L'invasione dei phablet è iniziata: quest'anno i telefoni evoluti con schermi compresi fra 5,5 e 7 pollici hanno già superato i volumi delle spedizioni di notebook e desktop, con 174,9 milioni di unità (133,5 milioni di desktop e 170 milioni di notebook), il prossimo anno supereranno anche i tablet (318 milioni di unità, contro 233 milioni di tablet) e saranno di fatto i dispositivi più venduti dopo gli smartphone, che restano saldamente in testa con oltre 1 miliardo di unità (1,7 miliardi previsti per il 2018).
A suonare l'allarme è la società di ricerche di mercato IDC, che ha tirato le somme delle sue stime di vendita del mercato PC, tablet e phablet, e ha notato che ormai gli smartphone XXL hanno ingranato la quinta e il sorpasso in alcuni casi è già avvenuto.
Gli analisti ricordano che i phablet sono una categoria relativamente giovane, che ha iniziato a macinare volumi nel 2012, ma la pressione che hanno esercitato sul mercato è stata tale per cui ormai non ne risentono solo le categorie in crisi (notebook e desktop, N.d.R.), ma anche i tablet di piccole dimensioni. I modelli da 7 pollici infatti secondo IDC hanno cominciato a rallentare, e dato che erano i prodotti più gettonati grazie ai prezzi bassi, stanno trainando verso il basso tutto il comparto.
Secondo Tom Mainelli di IDC la chiave di lettura è che "il mobile computing è uno spazio in cui i consumatori stanno ancora cercando di capire quale combinazione di dispositivi e dimensioni dello schermo si adatta meglio a loro". Probabile. A questo aggiungeremmo però che l'evoluzione si sta svolgendo in un quadro macro economico complesso, con parte dell'Occidente in crisi economica e i volumi che arrivano per lo più dai Paesi Emergenti.
Se da una parte tutti probabilmente hanno in testa uno smartphone e un tablet ideali, molti alla fine optano per un tablet piccolo che telefona. Nel 2013 un phablet aveva un prezzo medio di 568 dollari, nel 2014 il prezzo medio sarà di 397 dollari – contro 291 dollari degli smartphone - e continuerà a scendere in futuro.
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Resta il fatto che per qualcuno il phablet è più scomodo di uno smartphone compatto, ma visto il trend è probabile che saranno le sartorie a iniziare a fare le tasche più grandi, e non i telefoni a tornare piccoli. Poi c'è da tenere conto delle abitudini d'uso: adesso si naviga in Internet e si usano applicazioni che richiedono per forza schermi più grandi. Il confine fra il giusto e l'esagerato è soggettivo.
Lo smartphone prenderà quindi il posto del PC? Secondo Mainelli non è detto, perché "quello che funziona bene oggi potrebbe benissimo non andare più bene domani".