Facebook: messaggi d'odio contro Putin e i soldati russi, Mosca minaccia ritorsioni

Facebook e Instagram non censureranno più gli auguri di morte contro Putin e i militari russi impegnati nell'invasione dell'Ucraina.

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a cura di Umberto Stentella

Alla luce del conflitto in Ucraina, Meta, la parent company che controlla Facebook e Instagram, ha deciso di cambiare le sue policy contro l'hate speech. A dare la notizia è l'agenzia stampa Reuters, che ha messo le mani su alcune email interne dell'azienda.

Facebook e Instagram non censureranno i messaggi d'odio contro Vladimir Putin, Lukashenko e i militari russi dispiegati in Ucraina. «Messaggi come "morta all'invasore russo" saranno tollerati», ha poi aggiunto un portavoce di Meta. Ma la Russia annuncia ritorsioni. Un pubblico ministero ha chiesto formalmente che Meta venga considerata un'organizzazione estremista, alla pari dei gruppi terroristici ed eversivi.

«Chiediamo alle autorità di fermare le attività estremiste di Meta e prendere misure per portare i responsabili di fronte alla giustizia», ha commentato l'ambasciata russa a Washington D.C.

Dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina, Meta e la Russia sono entrati in collisione. Il social network ha oscurato le pagine dei media affiliati al Cremlino, come RT.com (ex Russia Today) e Sputnik. In tutta risposta la Russia ha limitato l'accesso a Facebook e Instagram. Non è l'unica azienda finita nel mirino del Cremlino, che negli scorsi giorni ha anche limitato l'accesso a Twitter e oscurato i siti di alcuni media occidentali, inclusa l'edizione in lingua russa della BBC. Mosca ha anche più volte chiesto alla WikiMedia Foundation di censurare la pagina Wikipedia sul conflitto in Ucraina.

Meta ha specificato che tollererà esclusivamente i messaggi d'odio indirizzati nei confronti dei militari russi impegnati nel conflitto in Ucraina. Continueranno a non venire tollerati i messaggi d'odio contro i civili e anche contro i prigionieri di guerra. L'azienda prenderà anche provvedimenti contro i messaggi d'odio che includano minacce di violenza credibili - ad esempio perché rivelano l'ubicazione reale dei militari o dei politici russi.

 «In seguito all’invasione dell’Ucraina ad opera della Russia, abbiamo deciso di consentire – temporaneamente – alcune forme di manifestazione del pensiero che normalmente violerebbero le nostre regole contro i discorsi d’odio», ha annunciato un portavoce di Facebook. «Frasi come “morte agli invasori russi” saranno tollerate. Abbiamo comunque deciso di non consentire i messaggi che possono essere interpretati come una credibile incitazione alla violenza contro i civili russi».

Non è chiaro se i messaggi d'odio contro i miliari e politici russi saranno consentiti a livello globale. Le email ottenute da Reuters menzionano esplicitamente una lista di paesi specifici: Armenia, Azerbaijan, Estonia, Georgia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Russia, Slovacchia e Ucraina. Il cambio di policy è temporaneo e circoscritto esclusivamente all'ambito della guerra in Ucraina.

Contestualmente, Facebook non censurerà nemmeno i messaggi di elogio nei confronti del battaglione Azov, controverso reparto militare composto da volontari e impegnato nella regione del Donbass. Il battaglione Azov è noto per contare al suo interno diversi simpatizzanti di estrema destra nostalgici Stepan Bandera ed è stato utilizzato più volte da ambienti filo-russi, anche in Italia, per screditare le forze militari ucraine.

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