Smartphone a 32 core presto nei negozi secondo ARM

Secondo Simon Segars, presidente di ARM, ci sono le condizioni per sviluppare SoC mobile a 32 core, che potrebbero diventare prodotti commerciali entro pochi anni.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Presto vedremo smartphone a 16 e 32 core, secondo le previsioni di Simon Segars il presidente della britannica ARM. Come qualcuno ricorderà la società ha recentemente presentato big.LITTLE, una soluzione che consente di unire potenza ed efficienza energetica, e che apre la strada, appunto, allo sviluppo di SoC con prestazioni sempre maggiori.

E ci sono anche altre ragioni per pensare che gli smartphone arriveranno presto a contare su un numero di core altissimo, almeno secondo gli standard attuali. Sears crede che il costante calo dei prezzi nella produzione dei semiconduttori sarà determinante, insieme allo sviluppo di applicazioni e sistemi operativi sempre migliori nella gestione del parallelismo. "Se ci pensate, l'iPad ha solo tre anni. Gli stessi smartphone sono una categoria relativamente nuova", ha ricordato Sears.

ARM comunque non è lanciato esclusivamente sulla strada delle prestazioni, perché ci sono tante possibili strade da battere. Come dimostra il lavoro svolto sull'architettura A7, quella che può costituire da sola una piattaforma di fascia bassa, oppure abbinarsi all'A15 per un prodotto potente ma non eccessivo nei consumi. "Questo dà ai nostri partner la flessibilità per realizzare configurazioni diverse, con prezzi e prestazioni diversi", spiega Sears.

Secondo Sears l'architettura A7 permetterà di realizzare "smartphone molto utili e interessanti a prezzi molto bassi, meno di 100 euro. Il che ci consentirà di raggiungere economie in via di sviluppo molto grandi", continua Sears.

ARM in altre parole è pronta, ben equipaggiata per diventare un attore di riferimento nel mondo dei semiconduttori. L'azienda, come alcuni sapranno, non produce direttamente i microchip che troviamo nei nostri smartphone. Si limita a svilupparne l'architettura, per poi concederla in licenza ai vari Samsung, Apple, Mediatek, Nvidia e così via.

Una strategia che finora si è rivelata vincente, e che la contrappone a quello che negli ultimi 20 anni è stato il vero grande colosso del settore, vale a dire Intel. Ci sarà un'inversione di posizioni in questa corsa?