo ecosistema, ma più che mai convinti che stiamo agendo bene, e sicuri di svolgere un'importante missione nel frammentato mondo della scoperta di app. […] Anche in tempi bui, ogni problema ha la sua soluzione. E anche in questo caso... ne troveremo una. Altri annunci arriveranno presto".