Brothers A Tale Of Two Sons Recensione

Brothers A Tale Of Two Sons ritorna su Nintendo Switch portando con se alcune novità interessanti e la stessa carica emozionale degli esordi.

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a cura di Andrea Maiellano

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Ci sono rare occasioni in cui alcuni videogiochi riescono a superare la prova del tempo, rendendosi eterni di fronte a un media in costante evoluzione e con un pubblico che raramente mostra compassione verso pixel troppo vistosi o animazioni eccessivamente legnose. Brothers A Tale Of Two Sons rientra in questa particolare categoria non grazie alle sue meccaniche innovative, o a taluna intuizione in grado di stravolgre il genere, ma semplicemente con la delicatezza di una narrazione che solo le migliori fiabe portano in dote. 

Uscito originariamente nel 2013, Brothers A Tale Of Two Sons, fu in grado di scuotere l’ "indiecentrico" xbox market place con un titolo che, senza far eccessivo rumore, riportava alla ribalta gli Starbreeze studio con un avventura dalla durata brevissima, tematiche attuali e un comparto artistico che riportava alla mente le oniriche atmosfere che solamente il Team ICO sapeva infondere nei giocatori. Un gameplay che vedeva il controllo di due personaggi simultaneamente, unito alle pochissime azioni che i protagonisti potevano compiere, offrì un impianto di gioco che si piegava di fronte alla narrazione di una fiaba agrodolce che, difficilmente, negli anni ha lasciato i giocatori indifferenti al raggiungimento dei titoli di coda.

Da quel lontano 2013 i diritti di Brothers A Tale Of Two Sons sono stati venduti all’italiana 505 Games, che portò il titolo su ogni piattaforma disponibile sul mercato, fino ad arrivare a quest’ultima conversione per Nintendo Switch, mentre Josef Fares, l’istrionico game director a capo del titolo, fondò gli Hazelight Studios dedicandosi alla creazione di un nuovo concetto di co-op che vide la luce in quel A Way Out uscito lo scorso anno.

Piccolo Mondo Antico

Addentrarsi nel comparto narrativo di Brothers A Tale Of Two Sons sarebbe paragonabile a un crimine in quanto ogni anticipazione potrebbe rovinare irrimediabilmente la fruizione del titolo a chi, fra voi, deciderà di immergercisi per la prima volta. Vi basti sapere che l’apparentemente banale canovaccio, vede due giovani fratelli, reduci dalla recente perdita della propria madre, partire alla ricerca dell’Acqua della Vita per curare la malattia che lentamente sta uccidendo il loro padre. Il loro viaggio si aprirà in una delle storie più emozionanti e intense da qualche decade a questa parte.

Il percorso che intraprenderete in Brothers A Tale Of Two Sons si presenta come un viaggio emotivo o, più precisamente, una fiaba interattiva in cui si amalgamano poesia, magia, mistero, tradimenti, gioia e disperazione in un Pout-pourri sentimentale in grado di travolgere anche il più duro dei giocatori nelle circa quattro ore in cui il viaggio dei due giovani fratelli giungerà al suo Epilogo.

Per quanto riguarda il gameplay di Brothers A Tale Of Two Sons, i due fratelli si potranno, e dovranno, muovere utilizzando i due stick analogici dei Joy-Con. Un sistema di controllo che, come nel 2013, richiederà un breve periodo di pratica prima di riuscire a assottigliare la coordinazione occhio-mano e riuscire a muovere i due protagonisti nello stesso momento facendogli compiere azioni differenti o permettendogli di cooperare per superare gli ostacoli che affronteranno durante la loro avventura.

Difatti, Brothers A Tale Of Two Sons, offre al giocatore una sfida rilassata, mai troppo complessa e basata su puzzle ambientali basati su coordinazione e tempismo, che si distaccano dalla logica a cui ci ha abituato, negli anni, il genere “punta e clicca”. Le occasioni in cui perirete saranno per lo più dovute alla curva di apprendimento richiesta per padroneggiare il controllo simultaneo dei due fratelli. Così come per il minimale gameplay, anche la sfida proposta risulterà molto blanda e pensata per non frustrare mai il giocatore ma permettergli di immergersi nella storia che Josef Fares vuole raccontargli.

Il mondo di gioco si rivelerà vivo e pulsante, in grado di catturarvi con le storie degli abitanti che lo abitano al punto da farvi distogliere in maniera quasi naturale dal vostro obiettivo primario. Come accennavamo in apertura, Starbreeze è riuscita nell’intento di creare un universo equiparabile alle creazioni del Team ICO, con linguaggi a noi incomprensibili, fisicità poeticamente espressiva e una morte che si palesa come tetra costante a bilanciare la bucolicità dei paesaggi in cui i nostri giovani eroi si avventureranno, perpetuando il concetto intrinseco di una volontà di vivere in grado di trovare sempre una via anche nei momenti più oscuri e complessi.

Brothers A Tale Of Two Sons in Mobilità

Tecnicamente la conversione di Brothers A Tale Of Two Sons per Nintendo Switch non differisce dalle controparti uscite precedentemente per le altre piattaforme offrendo un comparto grafico che, se sul piccolo schermo della console ibrida non mostra il fianco al passare del tempo, su un monitor di dimensioni maggiori tende a mostrare maggiormente la sua appartenenza a una generazione videoludica precedente attraverso alcune arretratezze tecniche che seppur non inficiano l’esperienza e l’immersione, sarebbe sbagliato non farle presenti.

Ad espandere l’offerta, rispetto alle versioni in HD uscite nel 2015, ci pensano un sistema di achievement e un video di circa 50 minuti dedicato al commento dei creatori di Brothers A Tale Of Two Sons. Il vero punto di forza di questa conversione, però, rimane la possibilità di poter separare i Joy-Con per affrontare l’intera avventura in compagnia di un secondo giocatore, modificando sensibilmente l’intera esperienza di gioco senza renderla, però, meno immersiva o godibile. Rimangono comunque delle aggiunte poco interessanti chiunque avesse già affrontato, in passato, il viaggio di questi giovani eroi, specialmente a fronte di un prezzo lievemente elevato rispetto alle controparti disponibili su quasi ogni piattaforma di gioco presente sul mercato.