Il Cloud Gaming non interessa al pubblico, secondo Mat Piscatella

Stando alle parole di Mat Piscatella, analista del gruppo NPD, il Cloud Gaming potrebbe non interessare al futuro pubblico.

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a cura di Antonio Tamburello

La nuova generazione è quasi alle porte, e nel giro di diversi anni è possibile che arrivino sul mercato anche tanti nuovi servizi legati al Cloud Gaming. Note aziende come Google (con Google Stadia), Amazon, Sony, Microsoft e Nintendo sono al lavoro per poter sviluppare una soluzione da poter offrire ai propri futuri clienti per poterli soddisfare nel migliore dei modi.

Secondo l'analista del gruppo NPD, Mat Piscatella, il Cloud Gaming potrebbe non essere, come definito da molti, il futuro del mondo dei videogiochi. Stando a quanto espresso su Twitter da Piscatella, i dubbi sono nati in seguito a una sua analisi che ha evidenziato come i servizi cloud non hanno ancora un potenziale pubblico ben definito: chi dovrebbe abbonarsi a dei servizi di Cloud Gaming, quando i titoli sono già disponibili per PC e console?

Le sue parole non sono date semplicemente da un suo istinto pessimista, ma da alcuni dati ben precisi. Il rapporto EEDAR sulla segmentazione dei videogiocatori, dello stesso gruppo NPD, ha svelato che due americani su tre giocano ai videogame e, di questi, negli ultimi sei mesi non hanno speso nemmeno un dollaro nel settore. I giocatori presi in considerazione dall'indagine effettuata dall'NPD si è limitata solamente a scaricare titoli free to play, soprattutto su sistemi mobile.

Da questo viene fuori che i giocatori americani non sono interessati ai videogame o non sono interessati a spendere dei soldi in questo campo, quindi per questo motivo i servizi di Cloud Gaming, dotati di un costo mensile, non potrebbero interessare al suo potenziale pubblico. A meno di non dare la possibilità a chiunque di usufruire del servizio gratuitamente e basare le monetizzazioni su pubblicità, anche se è una scelta ad alto rischio.

Sempre secondo Piscatella per poter fare avvicinare un potenziale pubblico a un servizio di Cloud Gaming, basterà lanciare i servizi con dei costi convenienti. Insomma per Mat Piscatella il Cloud Gaming è ancora un'incognita, e c'è il rischio che il nuovo modello vada contro le abitudini dei giocatori, i quali potrebbero persino rifiutare completamente il servizio. Vi ricordiamo che anche il CEO di Activision Blizzard ha detto la sua sui futuri servizi di gaming. Qui trovate le sue parole.

Voi invece cosa ne pensate del Cloud Gaming? Pensate che possa essere il futuro del gaming?

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