Mediaset smentisce ogni interesse su TIM

Mediaset smentisce ogni alleanza con Niel per l'acquisto dell'operatore di rete fissa e mobile TIM.

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a cura di Silvio Colombini

Con un comunicato, l’azienda milanese ha negato qualsiasi coinvolgimento su possibili mosse a carico dell'operatore di rete fissa e mobile TIM.

Con una secca smentita, Mediaset mette fine ad ogni possibile idea riguardo al fatto che l’alleanza con Niel, in Francia, per l’acquisto di M6 sia prodroma di futuri passi su TIM.

A scanso di ogni possibile equivoco, un portavoce ha dichiarato “prive di ogni fondamento le ipotesi di ‘raccordi’ con TIM apparse oggi sulla stampa” aggiungendo poi di non voler commentare le voci fatte trapelare dalle testate giornalistiche sulla possibile asta di M6. Gruppo, quest’ultimo, per il quale Mediaset ha presentato un’offerta non vincolante.

Stando alle suddette voci l'alleanza tra i due gruppi citati avrebbe avuto intenzione di aumentare il proprio raggio d'azione puntando al nostro mercato nazionale; la già testata unione con Mediaset avrebbe permesso al gruppo proprietario di Iliad di avere un solido appoggio nella penisola per allargare la propria presenza.

Tutta la manovra andrebbe ad inserirsi in un quadro generale molto più complesso, reso ancora più articolato dalle ultime elezioni. Il recente risultato elettorale renderebbe infatti più realizzabile il progetto Minerva, con il quale Giorgia Meloni vorrebbe effettuare un’opa di cassa Depositi e Prestiti su TIM, che verrebbe poi fusa con la rete di Open Fiber. Il tutto con l'obiettivo di arrivare a creare un’unica infrastruttura sotto il diretto controllo statale.

"All’asse fra Mediaset che di Mfe ha il 47,91% e Niel, spiega Il Messaggero, viene data dalle banche una valenza strategica in vista della riorganizazione del settore che nascerà dalla convergenza tra i media e le tlc e coinvolge in Europa Italia, Spagna, Francia, Germania, quattro paesi nei quali Mediaset è presente. Iliad – è il ragionamento – è un operatore italiano, da tempo sotto osservazione, come dimostra il blitz dell’autunno 2015 sul’11% di Tim, dove Vivendi aveva già il 20%, salvo poi uscire" scrive CorCom.

Comunque stiano le cose è senza dubbio una situazione in continua evoluzione, di cui quasi certamente stiamo osservando solo i primi passi e che, in ogni momento, potrebbe rivelare nuove inaspettate “sorprese”. Qualsiasi cosa dovesse succedere non mancheremo di aggiornarvi.