Fitness tracker non così efficaci per dimagrire?

Uno studio mette in discussione l'efficacia dei fitness tracker come stimolo più efficace per dimagrire maggiormente.

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a cura di Manolo De Agostini

E se acquistare un fitness tracker, convinti che ci aiuterà a perdere peso più efficacemente fosse sbagliato? È la domanda che si sono posti i ricercatori all'Università di Pittsburgh.

In uno studio pubblicato sul Journal of the American Medical Association è emerso che l'uso di un fitness tracker, insieme a un regime alimentare sano, potrebbe non essere necessariamente così benefico rispetto all'adozione di un programma di perdita di peso tradizionale, ossia senza il tracciamento da parte di un dispositivo tecnologico.

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Lo studio, della durata di 2 anni, ha rilevato che i giovani privi di dispositivi indossabili hanno perso di media 2,2 chilogrammi in più rispetto a coloro che si sono affidati ai braccialetti tecnologici.

Lo studio, i cui partecipanti sono stati arruolati tra il 2010 e il 2012 (la raccolta dati è terminata nel 2014), è uno dei pochi svolti sul lungo periodo, mentre diverse altre ricerche si concentrano sul breve termine. In molte di queste, i fitness tracker si sono dimostrati efficaci nel conseguimento di migliori risultati. Però, dal momento che la parte più difficile in un programma di dimagrimento è quella di non riguadagnare il peso perduto sul lungo termine, è chiaro che sono necessari studi di una certa durata.

Il team dell'Università di Pittsburgh ha reclutato 471 giovani di età tra i 18 e i 35 anni, con indice di massa corporea che indicava che erano in sovrappeso oppure obesi. I ricercatori hanno misurato la percentuale di massa grassa, la massa magra, la densità delle ossa e la salute cardiovascolare. Per i primi sei mesi ai partecipati è stato detto di seguire una nuova dieta e un programma di esercizio pensato per crescere d'intensità gradualmente nel tempo. I partecipanti si sono incontrati settimanalmente per questo periodo di tempo.

Dopo questo lasso di tempo i partecipanti sono stati suddivisi, casualmente, in due gruppi: uno ha continuano a riportare annotazioni su dieta ed esercizi su un sito, mentre agli altri è stato consegnato un fitness tracker e dato l'accesso a un sito in modo che potessero tracciare attività fisica e continuare a riportare informazioni sulla dieta.

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Entrambi i gruppi hanno ricevuto SMS settimanali e una chiamata mensile dallo staff per controllare i progressi. Nei primi sei mesi, come auspicabile, i due gruppi hanno perso molto peso, ma non ci sono state grandi differenze. A 12 mesi di distanza il gruppo senza fitness tracker aveva perso più peso (o ne aveva riguadagnato meno) rispetto a chi usava l'indossabile, e questo inaspettato risultato si è confermato anche dopo 18 e 24 mesi.

Per tutti e due i gruppi ci sono stati progressi sulla condizione iniziale, ma in media le persone con gli indossabili hanno perso o non ripreso 3,5 kg, mentre le persone senza supporto tecnologico hanno raggiunto i 5,9 chilogrammi.

I fitness tracker perciò sono una fregatura? Meglio non giungere a conclusioni affrettate. Anche se gli autori mettono in dubbio l'utilità dei fitness tracker, ci sono però alcuni aspetti ambigui. Anzitutto chi ha indossato i fitness tracker ha comunque perso peso, e sono migliorati altri parametri come la composizione corporea, l'attività fisica e l'allenamento.

È poi possibile che usando un altro fitness tracker o usandolo in modo diverso i risultati possano cambiare I ricercatori stessi dicono che lo studio sarebbe potuto essere più efficace se i partecipanti avessero usato l'indossabile fin dall'inizio.

C'è chi fa inoltre notare, come la dottoressa Barbara Berkeley sulla CNN, che i ricercatori hanno parlato di assenza di "significative differenze" sul fronte di dieta e attività fisica tra i due gruppi. "Ciò significa che qualcosa non va", ha detto la dottoressa spiegando che se nel caso non ci fosse stata "nessuna differenza" tra i due gruppi quanto a dieta ed esercizio, le perdite medie di peso sarebbero dovute essere "le stesse".

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La Berkeley ha osservato che gli studi sulla dieta sono "notoriamente difficile da svolgere", quindi aggiungere l'esercizio fisico rende la ricerca doppiamente complessa, in quanto molto è nelle mani dei partecipanti e della loro precisione nel seguire il percorso e riportarlo correttamente.

La dottoressa ha aggiunto che "la perdita di peso dipende più dal seguire scrupolosamente una dieta che dall'esercizio". In generale, ha sottolineato, la dieta è più importante dell'esercizio fisico durante la fase di perdita di peso attiva, mentre l'esercizio diventa molto più importante per il mantenimento del peso.

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È quindi possibile che chi indossa i braccialetti o gli orologi tecnologici faccia più attenzione all'esercizio che alla dieta. "Spesso l'esercizio può portare le persone a dieta a sentire di avere la possibilità di mangiare di più", ha concluso.

In ogni caso lo studio instilla almeno un dubbio sull'idea che i fitness tracker siano necessariamente migliori di un regime tradizionale di allenamento e dieta per ottenere risultati. Sono necessari altri studi per arrivare a una conclusione, ma forse è ancor meglio rifarsi al sano sentore popolare, che vuole come primo motore della perdita di peso la volontà personale: se non la si ha, forte, allora non c'è aggeggio tecnologico che faccia miracoli.