Google è la vera palla al piede di Android 3.0

Google vuole mettere ordine nel pianeta Android: d'ora in poi personalizzazioni software limitate per i produttori, applicazioni standard e piattaforma hardware progettata ad hoc. Gli accordi con ARM sono in via di definizione.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Google sta valutando la possibilità di standardizzare Android 3.0 con lo scopo di risolvere i problemi che al momento affliggono il sistema operativo. Nel frattempo l'azienda di Mountain View sta anche negoziando con ARM per rendere standard la parte hardware, mediante la realizzazione di processori progettati specificatamente per i sistemi basati su Android.

Google, quindi, sembra intenzionata a mettere ordine nel caos che al momento regna sovrano nel pianeta Android. Il successo della piattaforma e l'adesione di un numero elevato di produttori hardware e di sviluppatori software ha giovato a Google, portandogli popolarità e guadagni. 

Google intende rendere standard Android 3.0

La situazione però sta diventando ingestibile. Le interfacce standard sono state personalizzate da decine di produttori, e spesso in modo tale da compromettere le prestazioni dei dispositivi; gli aggiornamenti impiegano tempi biblici ad arrivare perché non è facile svilupparli in modo che siano compatibili con tutti i prodotti.

Android 3.0 Honeycomb - clicca per ingrandire

Per non parlare della mancanza di applicazioni: la maggior parte delle 250 mila app presenti nell'Android Market sono progettate per smartphone e non funzionano sui tablet, oppure girano male. La molteplicità di release e personalizzazioni limita le possibilità di sviluppo di app nuove; Google Music (Google Music, praticamente un cofanetto online) non è ancora disponibile, e Google Books è attivo solo negli Stati Uniti (Progetto Google Books affossato da un giudice).

Insomma, Google intende porre limiti seri e vincolanti ai produttori che adotteranno Android per evitare che questo guazzabuglio incontrollato dilaghi ulteriormente, e a partire da Android 3.0 è determinata a standardizzare il sistema. Proprio per questo non ha ancora aperto il codice sorgente agli sviluppatori (Android 3.0 è open source, ma solo in teoria).

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Grazie al lavoro di uniformazione che Google intende fare, gli aggiornamenti dovrebbero arrivare in futuro con maggiore prontezza, la qualità del software dovrebbe essere garantita e la presenza di una piattaforma hardware standard semplificherebbe il tutto.