Webinos, il progetto open per dominare il mondo

La Comunità Europea sostiene il progetto Webinos. Il suo scopo è creare applicazioni web che possano girare su ogni dispositivo, e a lungo termine mettere fine a quelle native, e ai costi aggiuntivi che rappresentano.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

L'Unione Europea ha finanziato un progetto per l'interoperabilità, con 10 milioni di euro. Webinos, questo il nome dell'iniziativa, ha l'obiettivo di creare una cornice universale per le applicazioni web, e di offrire agli utenti prodotti ugualmente accessibili,  godibili da qualsiasi dispositivo, PC, TV, smartphone, tablet o altro.

Webinos

Il concetto su cui si basa Webinos è noto e molto semplice: write once, run Anywhere (scrivi una volta, esegui ovunque). Si tratta di un approccio allo sviluppo di applicazioni che prescinde dal sistema operativo, e giocoforza rimanda alle applicazioni web, che si eseguono nel browser.

L'utente potrebbe usare la stessa applicazione su smartphone, TV, auto o PC, senza preoccuparsi di problemi legati alla compatibilità. Per ottenere questo risultato Webinos sta lavorando alla creazione di API e di una struttura Open Source, punto di partenza per lo sviluppo di questo innovativo approccio.

L'idea nasce da un problema che richiede soluzione immediata. La frammentazione di sistemi operativi e standard sta diventando un costo rilevante per le aziende. Le applicazioni Web possono essere la risposta, ma anche una nuova fonte di business. Per questo grandi aziende in tutta Europa, come Deutsche Telecome, Telecom Italia, Sony Ericsson o Samsung sostengono il progetto Webinos.

"Abbiamo molte diverse piattaforme per le applicazioni – iPhone, Android e Symbian -  e parliamo solo del settore mobile (che include anche WP7, Blackberry, Bada e WebOS, NdR). Se estendiamo l'osservazione al settore dell'auto e dell'elettronica di consumo il numero cresce ancora", spiega Stephan Steglich, direttore del progetto (Fraunhofer Institute for Open Communication Systems). Questa situazione si traduce in costi maggiori per le aziende.

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Al centro di questo nuovo approccio c'è naturalmente il browser. Da questo punto di vista, per fortuna, tutti i produttori stanno facendo grandi passi avanti, con applicazioni che migliorano di continuo.

Questo progetto ambizioso tuttavia non avrà vita facile, perché per le aziende coinvolte la differenziazione è, al momento, un importante strumento per la vendita e il marketing. In altre parole per i produttori la frammentazione è un bene, perché aiuta a vendere di più. Si punta il dito soprattutto contro Apple, che difficilmente parteciperà a questi sforzi, che potrebbero minare alla base il modello del redditizio AppStore.

Ne è convinto Shashi Fernando, dirigente della londinese Saffron Digital, un'azienda che si occupa di distribuzione di contenuti. Riferendosi al consorzio per l'armonizzazione dei formati televisi, spiega per esempio che "Tutti i grandi produttori, distributori, fornitori di DRM, studi cinematografici sono presenti. Tutti stanno cercando di fare la loro parte, ma ancora non ci sono risultati, perché esistono troppi interessi nascosti".