Windows Store: via le app truffaldine, viva la qualità e i prezzi giusti

Microsoft ha rinnovato le linee guida per la pubblicazione di app sul Windows Store. Non saranno più accettate applicazioni che ne copiano altre, che informano male l'utente o che in generale possono confondere, né quelle che hanno prezzi ingiustificatamente alti.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Microsoft ha deciso di rivedere la propria politica in fatto di Windows Store, e metterà al bando le applicazioni che ne clonano altre o che tendono a confondere il consumatore in altri modi. La novità è stata comunicata ieri tramite il blog Windows.

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L'idea, come recita il titolo del post sul blog, è "migliorare il catalogo di applicazioni del Windows Store". Evidentemente Microsoft ritiene che tale miglioramento non si possa tradurre solamente in "più applicazioni", ma anche e soprattutto in una maggiore qualità delle stesse.

Ed eliminare i cloni è senza dubbio un passo necessario a cui non possiamo che dare un caldo benvenuto. Quanto questa nuova politica di certificazione avrà preso piede, quindi, non rischieremo più di scaricare un'app al posto di un'altra perché logo, nome e descrizione sono fin troppo simili.

Per facilitare la vita al consumatore Microsoft chiede agli sviluppatori di creare icone univoche e facilmente riconoscibili – e che ovviamente non copino quelle di altri. Applicazioni con icone troppo generiche o troppo somiglianti ad altre saranno rimosse.

"Potremmo anche rimuovere", si legge sul blog MS, "applicazioni che non offrano contenuti unici, valore creativo o utilità". Bernardo Zamora, che firma l'articolo, spiega per esempio che potrebbero essere rimosse diverse applicazioni Torcia, che fanno tutte più o meno la stessa cosa.

Microsoft controllerà poi anche i prezzi delle applicazioni, in particolare quelli troppo altri. "Se un'applicazione ha un prezzo sostanzialmente maggiore a quello di altre app nella stessa categoria, e risulta chiaro che gli utenti potrebbero essere confusi e portati a credere (incorrettamente) che il prezzo più alto è dovuto a una migliore funzionalità o valore, (l'applicazione) potrebbe essere rimossa dal negozio".

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Microsoft chiede poi agli sviluppatori di essere più che chiari se creano applicazioni informative e non funzionali; parliamo per esempio della "guida strategica per Hearthstone", che dovrebbe essere chiaramente indicata affinché gli utenti non la confondano con il gioco Hearthstone – se esistesse per Windows Phone (questa è una richiesta indiretta, Blizzard).

Microsoft infine chiede agli sviluppatori titolo, descrizione ed etichette chiare, che possano far capire subito al consumatore che cosa sta per scaricare. Si vieta poi di usare parole chiave popolari ma irrilevanti solo per ottenere un vantaggio indebito nelle ricerche. "Ogni applicazione dovrebbe avere al massimo otto keyword, e tali keyword devono essere rilevanti". Le applicazioni che violano tale regola saranno eliminate dal Windows Store.

Tutte queste novità sono raccolte nella nuova Policy 10.1 che, scrive ancora Zamora, "è stata progettata per migliorare il Windows Store tanto per il consumatore quanto per lo sviluppatore". È disponibile anche un form specifico che gli sviluppatori possono usare se credono di essere vittima di una violazione di copyright. L'iniziativa di Microsoft è sicuramente lodevole, è ha senz'altro il potenziale per migliorare - anche di molto - il buon funzionamento del Windows Store e la soddisfazione.

Il prezzo da pagare nel breve termine è che in questo modo si rischia che le applicazioni diventino meno e aumentino più lentamente - peggiorando così quella che forse è la lacuna maggiore di Windows Mobile. Gli strumenti di porting da iOS e Android, tuttavia, potrebbero essere sufficienti per compensare.

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