Si può recuperare un cellulare che è stato sommerso in acqua?
Abbiamo sottoposto la nostra vittima sacrificale a una tortura, per simulare un incidente: lo abbiamo immerso per circa 10 secondi, più o meno il tempo che ci metterebbe una persona normale per darsi conto di aver appena fatto un tragico errore. Dopo averlo tirato fuori, incredibilmente il nostro Nokia era ancora acceso, e sembrava funzionare: possibile che vendano prodotti impermeabili senza pubblicizzarlo, a prezzi da mercatino?
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No, assolutamente. Era solo una falsa impressione: la tastiera non funzionava, e nel giro di qualche secondo lo schermo si è spento. Non abbiamo potuto far altro che constatare il decesso. Il passo successivo era tentare di farlo tornare dalla sua tomba acquatica.
La prima cosa da fare è aprire il telefono e togliere la batteria, per evitare i danni da corrosione, poi la SIM, e asciugare tutto al meglio con un panno o un asciugamano. Poi, memori dell'esperienza con la tastiera, abbiamo messo il telefono in forno a 180°, contro l'opinione del proprietario, Joe, che lo riteneva una scelta troppo prudente, visto che aveva già salvato il suo HTC, asciugandolo a 200°. D'altra parte la maggior parte dei componenti elettronici possono sopportare temperature ancora maggiori (non sono le temperature operative). In ogni caso, lo volevamo asciutto, non rosolato, e abbiamo preferito non rischiare.
Tolto il telefono dal forno, ecco la prima brutta sorpresa: una crepa a forma di X nella parte superiore dello schermo, appena sotto l'altoparlante. Non è certo un buon segno.
