Il futuro di Dragon Quest potrebbe passare attraverso l'intelligenza artificiale. Yuji Horii, storico creatore della saga JRPG di Square Enix, ha rivelato di stare seriamente considerando l'integrazione di chatbot basati su AI nei suoi prossimi progetti videoludici. La dichiarazione, rilasciata durante la convention G-Star in Corea del Sud lo scorso mese e successivamente ripresa da Famitsu, apre scenari inediti per uno dei franchise più tradizionali del panorama ruolistico giapponese. L'idea di Horii non è quella di stravolgere la formula consolidata dei suoi RPG, ma di esplorare nuove meccaniche di gameplay dove l'intelligenza artificiale diventa parte integrante dell'esperienza ludica.
Durante l'intervista, il game designer ha manifestato particolare entusiasmo per ChatGPT, tecnologia che utilizza personalmente e che a suo dire "gestisce ogni tipo di consultazione in modo estremamente logico". L'applicazione concreta che Horii immagina per i videogiochi va oltre il semplice supporto tecnico: il creatore di Dragon Quest sta valutando l'implementazione di partner controllati da AI in giochi investigativi o quiz game, dove il giocatore dovrebbe collaborare con un compagno virtuale dotato di dialoghi generati dinamicamente dall'intelligenza artificiale.
La visione di Horii si concretizza in meccaniche di gioco specifiche: "Sarebbe interessante utilizzare questo tipo di AI per giocare a quiz o mystery game dove bisogna trovare il colpevole", ha spiegato lo sviluppatore. L'idea prevede un sistema dove il giocatore possa interrogare l'AI-partner chiedendo informazioni sugli interrogatori condotti, oppure dove sia possibile risolvere effettivamente il caso attraverso conversazioni naturali. Si tratterebbe di un'evoluzione significativa rispetto ai tradizionali alberi dialogici pre-scritti che caratterizzano la maggior parte dei JRPG moderni.
Quando l'intervistatore di Famitsu ha chiesto esplicitamente se Horii stesse considerando di incorporare l'AI nei suoi futuri progetti, secondo quanto riportato da Automaton, la risposta è stata un chiaro "sì". Questa conferma assume particolare rilevanza considerando che Horii, attraverso la sua compagnia Armor Project, co-possiede il franchise Dragon Quest insieme a Square Enix e ha lavorato a ogni capitolo principale della serie dal lontano 1986. L'eventuale integrazione di chatbot AI potrebbe quindi riguardare direttamente futuri capitoli della saga o nuovi IP sviluppati dal veterano designer.
Le ambizioni tecnologiche di Horii non si fermano all'intelligenza artificiale. Il game designer ha menzionato anche la realtà virtuale come tecnologia d'interesse per progetti futuri, pur riconoscendone ancora i limiti pratici legati al comfort dei visori. "Penso che i videogiochi alla fine andranno oltre il monitor", ha affermato, immaginando un futuro dove il mondo virtuale invade quello reale. Horii ha citato come esempio positivo gli MMORPG online che hanno già trasformato concretamente la vita di molti giocatori, creando nuove amicizie e relazioni durature.
La dichiarazione di Horii arriva in un momento particolarmente significativo della sua carriera: lo scorso mese il creatore di Dragon Quest è diventato il primo game designer nella storia a ricevere l'Ordine del Sol Levante con Rosetta d'Oro dal governo giapponese, onorificenza riservata a chi si è distinto per servizi eccezionali allo Stato in vari campi. Il riconoscimento certifica il peso culturale della serie Dragon Quest in Giappone, dove ogni nuovo capitolo principale rappresenta un evento nazionale capace di influenzare persino le abitudini lavorative.
L'integrazione dell'AI nei videogiochi rappresenta attualmente uno dei temi più dibattuti nell'industria. Mentre alcuni sviluppatori occidentali stanno già sperimentando NPC con dialoghi generati proceduralmente e assistenti vocali intelligenti, il settore giapponese si è mostrato tradizionalmente più cauto verso queste innovazioni. L'apertura di una figura istituzionale come Horii potrebbe segnalare un cambio di paradigma, specialmente considerando che Dragon Quest incarna la quintessenza del JRPG classico, genere storicamente ancorato a narrative lineari e dialoghi attentamente scriptati.