Mancano 10mila professionisti per mettere la fibra in Italia

Nel nostro Paese mancano circa 10mila professionisti qualificati in telecomunicazioni, energia, costruzioni e trasformazione digitale.

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a cura di Luca Zaninello

Managing Editor

L'Italia ha bisogno di una rete a banda ultralarga che copra tutto il territorio nazionale e che garantisca una connessione veloce e affidabile a cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni. Questo è l'obiettivo del piano strategico nazionale per la banda ultralarga (BUL), che prevede investimenti da parte dello Stato e di altri soggetti pubblici e privati.

Tuttavia, per realizzare questo progetto ambizioso, non basta solo il denaro. Servono anche le competenze e le professionalità necessarie a progettare, installare, gestire e mantenere le infrastrutture di rete. E qui sorge il problema: nel nostro Paese mancano circa 10mila professionisti qualificati soprattutto nei settori telecomunicazioni, energia, costruzioni e trasformazione digitale, individuate dalle aziende che aderiscono a “Distretto Italia”.

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, insieme ad Anpal Servizi, ha firmato un accordo con il Consorzio Elis per colmare le 10.000 posizioni vacanti. L'accordo prevede l'inserimento nel mondo del lavoro di persone a rischio di povertà ed emarginazione, nonché di coloro che beneficiano di misure di sostegno sociale, tra cui i beneficiari dell'assegno di inclusione.

L'accordo, presentato dalla ministra del Lavoro, Marina Calderone, crea un canale diretto di collaborazione tra enti pubblici e il Consorzio Elis, che rappresenta il progetto "Distretto Italia". Questo progetto è stato avviato all'inizio dell'anno da 45 imprese italiane, agenzie per il lavoro e altri enti, riuniti sotto la presidenza di turno di Autostrade per l'Italia. L'intesa promuove un'iniziativa sperimentale di collaborazione pubblico-privato a livello nazionale.

Il Ministero del Lavoro mette a disposizione delle aziende del "Distretto Italia" le sue competenze e la rete territoriale per utilizzare al meglio le misure nazionali di politica del lavoro, come il Programma Gol e il Piano Nazionale Giovani, Donne e Lavoro. Inoltre, condividerà gli elenchi delle persone attivabili al lavoro, comprese quelle di età compresa tra i 18 e i 59 anni, con i soggetti autorizzati e accreditati ai servizi per il lavoro che aderiscono al progetto.

Il Consorzio Elis si impegna a proporre posizioni di lavoro alle persone che necessitano di reinserimento professionale, basandosi sulle posizioni già mappate nel progetto e su quelle che emergeranno dagli studi futuri. Si prevede un coinvolgimento particolare dei beneficiari attivabili al lavoro e dei beneficiari dell'Assegno di Inclusione, nonché dei lavoratori in cassa integrazione, licenziati o in uscita dalle aziende coinvolte in vertenze.

La collaborazione tra il ministero e il Consorzio sarà coordinata presso Anpal Servizi, e l'accordo prevede un incontro annuale tra il Ministro e le imprese del "Distretto Italia" per valutare gli obiettivi raggiunti e premiare le aziende che hanno maggiormente contribuito ai risultati.

Tutti i soggetti coinvolti si impegnano a promuovere l'uguaglianza di genere e il reinserimento attivo dei giovani che non studiano e non lavorano, noti come "neet". In Italia, il tasso di "neet" è del 23,1%, il più alto tra i 27 Paesi dell'Unione Europea, mentre la media europea è del 13,1%.

Il Consorzio Elis ha avviato corsi di formazione gratuiti per le figure più richieste, come posatori di fibra ottica, programmatori software, manager di cantiere e impiantisti elettrici. Questi corsi, della durata di 5-20 settimane, hanno registrato un tasso di assunzioni al termine della formazione del 98%.

La formazione viene progettata in base alle competenze richieste dalle aziende e alle posizioni vacanti, mentre l'orientamento mira a far conoscere alle persone senza lavoro le opportunità reali offerte dal mercato del lavoro. In questo modo, il progetto "Distretto Italia" cerca di contrastare la mancanza di opportunità per alcune fasce della popolazione e la difficoltà delle aziende nel trovare personale qualificato.