Blind Fate: Edo no Yami, il Giappone Cyberpunk secondo Troglobytes Games | Recensione

Blind Fate: Edo no Yami vi farà esplorare un Giappone futuristico nei panni di un cyborg cieco, brutalizzandovi meno di quello che credete.

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a cura di Lucia Lasorsa

-Redattrice

Blind Fate: Edo no Yami è un videogioco hack 'n slash a scorrimento laterale in 2D distribuito da 101XP e sviluppato da Troglobytes Games, già autori di HyperParasite e fautori del porting e della pubblicazione delle versioni per console di Ravenous Devils.

Blind Fate: Edo no Yami vi metterà nei panni di Yami, un cacciatore di Demoni che è stato mutilato e privato della vista e il cui corpo è stato ricostruito grazie a degli impianti meccanici: ora, Yami continua la sua missione come cyborg. Il suo obiettivo sarà quello di sterminare le macchine ribelli e aggressive che ormai da tempo imperversano in tutto il Giappone, e lo farà nientemeno che nel nome dello Shogun. Le macchine sono considerate prive di sentimenti e dedite unicamente alla distruzione della specie umana, ma forse questa è solo una parte della verità...

Esplorare il Periodo Edo cyberpunk privi della vista

Il Periodo Edo, conosciuto anche come Periodo Tokugawa, va dal 1603 al 1868 e indica il momento storico di massimo potere militare e politico, in Giappone, della famiglia Tokugawa, potere che esercitava attraverso lo shogunato. Blind Fate: Edo no Yami è ambientato in una versione futuristica e cyberpunk del Periodo Edo in cui praticamente ogni forma di vita è stata soppiantata dalle macchine, che si sono ribellate ai loro creatori umani seminando panico e distruzione al loro passaggio. Per fortuna, lo Shogun non se n'è stato con le mani in mano: ha sguinzagliato i suoi inarrestabili Cacciatori di Demoni (le macchine vengono chiamate Demoni perché il loro aspetto ricorda molto quello delle divinità shintoiste).

Fra questi Cacciatori c'è anche il nostro Yami, il cui nome in giapponese significa "casualmente" oscurità. Diverso tempo prima di Blind Fate: Edo no Yami, Yami è stato privato dei suoi arti e della sua vista. Ormai ridotto a un tronco umano in stile One dei Metallica, Yami è riuscito a sopravvivere mediante evoluti impianti cibernetici, grazie ai quali il suo braccio sinistro è stato trasformato in un'arma da fuoco e la sua vista è stata sostituita da una particolare Maschera Oni. E sarà proprio grazie a questa maschera che Yami, in qualche modo, ha riottenuto la sua vista. Beh, non proprio...

Sono sensori, non sensi!

Grazie agli impianti nel cervello di Yami, è possibile caricare al suo interno delle vecchie immagini di ogni ambiente che vi ritroverete a esplorare, inizialmente, nel buio più totale. Raccogliendo i dati ambientali sarete così in grado di vedere non com'è il mondo in realtà, ma delle immagini statiche di come appariva molto tempo prima. In molti casi, però, uccidendo alcuni particolari nemici potrete ottenere dei dati più aggiornati. Tuttavia, i nemici continueranno a essere invisibili. Come combatterli, allora? Ma grazie ai sensori, ovviamente!

Yami dispone infatti di 3 diversi sensori: udito, olfatto e sensibilità al calore. Potrete individuare la maggior parte dei nemici grazie all'udito, che rende visibili le onde sonore prodotte dagli elementi ambientali e dai movimenti dei nemici stessi, ma non sarà sempre così: le parti del corpo di alcune macchine, ad esempio, diventano visibili solo usando la sensibilità al calore, che può essere impiegata anche per scovare i punti deboli di alcuni fra i nemici più potenti.

Una volta individuata la posizione dei nemici, potrete attaccarli con il vostro arsenale: un'affilatissima katana e una rudimentale arma da fuoco, i cui attacchi possono essere combinati fra loro. Inoltre, Blind Fate: Edo no Yami implementa una meccanica che ricorda molto la rottura della postura del nemico in Sekiro: continuando a colpire incessantemente gli avversari noterete che si riempiono sempre più le tacche della barra al di sopra di quella della vita. Una volta riempita completamente, vedrete il punto debole del nemico, rappresentato dall'icona del sensore che dovrete usare; ora, non vi resta che aprire la ruota dei sensori (niente paura, mentre la ruota è attiva il tempo è statico), selezionare quello indicato sul nemico e attivare un bel supercolpo, scegliendo la direzione in cui colpire prima di sguainare la vostra katana, infliggendo così danni ingentissimi; inoltre, in questo modo stordirete brevemente gli avversari (vedrete un "!" giallo) e, dettaglio non meno importante, sarete in grado di interrompere gli attacchi nemici, anche quelli imparabili.

I sensori sono poi di importanza fondamentale per l'esplorazione delle tantissime aree di gioco: ad esempio, vi sarà richiesto di seguire degli odori, mentre i condotti di areazione sono individuabili unicamente usando la sensibilità al calore di Yami; inoltre, soprattutto l'udito si rivelerà vitale per scoprire i consumabili (potrete portare con voi un massimo di 3 kit medici e una ricarica completa dei proiettili per l'arma da fuoco) e i punti di accesso alle tantissime e vastissime aree nascoste.

Blind Fate: Edo no Yami: molto più di ciò che vedete

In un titolo il cui protagonista è cieco, la vista diventa un senso obsoleto anche per i giocatori. Questa sensazione è trasmessa benissimo da Blind Fate: Edo no Yami grazie a scelte grafiche che si accordano perfettamente sia con la narrazione che con l'esigenza di ridurre i costi di produzione, vitale per uno studio indipendente. La cecità di Yami offre un prezioso espediente narrativo grazie al quale non è necessaria una rappresentazione fedele del mondo che lo circonda, rappresentazione che viene quindi sostituita da fondali statici. Ma quello che vedrete non vi piacerà...

Il mondo è ormai ridotto a una landa desolata immobilizzata nel tempo, un mondo in cui il passaggio dell'uomo è visibile solo nelle spoglie di una realtà che, ormai, non esiste più. Le ambientazioni, quindi, da quelle esterne a quelle più genuinamente cyberpunk delle città, sono "abitate" solo da Yami e dai Demoni che deve uccidere, mentre, sullo sfondo, vedrete automobili immobili e luoghi naturali del tutto privi di vita.

Narrativamente, si tratta, come accennato in precedenza, di fotogrammi del mondo esterno risalenti a molto, molto tempo prima e, per questo, non sempre affidabili: usate spesso i vostri sensori, che vi aiuteranno a capire, ad esempio, se il terreno sotto i vostri piedi c'è ancora o se, magari, non esiste più. Tuttavia, uccidendo alcuni nemici avrete modo di aggiornare i dati dell'ambiente che vi circonda. E l'effetto straniante sarà ulteriormente accentuato.

Già, perché vedrete che quella desolazione del passato si è trasformata, nel presente, in una rovina che include non solo la mancanza di vita, ma anche l'ambiente esterno, che risulterà ancor più devastato, desolato, morto. Lo straniamento è palpabile, angosciante, mentre vi muoverete in un mondo privo di qualsivoglia forma di vita diversa da voi stessi.

I fondali statici così integrati al racconto hanno permesso di ridurre i costi di realizzazione, trasmettendo inoltre ai giocatori la sensazione del bullet time: mentre voi e i nemici vi muovete, elementi come la pioggia e il fuoco restano immobili, congelati in un tempo che ormai non è più.

E come se non bastasse, la vista non vi servirà nemmeno per individuare eventuali oggetti nell'ambiente, di cui potrete percepire (ma non vedere!) la presenza quando udirete un suono regolare: usate l'udito di Yami per "vedere" questi oggetti! Dovete sempre tenere a mente, infatti, che ciò che vedete non è il mondo reale: ecco perché non è possibile vedere gli oggetti. Ricordate sempre che ciò che vedete è solo un'illusione del passato, utile unicamente per fornirvi gli elementi base necessari per l'esplorazione.

Et dulcis in fundo, il vostro udito vi aiuterà anche a individuare gli accessi alle aree segrete del gioco, mentre la possibilità di hackerare le macchine vi darà accesso a delle stanze nascoste. Tutte queste aree sono completamente opzionali, ma vi permetteranno non solo di vedere molto più di ciò che offre il percorso lineare dettato dalla storia (scritta da Leonardo Pelloni Quintabà, già autore di HyperParasyte), ma anche di accumulare un bel po' di upgrade e punti esperienza, indispensabili per potenziare Yami e rendere la vostra partita decisamente più semplice.

Blind Fate: Edo no Yami è difficile? Solo se sei tu a volerlo

Prima di avviare la partita, Blind Fate: Edo no Yami offre ai giocatori la possibilità di scegliere fra due livelli di difficoltà: Normale e Difficile. Tuttavia, anche se sceglierete di giocare a Normale noterete che il livello di sfida proposto dall'opera è notevole e, naturalmente, andando avanti nel gioco le cose non fanno che peggiorare. Questo potrebbe sembrare un problema non indifferente, perché inficerebbe la giocabilità, generando unicamente frustrazione eterna e la sensazione di andare avanti armati solo della vostra paura. Ma non deve essere per forza così.

Il gameplay di Blind Fate: Edo no Yami è decisamente più diversificato di quanto non possa apparire a uno sguardo superficiale, ma, in realtà, un assaggino di quelle che saranno le abilità definitive di Yami lo avrete proprio nelle primissime fasi di gioco, grazie all'espediente narrativo del personaggio superpotente che, per qualche ragione, perde tutti (o quasi) i suoi poteri. Ma come poterli riacquisire?

Andando avanti nel gioco sbloccherete delle abilità base, indispensabili per proseguire e che, per questo, otterrete gratuitamente. Il processo è guidato e fa parte di una delle tante opzioni offerte dal dojo, il vostro hub centrale.

Procedendo da sinistra, ecco cosa troverete:

  • Gru vi porterà in volo e in pochi secondi nelle aree di gioco accessibili in base al punto della trama in cui vi troverete.
  • Albero delle Abilità, in cui sbloccare potenziamenti delle abilità base.
  • Stanza di Allenamento, in cui affrontare sfide e fare pratica contro i nemici in un ambiente sicuro.
  • Upgrade, che trovate disseminati in giro e che potrete attivare qui per migliorare gli attributi di Yami: vita, stamina, danno in mischia e danno a distanza.

Nel dojo potrete anche chiacchierare con i vostri nuovi amici, per cogliere ulteriori dettagli sulla storia e sul mondo, o per il puro piacere di farlo (alcuni scambi di battute sono fini a se stessi, ma davvero divertenti!). Un paio di appunti vanno però fatti all'Albero delle Abilità: quando potrete attivarne una indispensabile (il gioco vi guiderà in questo) noterete che la stessa lampeggia nella GUI (Graphic User Interface), per cui potreste facilmente essere portati a pensare che sarà così anche per i potenziamenti delle stesse (che, lo ricordiamo, non sono obbligatori). Ma non è così: anche quando avrete abbastanza XP per poter acquistare dei potenziamenti, questi non lampeggiano, per cui potreste pensare che sono inaccessibili; perciò vi consigliamo di visitare spesso l'Albero delle Abilità e di controllare, in base agli XP che avrete, cosa potrete acquistare. Potenziare Yami faciliterà in modo estremo tutta la vostra giocata, arrivando, una volta sbloccati i potenziamenti finali, a farvi oneshottare nemici che fino a poco tempo prima rischiavano di oneshottare voi.

Inoltre, noterete, accanto ai potenziamenti, una descrizione dei loro effetti e una breve animazione che mostra gli effetti in game. Tuttavia, manca la descrizione dei tasti da premere per attivare l'abilità, un dettaglio utile per i giocatori che, così, potrebbero controllare tali combinazioni per rinfrescarsi la memoria. Per questo, ci sentiamo di consiglia ai ragazzi di Troglobytes Games di implementare tali funzionalità, che renderebbero di certo la vita ancor più facile ai giocatori.

Una volta potenziati come si deve, gli stessi scontri che vi sembravano impossibile da affrontare diventeranno talmente semplici farvi quasi pentire di esservi potenziati! Ma, come detto in precedenza, il gameplay di Blind Fate: Edo no Yami è talmente diversificato da permettervi di affrontare i nemici anche utilizzando i potenziamenti il meno possibile, per un livello di sfida un po' più alto. Oppure potrete semplicemente godervi il viaggio e il backtracking (ogni zona della mappa riporta le percentuali di completamento) falcidiando chiunque in poche, semplici e rapide mosse. Ad esempio, con l'arma da fuoco, il dash o l'attacco stomp dall'alto potenziati potrete stordire i nemici, attivando così dei QTE, i cui tempi di reazione sono molto generosi, che, se eseguiti correttamente, vi permetteranno di uccidere il nemico all'istante con spettacolari finisher. Naturalmente, sia i QTE che le finisher sono differenti per ogni nemico.

In generale, il gameplay è fluido e i comandi sono reattivi. Tuttavia, a volte, Yami non eseguirà l'azione che vorrete, dandovi l'impressione di un fastidioso input lag. In questi casi, prestate attenzione a un suono particolare e al bagliore della barra della stamina: molto probabilmente, Yami non si muove non per colpa dell'input lag, ma perché è a corto di stamina.

Infine, una menzione meritano anche le boss fight, incredibilmente diversificate e che includono, fra le varie cose, la possibilità di sfruttare l'ambiente circostante, la necessità di colpire solo determinati punti del corpo dell'avversario visibili usando la sensibilità al calore, scontri intermedi con nemici minori e tanto altro ancora, contribuendo a mantenere sempre viva l'attenzione dei giocatori.

Anche l'occhio (e l'orecchio) vuole la sua parte

Blind Fate: Edo no Yami è un'opera videoludica che non tralascia nemmeno l'aspetto puramente audio. Potrete giocare con doppiaggio inglese o giapponese (ma i menu sono in italiano), e la qualità è davvero ottima. Anche la colonna sonora non è certo da meno! Composta da Joe Kataldo (già autore di un brano della colonna sonora di HyperParasyte) con la violoncellista Tina Guo, vede fra gli esecutori del main theme anche Isaku Kageyama, che ha suonato i taiko drum già in Ghost of Tsushima.

La colonna sonora è accattivante e orecchiabile, e di certo alcuni brani, come le battle theme, vi resteranno in testa! Quanto all'aspetto visivo, Blind Fate: Edo no Yami include moltissime ambientazioni differenti, sia in luoghi esterni che al chiuso, spaziando dalla metropoli alle fogne, passando per boschi, rifiuti tossici e ambientazioni più puramente fantascientifiche. Abbiamo apprezzato molto anche il character design, diversificato e particolareggiato.

E non vanno dimenticate le bellissime tavole realizzate da Giuseppe Falco, che impreziosiscono e illustrano ciò che racconta la voce narrante esterna durante i bellissimi filmati che intervallano il gameplay e che illustrano meglio i dettagli di una storia b en scritta, ma che usa, a volte, stilemi narrativi un po' scontati. Tuttavia, se volete passare direttamente all'azione potrete anche skippare i video con la semplice pressione prolungata di un tasto.

Blind Fate: Edo no Yami è un videogioco completo e soddisfacente che vi stimolerà a continuare a giocare anche dopo averlo finito per il puro e semplice desiderio di svelarne ogni più recondito segreto. Avvincente, stimolante, divertente, appagante, Blind Fate: Edo no Yami è il videogioco action perfetto per chi cerca una sfida degna di questo nome e gli onori della tanto agognata e sudata vittoria.