Huawei potrebbe utilizzare la litografia ultravioletta estrema (EUV) per il suo prossimo processore Kirin 985. Questa nuova tecnologia sfrutta la luce per posizionare, in modo più preciso, i transitor e altre componenti su un wafer di silicio. Questo porterà a un aumento del 20% della densità dei transitor che si tradurrà in un aumento della potenza attraverso un minor consumo energetico.
Il primo smartphone a poter utilizzare la litografia ultravioletta estrema potrebbe essere proprio il futuro Huawei Mate 30, che potrebbe fare il suo debutto con il prossimo Kirin 985. Quest’ultimo, infatti, farà probabilmente da apripista per la nuova tecnologia e sarà fabbricato da TSMC che – tra le altre cose – è stato il primo a distribuire i processori con processo produttivo a 7 nm (A12 Bionic e Kirin 980).
Già il passaggio da 10 nm a 7 nm ha comportato un aumento della densità dei transitor, della potenza e dell’efficienza energetica per gli smartphone di ultima generazione. Con l’introduzione della EUV, i prossimi chip renderanno ancor più veloci i dispositivi che li integreranno e saranno in grado di garantire una maggiore durata della batteria.
Tuttavia, non è con i processori a 7 nm che la litografia ultravioletta estrema mostrerà tutto il suo potenziale, ma lo farà con le generazioni successive realizzate a 5 nm. Insomma, la nuova tecnologia potrebbe risolvere uno dei problemi che attanaglia il mondo smartphone: garantire maggiore potenza senza incidere sulla durata della batteria. Huawei dovrebbe presentare il Kirin 985 verso la metà del 2019, giusto in tempo per essere integrato nella prossima linea Mate 30.
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