Impatto audio-visivo

Contrariamente alla moda attuale, DICE non ha mai rinnegato il suo amore per il PC. Il suo franchise Battlefield ne è l’esempio lampante: quattro titoli su PC e uno solo su console. Tenuto conto dello stato attuale del mercato PC, però, gli sviluppatori svedesi hanno visto di buon occhio le console di nuova generazione ed ecco quindi arrivare Bad Company, titolo sviluppato unicamente su queste piattaforme.

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a cura di Tom's Hardware

Impatto audio-visivo

La trama non è indubbiamente il punto forte di Bad Company. A discapito degli innumerevoli trailer del gioco, i quali suggerivano degli sketch esilaranti, le battute che fanno da contorno alla storia scadono per lo più nel ridicolo. Le voci scelte per la versione italiana, inoltre, non sempre riescono a convincere fino in fondo. Più volte, infatti, capita di imbattersi in rudi soldati dal tono infantile, una scelta misteriosa che non combacia minimamente con la versione originale del titolo. Dialoghi a parte, il comparto audio di questo Battlefield è a dir poco impressionante. I suoni sono stati campionati alla perfezione, favorendo un'atmosfera di gioco davvero convincente e realistica (l'eco degli spari nei campi aperti è una chicca di non poco conto).

Le qualità sonore viaggiano di pari passo con il motore grafico di questo nuovo episodio. Tecnicamente, Bad Company non delude, garantendo un frame rate costante, degli effetti visivi superbi e una profondità di campo davvero notevole. Anche la costruzione dei modelli poligonali è ottima, per non parlare dell'alto tasso di interattività favorito dalla distruzione di quasi ogni singolo elemento presente a schermo (alberi, muri, staccionate e così via). Qualche bug grafico è però presente, come delle collisioni non proprio perfette o la sparizione improvvisa dei cadaveri. Inoltre, la resa visiva è leggermente perturbata da un effetto granulare che avrebbero potuto anche evitare. Nell'insieme, nulla di grave comunque.

Libertà di distruzione

L'intero gameplay di Battlefield pone le sue basi sulla conformazione dei livelli e sull'alto tasso di interazione con i paesaggi. Ogni singola mappa, infatti, è una grande area aperta che si estende per chilometri. Le missioni sono quindi caratterizzate dai propri obiettivi, molti dei quali non richiedono un ordine preciso per essere completati. Da qui nasce la possibilità di stabilire il proprio approccio alle missioni, senza dover seguire un percorso pre-impostato. Un'ottima idea, che sicuramente sarà ripresa nei futuri FPS su console.

La possibilità di distruggere i paesaggi non è una novità nel mondo degli FPS, ma i programmatori di DICE hanno il merito di aver creato un sistema dannatamente credibile (in evidente mancanza di realismo). In Battlefield Bad Company, quindi, lanciare una granata o un razzo contro un muro si traduce nella sua totale distruzione. A livello tecnico è impressionante come si stato ricreato il tutto, senza parlare delle positive implicazioni che ha generato questo sistema all'intero gameplay: per scovare dei nemici all'intero di una casa, ad esempio, è possibile sparare ad una tanica di combustibile per far esplodere una parete. Questa caratteristica di gioco non è solo di contorno, poiché i programmatori hanno elaborato i livelli in maniera da indurvi a farvi strada proprio con queste tattiche distruttive. Scommessa riuscita.