TIM, il nuovo AD Labriola propone una "trasformazione" dell'offerta

Nella giornata di mercoledì, 26 gennaio 2022, il CdA di TIM si è riunito per passare al vaglio le proposte del nuovo AD Pietro Labriola.

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a cura di Rossella Pastore

Prima riunione per il CdA di TIM dopo la nomina dell'Amministratore Delegato Pietro Labriola. Nella giornata di mercoledì, 26 gennaio 2022, il Consiglio di Amministrazione ha passato al vaglio le proposte del nuovo AD per il biennio che va dall'anno corrente fino al 2024.

Il piano industriale vero e proprio verrà presentato al Consiglio il prossimo 2 marzo. Per il momento, le linee guida di Labriola hanno come punto in comune la volontà di trasformare l'offerta orientandosi sempre di più verso lo sviluppo di servizi per le imprese. Nel corso della riunione, l'AD ha sottolineato come sia importante intraprendere questa "trasformazione" delle offerte e dei servizi in ambito Cloud, IoT e Cybersecurity facendo leva soprattutto sulle competenze e sul patrimonio tecnologico già acquisito dal Gruppo.

Un'altra azione importante da non trascurare riguarda lo stretto controllo dei costi e dei risultati operativi. Attenzione anche agli stakeholder, a cui va assicurata una prospettiva industriale di crescita che risulti "stabile e duratura".

In questo contesto, il Consiglio ha deciso all'unanimità di dare mandato all'AD di esplorare le possibili opzioni strategiche mirate a massimizzare la creazione di valore per gli azionisti con riferimento specifico agli asset infrastrutturali del Gruppo.

Nella nota stampa pubblicata dopo il CdA si fa cenno anche alla manifestazione di interesse indicativa e non vincolante avanzata da KKR & Co., il fondo statunitense che potrebbe acquisire TIM nei prossimi mesi. La proposta verrà analizzata da un Comitato "ad hoc" che sta lavorando tuttora al fianco degli advisor finanziari per confrontarla con le prospettive del Gruppo e le diverse alternative strategiche. Parallelamente, KKR è in trattativa con alcune banche per rafforzare la sua offerta: il fondo ha già coinvolto alcuni colossi come JP Morgan, Citi e Morgan Stanley; l'intenzione, ora, è di contattare anche Unicredit, Intesa Sanpaolo e altri istituti di credito di rilevanza internazionale.

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