Bungie: i capi avevano avuto una pessima idea per Destiny 2

Ex dipendenti si esprimono contro la dirigenza di Bungie, rivelando tensioni interne all'azienda di videogiochi, ma anche altre pessime idee.

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a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

La crescente pressione finanziaria all'interno di Bungie, lo studio acquisito da Sony e noto per titoli come Destiny, sta portando alla luce testimonianze inquietanti sul suo ambiente di lavoro. Ex dipendenti hanno recentemente rotto il silenzio, rivelando pratiche manageriali controverse e una cultura aziendale che avrebbe privilegiato la monetizzazione rispetto al benessere della comunità di giocatori e dei suoi stessi collaboratori. Queste rivelazioni arrivano in un momento particolarmente delicato per lo studio, già scosso da uno scandalo relativo ad alcune opere d'arte, e gettano un'ombra sulle future uscite programmate per il 2025.

Il giornalista videoludico Destin Legarie ha pubblicato un video che raccoglie numerose testimonianze di ex dipendenti Bungie, dipingendo un quadro preoccupante di quello che descrivono come un "ambiente di lavoro tossico" caratterizzato da umiliazioni, gestione problematica delle risorse umane e fallimenti nella leadership aziendale. La monetizzazione aggressiva di Destiny 2 emerge come uno dei punti più controversi nella gestione dello studio.

Secondo le fonti citate da Legarie, i dirigenti di Bungie avrebbero considerato una pessima idea: l'implementazione di un modello di abbonamento standard per Destiny 2, proposta che sarebbe stata fermamente respinta dal team di sviluppo. Non è la prima volta che emergono voci su questo tipo di strategia commerciale: già nel 2022 erano circolate indiscrezioni su un potenziale servizio in abbonamento, ma queste nuove testimonianze confermano quanto fosse concreta l'idea.

Destiny 2, inizialmente lanciato come titolo a pagamento, si è successivamente trasformato in un'offerta free-to-play con espansioni DLC opzionali a pagamento e microtransazioni. La transizione verso questo modello, stando alle testimonianze, sarebbe stata guidata da una vera e propria ossessione per massimizzare i profitti in ogni modo possibile, spesso a discapito dell'esperienza di gioco.

Un episodio emblematico riguarda l'armatura PvP "Trials of Osiris", che secondo il management sarebbe stata "troppo attraente con il suo effetto luminoso", generando preoccupazioni sul possibile impatto negativo sulle vendite dell'Eververse, il negozio che consente ai giocatori di acquistare cosmetici con denaro reale. Questa attenzione maniacale ai dettagli che potevano influenzare le entrate rivela quanto la monetizzazione fosse diventata centrale nelle decisioni creative.

Un altro ex collaboratore ha raccontato di un severo "rimprovero collettivo" ricevuto dal personale riguardo alle strategie di monetizzazione, evidenziando come i giocatori e la comunità fossero considerati solo in secondo piano rispetto agli obiettivi finanziari. La disconnessione tra leadership e base di giocatori appare come uno dei problemi strutturali più significativi dello studio.

Nonostante queste difficoltà interne, Bungie continua a portare avanti i suoi progetti principali. L'espansione "Edge of Fate" per Destiny 2 è prevista per luglio 2024, mentre Marathon, altro titolo molto atteso, dovrebbe vedere la luce a settembre. Resta da vedere se queste rivelazioni influenzeranno la ricezione dei nuovi prodotti o se lo studio saprà riguadagnare la fiducia della comunità.

Per Bungie, studio con una lunga storia di successi iniziata con Halo, questi rapporti rappresentano una seria minaccia alla propria reputazione, costruita in oltre due decenni di attività nel panorama videoludico. La gestione di questa crisi d'immagine sarà cruciale per determinare il futuro dello studio e la sua capacità di mantenere la lealtà di una community sempre più attenta alle pratiche aziendali dei produttori di videogiochi.

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