Tempi duri per Sony nel settore mobile (smartphone e tablet). L'azienda nipponica ha chiuso il secondo trimestre fiscale con una perdita netta complessiva di 1,2 miliardi di dollari su un fatturato pari a 17.4 miliardi di dollari. Una batosta figlia di 1,6 miliardi di perdite operative legate alla divisione Mobile Communications.
Ad affossare il trimestre dell'azienda è l'andamento sul mercato cinese, tanto che come prima contromossa Sony ha deciso di interrompere lo sviluppo di smartphone e tablet specifici per quel mercato. Il direttore finanziario Kenichiro Yoshida non esclude inoltre manovre volte a rivedere le operazioni dell'azienda in altri mercati emergenti.
All'inizio dell'anno fiscale Sony contava di vendere 50 milioni di smartphone entro marzo 2015, ma poi è stata costretta a rivedere la cifra portandola a 43 milioni. Ora l'obiettivo è sceso a 41 milioni, sulla scia dei 9,9 milioni di smartphone Xperia venduti nel trimestre.
Le cose vanno così male che, nelle ore precedenti ai dati trimestrali, è stato ufficializzato un cambio al vertice della divisione: il vicepresidente senior Hiroki Totoki prenderà il posto di Kunimasa Suzuki, che diventerà presidente esecutivo di Sony Entertainment.
Fortunatamente il colosso giapponese ha le mani in pasta in altri settori, da quello cinematografico fino al mondo dei videogiochi, dove ha raggiunto un fatturato di 2,8 miliardi (vendite aumentate dell'83% grazie a PS4) e un utile operativo di 200 milioni.
Sony Xperia Z3 | ||
Sony Xperia Z3 Compact | ||
Sony Xperia E3 |
Anche la divisione Home Entertainment and Sound ha avuto un buon trimestre con un fatturato di 2,6 miliardi e un utile operativo di 73 milioni. Sony Devices – semiconduttori, batterie, ecc. – ha totalizzato vendite per 2,3 miliardi e un utile operativo di 271 milioni. Persino la divisione TV, storicamente in costante perdita, ha raggiunto un utile operativo.
Complessivamente Sony non si aspetta però una ripresa in tempi rapidi. L'anno fiscale, che si concluderà a marzo del prossimo anno, dovrebbe portare una perdita annuale complessiva pari a 230 miliardi di yen, ovvero 2,1 miliardi di dollari.