Diablo Immortal | Anteprima dell' Hack And Slash tascabile

Abbiamo testato per qualche giorno Diablo Immortal, la nuova produzione mobile realizzata da Blizzard in collaborazione con Netease.

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a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

Parlare di Diablo Immortal è sempre un tabù poiché, nonostante i pareri positivi più volte espressi, sembra che l'utenza sia rimasta ancorata a quel ricordo malsano del BlizzCon 2018, quando Blizzard decise di annunciare il titolo mobile dedicato al prestigioso brand Action-GDR. Sicuramente l'azienda di Irvine sbagliò tempi, e modi, della presentazione, specialmente dopo che Diablo III riuscì a vendere decine di milioni di copie allontanando la parte hardcore della community, la stessa che pretendeva ormai da diversi anni un quarto capitolo "vecchio stile"... che si sarebbe mostrato solamente l'anno successivo.

L'esistenza di Diablo IV, infatti, ha smorzato le polemiche intorno a Immortal, rendendolo quasi un progetto fantasma... qualcosa che non è mai esistito. Un vero peccato considerando che stiamo parlando di una produzione che ha molto da dire, soprattutto ai fan della saga curiosi di scoprire le vicende avvenute fra Diablo II: Lord of Destruction e Diablo III. Immortal, difatti, dovrebbe proprio colmare quel "buco di lore" che, fino a oggi, non era mai stato trattato approfonditamente. Nel corso degli ultimi giorni abbiamo avuto modo di accedere all'alpha di Diablo Immortal, potendo saggiare un primo antipasto del mondo di gioco e delle sue meccaniche peculiari, adattate per l'occasione ai dispositivi mobile.

Un nuovo mondo di tenebre

La vicenda di Diablo Immortal si pone come ponte tra lo splendido finale di Diablo II: Lord of Destruction e gli inizi di Diablo III. Se ben ricordate, Tyreal distrusse la pietra del mondo dopo la morte del Signore della Distruzione, Baal, spargendo i frammenti in tutta Sanctuary. Il compito nostro è proprio quelli di ritrovare questi frammenti e negarli ai demoni che li stanno cercando per i loro oscuri scopi.

Nel viaggio riscopriamo diversi vecchie facce note, da il Negromante Xul fino all'immancabile Deckard Cain. Va precisato, però,  che le vicende trattate in Diablo Immortal, pur non erigendosi a mero orpello narrativo, appaiono molto più come un semplice arricchimento di una lore già di per se piuttosto intrigante e ben costruita. Nelle ore spese con il titolo abbiamo trovato moltissimo fanservice, buoni momenti narrativi e qualche spunto davvero intrigante ma, a caratteri generali, Diablo Immortal ci ha lasciato le sensazioni tipiche di un mid-quel, dove l'ottima narrazione tende a piegarsi a una celebrazione di un passato mai scritto fino a oggi. Resta comunque un ottimo sistema, per gli amanti di lore, per saziarsi in attesa di Diablo IV.

Strage di demoni

Diablo Immortal offre delle sensazioni di accessibilità, e immediatezza, simili a quelle di Diablo III: distruggere orde di demoni si rivela estremamente esaltante, oltre che soddisfacente, grazie a un enfatizzazione delle meccaniche Hack And Slash, rispetto alle componenti maggiormente RPG. Chiaramente abbiamo delle semplificazioni, obbligate dalla trasposizione su piattaforme mobile, sul versante delle abilità che ora sono solamente quattro e tutte vincolate a un Cooldown. Viene quindi eliminata la presenza di Mana, oltre alle decine di abilità presenti nei precedenti capitoli, limitando il giocatore nello scegliere quali abilità utilizzare per inframezzare gli auto-attack. 

Possiamo tranquillamente dire che, insieme a una limitata personalizzazione di armi ed equipaggiamenti, queste siano le due caratteristiche che ci hanno convinto meno di Diablo Immortal. Per quanto tutto sia studiato per rendere la formula twin-stick fruibile, e godibile, chi come noi arriva dalle esperienze maturate con i precedenti capitoli, si ritroverà di fronte a un divertissement poco stratificato, per quanto risulti divertente e ben realizzato. Non abbiamo potuto testare eventuali compatibilità con controller esterni ma possiamo rasserenarvi sull'ottimo lavoro svolto da Blizzard nel mantenere lo schermo pulito da eccessivi indicatori, così come nel garantire un'azione di gioco sempre chiara e reattiva.

Questi elementi, però, non devono scoraggiare i giocatori più affezionati al brand, perché Diablo Immortal è molto di più di quello che appare dalle prime ore che, dopo alcuni capitoli della storia principale pensati per far salire di livello il vostro personaggio, mette sul piatto un nugolo di missioni, attività secondarie, il ritorno dei Rift (con annessa possibilità di competere con altri giocatori), le taglie, alcune sfide a tempo e i dungeon. Questi ultimi potranno essere giocati in compagnia di un massmo di altri tre giocatori o, volendo, completamente in solitaria e ricoprono il ruolo di veri e propri raid dalla difficoltà personalizzabile. Un modo utile per trovare l'equipaggiamento più raro e gli oggetti più potenti.

Tutte queste attività, che ciclicamente verranno resettate a cadenza settimanale, saranno legate a doppio filo con il Battle Pass, vera e propria novità per la serie che ricoprirà l'infame ruolo di monetizzazione per il gioco stesso. Un modello che, al momento, non ci è stato possibile analizzare nel dettaglio ma che se rimarrà come visto fino a ora permetterà a Diablo Immortal di non presentare fastidiosi Paywall, vincolando le sue entrate ai, canonici, elementi estetici. Non ci sono, quindi, fastidiosi sistemi a energia o vincoli di progressione di natura economica.

Tirando le prime somme su Diablo Immortal

Dopo qualche giorno passato con l'alpha di Diablo Immortal, possiamo dirvi che ci troviamo di fronte a una produzione che mantiene le promesse fatte. Un Action-GDR che non mostra, almeno per il momento, un'eccessiva influenza dei modelli proposti da NetEase in passato e che riesce a fa fuoriuscire una versione snella e divertente dell'opera di Blizzard. É un mobile game ben realizzato, in grado di mantenere il giocatore incollato allo schermo per ore e che, con le dovute differenze, presenta una tipologia di produzione analoga a quanto visto con il recente League Of Legends Wild Rift, ovvero una versione ridotta, ma coerente, del titolo di riferimento.

Graficamente il titolo è impressionante, ricco di effetti particellari per ammaliare il giocatore e di una cura dei dettagli che molto raramente si trova in produzioni di questa tipologia. Le limitazioni, dovute all'ambiente per cui è stato sviluppato, sono molteplici, i compromessi anche ma tutto sembra, ugualmente, posizionato al posto giusto, andando a offrire un'ottima Diablo Experience tascabile. In attesa di esplorare i nefasti inferi dell'endgame (e comprendere appieno il sistema di monetizzazione) possiamo già azzardare un timido parere positivo, che dovrà però trasformarsi in una certezza quando la forma finale di Diablo Immortal sarà reso disponibile a tutti.

Se non avete mai provato la celebre serie di Hack and Slash di Blizzard, potete provare Diablo 3 per PlayStation 4