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Pro
- Prestazioni da top di gamma
- Autonomia eccezionale
- Ricarica ultra-rapida con caricatore incluso
- Splendido display QHD+
- Costruzione premium con certificazione IP68
- Lettore di impronte a ultrasuoni
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Contro
- Fotocamera ultra-grandangolare di qualità mediocre
- Assenza della ricarica wireless
- Software HyperOS con bloatware
- Mancanza di un teleobiettivo
- Qualità audio solo sufficiente
Il verdetto di Tom's Hardware
Informazioni sul prodotto
POCO F7 Pro: la recensione in un minuto
POCO F7 Pro si afferma come il "flagship killer" per eccellenza del 2025, offrendo un pacchetto hardware da top di gamma a un prezzo da fascia media. Il design segna un passo verso la maturità, con un solido telaio in alluminio e una finitura posteriore a due tonalità che combina eleganza e praticità, resistendo bene alle impronte digitali. La vera novità è l'introduzione della certificazione IP68, che garantisce protezione completa contro acqua e polvere, un lusso finora riservato a dispositivi ben più costosi.
Il display è uno dei suoi punti di forza assoluti: un magnifico pannello AMOLED da 6,67 pollici con risoluzione QHD+, nitidezza cristallina e una fluidità impeccabile grazie ai 120Hz di refresh rate. Supporta Dolby Vision e HDR10+, rendendolo ideale per la fruizione di contenuti multimediali. Sotto lo schermo, il lettore di impronte a ultrasuoni si dimostra fulmineo e incredibilmente preciso.
Il cuore pulsante è il processore Qualcomm Snapdragon 8 Gen 3 che, sebbene non sia l'ultimo modello, offre una potenza ancora oggi esuberante per qualsiasi attività, specialmente nel gaming, dove surclassa nettamente la concorrenza. L'esperienza di gioco è fluida e reattiva anche con i titoli più esigenti.
L'autonomia è un altro capitolo eccezionale, grazie a una batteria da 6000mAh che garantisce fino a due giorni di utilizzo. Quando si scarica, la ricarica rapida a 90W (con alimentatore incluso in confezione) lo riporta al 100% in circa 35 minuti, eliminando ogni ansia.
I compromessi, necessari per mantenere il prezzo competitivo, si trovano nel comparto fotografico: il sensore principale da 50MP con OIS è eccellente sia di giorno che di notte, ma la fotocamera ultra-grandangolare da 8MP è appena sufficiente e delude in condizioni di scarsa illuminazione. Il software, HyperOS basato su Android 15, è ricco di funzioni e intelligenza artificiale, ma richiede una pulizia iniziale dal bloatware.
Prezzi
Il vero campo di battaglia su cui POCO ha sempre costruito le sue vittorie è il prezzo, e il F7 Pro non fa eccezione, posizionandosi come uno dei dispositivi più aggressivi sul mercato per il valore offerto.
Al suo debutto in Italia, avvenuto il 27 marzo 2025, il POCO F7 Pro è stato proposto in due configurazioni con prezzi di listino un po' elevati ma in linea con le specifiche del telefono. La versione da 12GB di RAM e 256GB di memoria è stata lanciata al prezzo ufficiale di 599,90 euro, mentre la variante superiore da 12GB e 512GB è arrivata a 649,90 euro.
Come spesso accade nel mondo Android, il tempo ha giocato a favore dei consumatori. A pochi mesi dal lancio, il cosiddetto "street price" ha reso il POCO F7 Pro un affare ancora più incredibile. Attualmente, monitorando le offerte su Amazon, è possibile trovare la versione da 256GB a cifre nettamente inferiori al listino. A seconda della colorazione e delle promozioni del momento, il prezzo scende frequentemente sotto i 450 euro, con alcune varianti che si possono acquistare persino a meno di 400 euro.
All'attuale street price il POCO F7 Pro diventa una proposta quasi impossibile da ignorare per chi cerca prestazioni da top di gamma senza voler spendere una fortuna. È un acquisto che oggi, più che mai, offre un valore eccezionale.
POCO F7 Pro: la recensione completa
Ciclicamente, emerge un dispositivo che scuote le fondamenta del mercato, ridefinendo il concetto di "ottimo rapporto qualità/prezzo". Uno smartphone che non chiede di svuotare il conto in banca per offrire prestazioni da primo della classe. Per anni, questo ruolo è stato interpretato da vari brand, ma è il marchio POCO che ha costruito la sua intera filosofia su questo principio. Con il lancio del POCO F7 Pro, è arrivato nuovamente il momento di festeggiare il ritorno del "flagship killer" nella sua forma più pura e potente?
L'obiettivo di questa recensione (ma anche di tutte le altre, N.d.R.) era capire se, al di là delle specifiche tecniche impressionanti sulla carta, questo smartphone fosse davvero in grado di mantenere le sue promesse. La domanda è semplice: siamo di fronte a un prodotto immacolato o a un mosaico di compromessi ben mascherati? La risposta è complessa, affascinante e, per un certo tipo di utente, incredibilmente allettante.
Un design che attira gli sguardi
La prima impressione, si sa, è quella che conta, e il POCO F7 Pro gioca le sue carte fin dal primo contatto. L'esperienza di unboxing è già una piacevole sorpresa in un'epoca di minimalismo esasperato. All'interno della confezione nera con scritte gialle, tipica del brand, troviamo non solo lo smartphone, ma anche un alimentatore da 90W – una rarità di questi tempi – un cavo USB-C di buona fattura e una cover protettiva in silicone nero opaco, ben sagomata e piacevole al tatto. È un pacchetto generoso che permette di utilizzare il dispositivo in piena sicurezza fin dal primo istante.
POCO abbandona le linee che avevano caratterizzato il modello precedente (peccato, non mi dispiacevano affatto) per abbracciare un design più maturo e, oserei dire, quasi generico. Il telaio in alluminio satinato, con i suoi bordi piatti ma smussati con precisione millimetrica nei punti di giunzione con il vetro, trasmette una sensazione di solidità e pregio costruttivo che appartiene a fasce di prezzo ben superiori. Non ci sono scricchiolii, non ci sono incertezze: il F7 Pro è un blocco unico, denso e ben bilanciato. Con i suoi 206 grammi di peso e 8,1mm di spessore, non è un peso piuma, ma la distribuzione delle masse è così ben studiata da renderlo comodo da impugnare, anche per periodi prolungati.
Il retro è il vero protagonista estetico. La mia unità di prova, in colorazione Silver, presenta una finitura a due tonalità. La parte superiore, che ospita il grande oblò circolare della fotocamera, è lucida e riflettente, quasi a specchio. Questa sezione si contrappone elegantemente alla porzione inferiore, che occupa circa i tre quarti della superficie, trattata con una finitura satinata, quasi vellutata al tatto. Questo contrasto non solo è visivamente gradevole, ma ha anche un vantaggio pratico: la parte satinata è resistente alle impronte digitali, mantenendo lo smartphone pulito più a lungo. L'unico appunto che si può fare è che il modello Argento, nella sua parte lucida, tende a catturare polvere e ditate, cosa che con il POCO F6 Pro accadeva ma in misura decisamente minore.
Il modulo fotografico circolare, posizionato nell'angolo in alto a sinistra, è imponente ma armonioso. Contiene i tre sensori sotto un unico pezzo di vetro, una scelta che non solo conferisce un aspetto pulito e ordinato, ma facilita anche la pulizia, evitando che la polvere si accumuli tra le singole lenti sporgenti, come accade su molti altri dispositivi. Il flash LED è posizionato lateralmente.
Infine, c'è la certificazione IP68. Per la prima volta su un dispositivo POCO di questa serie, abbiamo una protezione completa contro polvere e immersioni prolungate in acqua. Questa non è solo una specifica tecnica da elencare, ma una garanzia di tranquillità nell'uso quotidiano. Poter usare lo smartphone sotto una pioggia improvvisa, in spiaggia o a bordo piscina senza il terrore di danneggiarlo è un lusso che, fino ad ora, era riservato a dispositivi più costosi.
Accendendo il POCO F7 Pro, si viene accolti da quello che è, senza mezzi termini, uno dei migliori display che si possano trovare in questa fascia di prezzo, e che non sfigura affatto se paragonato a pannelli montati su smartphone che costano il doppio. Parliamo di un pannello AMOLED da 6,67 pollici, una dimensione generosa ma ormai standard, che offre un'esperienza visiva immersiva grazie a cornici sottili e simmetriche su tutti e quattro i lati.
La vera magia, però, risiede nei dettagli tecnici. La risoluzione è QHD+ (3200 x 1440 pixel), una densità di pixel elevatissima (circa 526 ppi) che si traduce in una nitidezza cristallina. Testi, icone, immagini: ogni elemento a schermo è inciso con una precisione impeccabile, rendendo un piacere anche la semplice lettura di un articolo o la navigazione sul web. La differenza rispetto ai più comuni pannelli FullHD+ è percepibile, specialmente su foto e video ad alta risoluzione, che acquistano una profondità e un dettaglio sorprendenti.
La fluidità è garantita dalla frequenza di aggiornamento a 120Hz. Scorrere le pagine social, navigare tra i menu o giocare a titoli compatibili diventa un'esperienza liscia come la seta, reattiva e incredibilmente appagante per l'occhio. Il pannello supporta anche le tecnologie Dolby Vision e HDR10+, il che trasforma il F7 Pro in un piccolo cinema portatile. I colori sono brillanti, saturi al punto giusto nella modalità predefinita, ma ampiamente personalizzabili tramite le impostazioni software per chi preferisce una calibrazione più naturale.
La luminosità è un altro punto di forza, almeno sulla carta. POCO dichiara un picco di 3200 nit, un valore davvero elevato. Nell'uso pratico, questo si traduce in una leggibilità eccellente nella maggior parte delle condizioni. Tuttavia, durante le mie prove, ho notato che sotto la luce diretta del sole estivo, in una giornata particolarmente calda, lo schermo, pur rimanendo utilizzabile, non raggiungeva quella brillantezza accecante di alcuni top di gamma. La luminosità automatica a volte è sembrata un po' conservativa, costringendomi a intervenire manualmente per alzarla al massimo. È un piccolo neo in un pannello altrimenti superbo, ma è giusto segnalarlo.
A tutela della vista, POCO ha integrato tecnologie di prim'ordine come il PWM dimming a 3840Hz, che riduce drasticamente lo sfarfallio dello schermo a basse luminosità, minimizzando l'affaticamento oculare durante l'uso notturno.
Sotto questo splendido display si nasconde un'altra gradita sorpresa: il lettore di impronte digitali. A differenza di molti concorrenti che utilizzano sensori ottici, il F7 Pro monta un sensore a ultrasuoni. La differenza è tangibile. Lo sblocco è fulmineo, quasi istantaneo, e soprattutto incredibilmente preciso. Durante la mia settimana di test, non ha mai fallito un colpo, neanche quando ho provato a sbloccarlo con le dita leggermente umide o sporche. È una di quelle caratteristiche "premium" che migliorano silenziosamente l'esperienza d'uso quotidiana, eliminando ogni possibile frustrazione.
Il cuore di un campione
Arriviamo al DNA di ogni telefono della serie F di POCO: le prestazioni. È qui che il F7 Pro non solo brilla, ma acceca la concorrenza. La scelta di integrare il processore Qualcomm Snapdragon 8 Gen 3 è una mossa tanto astuta quanto audace. Certo, non è l'ultimissimo chip sul mercato, ma stiamo parlando del processore che ha alimentato quasi tutti gli smartphone Android top di gamma del 2024. La sua potenza è, ancora oggi, sovrabbondante per qualsiasi operazione si possa immaginare su uno smartphone. L'unico e principale concorrente che può impensierire questo POCO è OnePlus 13R.
Tradotto nell'uso di tutti i giorni, questo significa una reattività assoluta. L'apertura delle app è istantanea. Il passaggio da un'applicazione all'altra, anche con decine di software aperti in background, avviene senza il minimo accenno di esitazione. Le animazioni dell'interfaccia sono fluide, scattanti, e il dispositivo restituisce una costante sensazione di potenza inesauribile. Ho provato a metterlo in crisi con editing video in 4K, esportazione di file pesanti e multitasking spinto con app in split-screen: il F7 Pro non ha fatto una piega, gestendo ogni carico di lavoro con una disinvoltura che lascia sbalorditi, considerando il suo prezzo.
Ma è nel gaming che il divario con gli altri medio gamma diventa un abisso. Ho installato i titoli più esigenti del Play Store, come "Genshin Impact", "Call of Duty: Mobile" e "Diablo: Immortal". Su "Genshin Impact", impostando la grafica su "Massima" e 60 fps, l'esperienza è stata incredibilmente fluida nella stragrande maggioranza delle situazioni, con solo qualche sporadico calo di frame nelle scene più caotiche e piene di effetti. Su "Call of Duty", lo smartphone mantiene stabilmente i frame rate più alti possibili con tutte le impostazioni grafiche al massimo. È un'esperienza di gioco da console portatile, resa ancora più immersiva dallo splendido schermo e da un input touch molto reattivo.
Ovviamente, tanta potenza genera calore. Sotto stress prolungato, come dopo 30-40 minuti di gioco intenso, il POCO F7 Pro si scalda, soprattutto nella parte superiore destra del telaio. Tuttavia, il calore viene dissipato in modo efficiente e la temperatura non raggiunge mai livelli fastidiosi al punto da dover interrompere la sessione di gioco. Le prestazioni, inoltre, non subiscono un calo drastico dovuto al throttling, mantenendosi su livelli molto alti anche dopo lunghe sessioni.
A supportare il processore troviamo 12GB di RAM LPDDR5X e, nel mio modello, 512GB di memoria di archiviazione UFS 4.1. Queste sono le tecnologie di memoria più veloci attualmente disponibili. La RAM generosa garantisce un multitasking impeccabile, mentre lo storage UFS 4.1 assicura tempi di caricamento delle app e di trasferimento dei file fulminei.
| Smartphone |
Geekbench 6 |
AnTuTu |
3DMark |
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|
Single-core |
Multi-core |
Solar Bay | Solar Bay Stress test |
Wild Life Extreme |
Wild Life Extreme Stress Test |
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| POCO F7 Pro | 2207 | 6607 | 2035047 |
8360 (31,79 fps) |
8237 - 5928 (72%) |
4670 (27,96 fps) |
4704 - 3302 (70,2%) |
| OnePlus 13R | 2184 | 6520 | 1807138 |
8535 (32,45 fps) |
8641 - 5773 (66,8%) |
4825 (28,89 fps) |
4963 - 3428 (69,1%) |
|
realme GT 7 |
2270 | 7396 | 2177659 |
8153 (31,00 fps) |
8241 - 3140 (38,1%) |
5243 (31,40 fps) |
5112 - 1854 (36,3%) |
| POCO F6 Pro | 1433 | 5279 | 1565063 | Errore | Errore | Errore | Errore |
La dotazione hardware è completata da tutto ciò che si può desiderare: connettività Wi-Fi 7 per essere pronti al futuro, GPS a doppia frequenza per una localizzazione più precisa, NFC per i pagamenti, e l'immancabile LED IR, una firma di Xiaomi e POCO che permette di trasformare il telefono in un telecomando universale. Gli altoparlanti stereo offrono un volume elevato e un suono abbastanza chiaro, anche se privo di bassi profondi, risultando comunque più che adeguati per video e giochi.
L'ansia da autonomia è un lontano ricordo
Se le prestazioni sono il cuore del POCO F7 Pro, la batteria è senza dubbio i suoi polmoni, e che polmoni! Con una capacità di 6000mAh, questo telefono è un vero maratoneta. Durante il mio test ho faticato a scaricarlo completamente in una sola giornata, anche con un uso davvero intenso.
In una tipica giornata lavorativa, con diverse ore di schermo acceso tra email, social, navigazione web, un'ora di streaming video, un'ora di gaming e connettività 5G sempre attiva, arrivavo a sera con ancora un buon 40-50% di carica residua. Un risultato semplicemente eccezionale. Per un utente medio, è assolutamente realistico pensare di poter coprire due giorni interi con una singola carica. Questa enorme autonomia elimina completamente l'ansia da batteria scarica e permette di uscire di casa al mattino senza neanche porsi il problema di portare con sé un power bank.
E quando finalmente si riesce a scaricarlo, entra in gioco l'altro suo superpotere: la ricarica rapida a 90W. Con l'alimentatore incluso in confezione, i tempi di ricarica sono sbalorditivi. In soli 15 minuti si passa dallo 0% a circa il 50%, una quantità di energia sufficiente per affrontare gran parte della giornata. Una carica completa da 0% a 100% richiede circa 35-37 minuti. Questi numeri cambiano radicalmente le abitudini. Non c'è più bisogno di lasciare il telefono in carica tutta la notte. Basta collegarlo alla presa mentre si fa colazione o una doccia per avere ore e ore di autonomia.
L'unico compromesso, del tutto accettabile in questa fascia di prezzo, è l'assenza della ricarica wireless. È una scelta deliberata per contenere i costi, e data l'incredibile velocità della ricarica via cavo, è una mancanza che si perdona facilmente.
Il problema di tutti i "flagship killer"
Il comparto fotografico è storicamente il terreno su cui i "flagship killer" sono costretti a fare dei compromessi, e il POCO F7 Pro non fa eccezione. Tuttavia, la strategia di POCO è stata intelligente: investire su un sensore principale di alta qualità, accettando dei sacrifici sugli obiettivi secondari.
Il protagonista assoluto è il sensore principale da 50MP, il Light Fusion 800, lo stesso che abbiamo visto su alcuni modelli di punta di Xiaomi. È stabilizzato otticamente (OIS), un dettaglio fondamentale per ottenere scatti nitidi, specialmente in condizioni di scarsa illuminazione. In piena luce, i risultati sono eccellenti. Le foto scattate dal F7 Pro sono ricche di dettagli, con una gamma dinamica molto ampia che gestisce bene sia le alte luci che le ombre profonde. I colori sono vividi e piacevoli, con una tendenza a una leggera saturazione che rende gli scatti pronti per la condivisione sui social, senza però risultare innaturali. L'autofocus è rapido e preciso, e la velocità di scatto è notevole.
Lo zoom 2x digitale, che sfrutta un ritaglio del sensore principale, produce risultati più che utilizzabili. Le immagini rimangono abbastanza dettagliate e nitide. Ovviamente, non siamo ai livelli di uno zoom ottico dedicato, e spingendosi oltre il 2x la qualità degrada rapidamente.
È in condizioni di scarsa illuminazione che il sensore principale mi ha sorpreso positivamente. Grazie all'OIS e a un software di elaborazione efficace, che attiva automaticamente la modalità notte quando necessario, il F7 Pro cattura scatti notturni notevolmente buoni per la sua categoria. Le immagini sono luminose, il rumore digitale è ben controllato e i dettagli vengono preservati in modo ammirevole. I colori rimangono fedeli e la gestione delle fonti di luce artificiale, come i lampioni, è competente, evitando fastidiosi riflessi o aloni.
Le note dolenti arrivano quando si passa alla fotocamera ultra-grandangolare da 8MP. Qui il compromesso è evidente. In condizioni di luce ottimale, è in grado di scattare foto decenti, utili per catturare paesaggi o scene ampie, anche se si nota subito una perdita di dettaglio ai bordi e una coerenza cromatica non sempre perfetta con il sensore principale. Il vero limite, però, emerge al calare della luce. Le foto notturne con l'ultra-grandangolare sono spesso impastate, prive di dettaglio e afflitte da un rumore visibile. È un sensore da utilizzare con parsimonia, quasi esclusivamente di giorno.
La fotocamera frontale da 20MP fa il suo dovere. I selfie sono dettagliati e con colori naturali, e la modalità ritratto riesce a scontornare il soggetto in modo abbastanza preciso, anche se a volte mostra qualche incertezza con capelli complessi.
Sul fronte video, il sensore principale può registrare fino a una risoluzione di 8K a 24fps e 4K a 60fps. I filmati in 4K sono di ottima qualità, ben stabilizzati grazie all'OIS, con dettagli nitidi e colori brillanti. La stabilizzazione elettronica fa un buon lavoro nel mitigare i tremolii durante le camminate. Anche in questo caso, la qualità dell'ultra-grandangolare è nettamente inferiore.
Il comparto fotografico del F7 Pro è un sistema a due velocità: un sensore principale eccellente, quasi da top di gamma, affiancato da un'ultra-grandangolare che funge da comparsa.
Il problema di POCO è il bloatware, lo è sempre stato
Il POCO F7 Pro arriva con a bordo la HyperOS 2, l'interfaccia proprietaria di Xiaomi basata su Android 15. Chi proviene da un altro dispositivo del brand si troverà immediatamente a casa. L'interfaccia è fluida, ricca di personalizzazioni e graficamente curata. Le animazioni sono veloci e reattive, contribuendo alla sensazione generale di scattantezza del dispositivo. Si possono modificare temi, icone, layout della griglia delle app, e molto altro. Alcuni elementi, come il centro di controllo separato dalle notifiche, prendono chiara ispirazione da iOS, una scelta che può piacere o meno, ma che è comunque personalizzabile.
Tuttavia, HyperOS porta con sé anche alcune delle sue storiche criticità. Al primo avvio, lo smartphone presenta una certa quantità di "bloatware", ovvero app e giochi preinstallati di terze parti, anche deselezionando quelle "opzionali" durante la configurazione iniziale. Fortunatamente, la maggior parte di queste può essere disinstallata in pochi secondi, ma è un passaggio di pulizia iniziale che l'utente deve compiere. Alcune app di sistema di Xiaomi, inoltre, possono risultare un po' confusionarie e a volte mostrano pubblicità, anche se è possibile disattivarle tramite le impostazioni. È un software che richiede un po' di tempo per essere "addomesticato" e configurato secondo i propri gusti, ma una volta fatto, si rivela stabile e performante.
La vera novità di quest'anno è la profonda integrazione dell'intelligenza artificiale. Il POCO F7 Pro beneficia sia delle funzionalità di Google, come Gemini, sia della suite HyperAI di Xiaomi. Questo si traduce in una serie di strumenti pratici e moderni. Nell'app Galleria, ad esempio, è possibile rimuovere oggetti o persone indesiderate dalle foto con risultati sorprendenti, o espandere l'inquadratura di un'immagine lasciando che l'IA generi le parti mancanti. Nell'app Note, l'IA può riassumere lunghi testi o formattarli in modo ordinato. Ci sono poi funzioni di trascrizione in tempo reale e di traduzione che possono rivelarsi molto utili. Avere a disposizione queste funzionalità, solitamente riservate ai top di gamma, su un dispositivo di questa fascia di prezzo è un valore aggiunto notevole.
Per quanto riguarda il supporto software, POCO promette tre major update di Android e quattro anni di patch di sicurezza. È un impegno buono, in linea con molti concorrenti, anche se non raggiunge i sette anni promessi da Google e Samsung sui loro modelli di punta. Significa comunque che il F7 Pro riceverà aggiornamenti fino ad Android 18, garantendo una buona longevità.
Conclusioni
Dopo averlo spremuto a fondo, il verdetto sul POCO F7 Pro è chiaro e forte. Questo non è uno smartphone perfetto in senso assoluto, ma è probabilmente quello con il miglior rapporto potenza/prezzo del 2025. È la reincarnazione dello spirito "flagship killer" originale: prestazioni da urlo, un display magnifico, un'autonomia infinita e una ricarica fulminea, il tutto a un prezzo che fa impallidire i top di gamma.
Certo, i compromessi ci sono e sono localizzati principalmente nel comparto fotografico. Anche il software, pur essendo ricco di funzioni, richiede un po' di pazienza iniziale per essere ripulito e personalizzato a dovere.
Ma chi è l'utente ideale per il POCO F7 Pro? È il power user, il gamer, l'appassionato di tecnologia che desidera un'esperienza d'uso fluida e reattiva senza compromessi. È chi consuma contenuti multimediali e vuole uno schermo spettacolare. È chi odia l'ansia da batteria e vuole un dispositivo che non lo abbandoni mai. Per questo tipo di utente, che antepone la potenza bruta e l'esperienza d'uso quotidiana alla versatilità fotografica estrema, il F7 Pro non è solo una scelta consigliata: è la scelta da fare.
POCO ha creato un mostro di potenza e valore, un dispositivo che obbliga a chiedersi se valga davvero la pena spendere il doppio per avere quel poco in più. Per molti, la risposta sarà un sonoro "no".