I cellulari non sono pericolosi secondo uno studio norvegese

Uno studio norvegese assolve le radiazioni dei cellulari dall'accusa di essere nocive per la salute. Le misure precauzionali vigenti sarebbero sufficienti. In realtà la questione resta controversa perché altre ricerche sono contradditorie.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Non vi è alcuna prova scientifica che un basso livello di esposizione a campi elettromagnetici prodotti da telefoni cellulari e altri dispositivi di trasmissione provochi effetti negativi per la salute. Ecco in sintesi la conclusione del rapporto pubblicato su Science Daily da un comitato norvegese di esperti presieduto dal professor Jan Alexander, Vice Direttore Generale presso l'Istituto norvegese di sanità pubblica. 

Secondo uno studio norvegese i cellulari non provocano danni alla salute

Il rapporto di 200 pagine è intitolato "Campi elettromagnetici a radiofrequenza a basso livello - valutazione dei rischi per la salute e delle prassi di regolamentazione". Secondo il Comitato non ci sarebbero cambiamenti da fare alla regolamentazione attualmente in vigore, che prevede il rispetto dei valori di esposizione raccomandati dalla Commissione Internazionale per la protezione dalle radiazioni ionizzanti (ICNIRP). 

Stando allo studio norvegese, i valori dei campi elettromagnetici prodotti da telefoni cellulari e reti wireless sarebbero 50 volte al di sotto del livello che provoca il riscaldamento del tessuto umano o la stimolazione delle cellule nervose. Pertanto non ci sarebbero prove a supporto del rischio di cancro, della riduzione della fertilità maschile, di altri danni riproduttivi o che possano ricondurre ad altre malattie o a effetti nocivi per la salute, come ad esempio le modifiche al sistema endocrino e a quello immunitario.

"I pazienti con questi problemi di salute" conclude lo studio "devono essere presi sul serio dal servizio sanitario e dovrebbero essere trattati come tutti gli altri pazienti".

Chi ha patologie gravi o lievi disturbi deve cercare le cause altrove

L'argomento è molto delicato e da tempo ormai si susseguono relazioni contrastanti sull'argomento. Il verdetto della commissione nord europea è in linea con l'opinione di un comitato di ricercatori di Regno Unito, Australia, Stati Uniti e Svezia, che a luglio 2011 aveva affermato che "non ci sono prove convincenti che colleghino l'uso dei telefoni al cancro". La posizione è condivisa anche da uno studio danese.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità tuttavia non è dello stesso avviso: a giugno 2011 l'agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) dell'OMS aveva concluso che la telefonia mobile comporta potenziali rischi per la salute. Non erano state trovate prove schiaccianti, ma venivano consigliate comunque "misure pragmatiche per ridurre l'esposizione, come l'uso di auricolari o di messaggi di testo invece delle telefonate ove possibile", come consigliava il professor Samet, coordinatore del gruppo di ricerca.

L'allarme per la salute dei consumatori ha portato di recente il numero uno della FCC (Federal Communications Commission) Julius Genachowski a chiedere l'avvio di un'istruttoria formale atta a riesaminare gli standard delle emissioni di radiofrequenze e dei campi elettromagnetici dei telefoni cellulari. Un portavoce della FCC si è affettato a precisare che il riesame è solo routine e non un'indicazione di rischio, ma sta di fatto che di allarmi sui possibili danni alla salute conseguenti l'uso dei telefonini ce ne sono stati a decine.

In Italia ci aveva pensato Report, la trasmissione di Rai 3, a portare davanti al grande pubblico il dibattito sulla pericolosità delle onde elettromagnetiche usate per la comunicazione cellulare, spargendo il panico fra gli ascoltatori.

La verità è che i rapporti sono spesso contrastanti: nessuno afferma con certezza che i cellulari sono dannosi o meno, in quale misura (se provocano il cancro, che è il timore maggiore) e cosa bisogna fare all'atto pratico per essere certi di scongiurare i pericoli.

Tutti parlano di possibilità, e nell'incertezza si può vedere il bicchiere mezzo pieno (non ci sono prove che siano dannosi, quindi tranquilli) o mezzo vuoto (ci sono potenziali rischi, siate prudenti). Abbiamo il sospetto che l'unica sicurezza su cui possiamo contare è che non arriveranno studi definitivi in breve tempo.