L'era degli smart glasses targati Google sembra pronta a una nuova, significativa evoluzione. Durante l'attesissima conferenza per sviluppatori Google I/O, il colosso tecnologico di Mountain View ha svelato, in collaborazione con Xreal, una partnership strategica che darà vita a un nuovo dispositivo Android XR: Project Aura. Questo annuncio segna un ritorno, seppur con un approccio rinnovato, di Google nel promettente ma complesso settore della realtà estesa (XR) indossabile.
Project Aura si configura come il secondo dispositivo Android XR ufficialmente presentato da quando la piattaforma è stata lanciata lo scorso dicembre. Il primo, Project Moohan di Samsung, si orienta maggiormente verso un visore XR completo, sulla scia dell'Apple Vision Pro. Project Aura, al contrario, si inserisce decisamente nel segmento degli smart glasses, seguendo la filosofia dei prodotti già noti di Xreal. La definizione tecnica più accurata sarebbe quella di un dispositivo "optical see-through XR", ovvero occhiali intelligenti immersivi che permettono la sovrapposizione di informazioni digitali al mondo reale mantenendo la trasparenza visiva.
L'esperienza offerta dai prodotti Xreal, come gli Xreal One (che potete trovare su Amazon), è spesso paragonata all'integrazione di due mini-schermi all'interno di una montatura che, sebbene leggermente più ingombrante, ricorda quella di un normale paio di occhiali da sole. Questi dispositivi consentono agli utenti di collegarsi a smartphone o laptop per visualizzare contenuti di vario genere, da film e serie TV a documenti riservati da consultare con discrezione, ad esempio durante un viaggio in aereo. Un aspetto distintivo è la capacità di regolare l'opacità delle lenti, permettendo di scegliere se immergersi completamente nel contenuto digitale o mantenere la consapevolezza dell'ambiente circostante. Le prime indicazioni suggeriscono che Project Aura seguirà questa stessa impronta, puntando a un'esperienza utente fluida e versatile.
Nonostante l'entusiasmo generato dall'annuncio, i dettagli specifici su Project Aura sono ancora limitati. Ralph Jodice, portavoce di Xreal, ha anticipato che maggiori informazioni verranno divulgate il mese prossimo, in occasione dell'Augmented World Expo. Tuttavia, alcuni elementi chiave sono già emersi: il dispositivo integrerà l'intelligenza artificiale Gemini di Google e offrirà un ampio campo visivo (field-of-view), cruciale per un'esperienza immersiva convincente. Osservando i rendering del prodotto diffusi, si possono notare elementi che suggeriscono la presenza di fotocamere integrate nelle cerniere e sul ponte nasale, oltre a microfoni e pulsanti di controllo posizionati sulle aste. Queste caratteristiche lasciano presagire una significativa evoluzione hardware rispetto ai modelli Xreal attualmente sul mercato.
Dal punto di vista tecnico, è stato confermato che Project Aura sarà equipaggiato con un chipset Qualcomm specificamente ottimizzato per applicazioni XR, sebbene il modello esatto non sia ancora stato specificato. Analogamente a quanto avviene per Project Moohan di Samsung, Google e Xreal puntano molto sul coinvolgimento attivo della comunità degli sviluppatori. L'obiettivo è stimolare la creazione di applicazioni e casi d'uso innovativi sin da ora, in preparazione al lancio del prodotto destinato al mercato consumer. A tal proposito, le due aziende hanno sottolineato in un comunicato stampa congiunto che le applicazioni Android XR sviluppate per i visori potranno essere facilmente adattate e trasferite su fattori di forma differenti, come appunto quello degli smart glass di Project Aura.
Questa strategia riflette chiaramente la visione di Google per il futuro dell'XR. Già durante le prime dimostrazioni della piattaforma Android XR, era stato reso noto che, sebbene Google avesse sviluppato prototipi interni di occhiali smart, l'intenzione principale era quella di collaborare con partner esterni per la realizzazione di prodotti commercialmente validi. Era altresì palese come Google considerasse i dispositivi XR un veicolo privilegiato per l'integrazione e la diffusione delle capacità della sua IA Gemini. Tutte le informazioni finora disponibili su Project Aura appaiono perfettamente allineate con questa impostazione strategica.
In sostanza, l'approccio di Google a questa nuova fase degli smart glass ricalca quello adottato inizialmente per il sistema operativo Wear OS: Google fornisce la piattaforma software e l'ecosistema, mentre terze parti si occupano della progettazione e produzione dell'hardware. Questa scelta appare ponderata, soprattutto alla luce della complessa e talvolta travagliata storia di Google con la produzione hardware di smart glass, il cui esempio più noto resta Google Glass. Affidarsi a partner con consolidata esperienza nel settore, come Xreal, potrebbe mitigare i rischi e accelerare l'adozione. Ciò non esclude, naturalmente, che Google possa in futuro decidere di rientrare direttamente nella mischia con un proprio dispositivo hardware, una volta che il mercato avrà raggiunto una maggiore maturità.