Azione e pallottole in salsa U.S.A.

Recensione di Call of Duty: Ghosts, il nuovo sparatutto di Infinity Ward e Activision.

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a cura di Tom's Hardware

Azione e pallottole in salsa U.S.A.

Nel corso degli anni i giocatori hanno affibbiato alla saga di Call of Duty diversi difetti, come un gameplay ripetitivo, una trama ai limiti del ridicolo e soprattutto una grafica riciclata. Nonostante questa percezione sia generalmente superficiale, Call of Duty: Ghosts fa di tutto per cercare di trasformare questi cliché in realtà.

A differenza dei capitoli precedenti della saga, ambientati durante i principali conflitti del ventesimo secolo o nell'immediato futuro, Call of Duty: Ghosts trascina la serie in una versione post-apocalittica degli Stati Uniti.

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Un gruppo di terroristi al soldo di un gruppo politico dell'America Latina chiamato la Federazione è infatti riuscito a radere al suolo le principali città degli Stati Uniti prendendo il controllo di un sistema di difesa orbitale chiamato ODIN.

Anni dopo questa devastazione un gruppo di sopravvissuti, incluso il protagonista Logan, suo fratello Hesh e il fido quadrupede Riley, decideranno di sgominare i cattivi della Federazione e di riprendere il controllo degli Stati Uniti.

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In parole povere il solito cliché sciovinista della liberazione della propria patria. Poco importa se le forze nemiche sono superiori trenta volte a quelle del gruppo dei ribelli, soprattutto quando si può contare su una "sana" baldanzosità tipicamente americana. Se non fosse presentata seriamente potremmo quasi pensare di trovarci di fronte a una parodia di Hollywood, ma purtroppo non è così.