Europa Universalis 5 è stato finalmente annunciato da Paradox e, da quanto emerso fino a ora, si prepara a ridefinire nuovamente il genere degli strategici. Dopo dodici anni di aggiornamenti e espansioni per il suo predecessore, il nuovo capitolo della serie promette di portare la complessità della gestione statale a livelli mai visti prima. Al centro di questa rivoluzione non ci saranno solamente le conquiste territoriali o le manovre diplomatiche, ma soprattutto le popolazioni che animeranno il nostro regno: gruppi sociali diversificati, con esigenze specifiche e potenzialmente pronti alla rivolta se trascurati. Questa quinta iterazione abbandona alcune delle formule consolidate per abbracciare meccaniche più profonde e realistiche.
La novità più significativa di Europa Universalis 5 è rappresentata dal sistema di popolazione completamente ripensato. Ogni territorio sarà abitato da gruppi sociali specifici, i cosiddetti "pops", che varieranno per classe sociale (nobili, clero, borghesi, contadini, tribali o schiavi), religione e cultura. Un gruppo potrebbe rappresentare una singola persona o milioni di individui, ma tutti avranno un impatto concreto sul funzionamento del paese. Alimenteranno gli eserciti, lavoreranno negli edifici e manterranno attivo il commercio.
Questi gruppi avranno esigenze specifiche che varieranno in base alla loro natura. I pops delle regioni fredde richiederanno legname, mentre alcune culture potrebbero rifiutare determinati beni. La loro soddisfazione sarà essenziale per mantenere la stabilità interna: popolazioni insoddisfatte potrebbero supportare fazioni ribelli e causare guerre civili. Queste ultime non porteranno necessariamente alla fine del gioco, ma permetteranno di continuare come la fazione vincitrice - magari con leggi riscritte e un nuovo sistema di governo.
Il sistema è intrinsecamente legato all'economia. Durante le guerre, i soldati caduti ridurranno concretamente la popolazione, con effetti a cascata sulla produzione e la tassazione. La simulazione è così granulare che persino le pandemie avranno effetti devastanti sui territori colpiti, richiedendo anni per la ripresa demografica ed economica.
Europa Universalis 5 introduce il concetto degli "Estates" (stati sociali), rappresentati da quattro gruppi fondamentali: nobiltà, clero, borghesia e popolo comune. Il giocatore, nei panni della corona, dovrà constantemente bilanciare gli interessi di queste fazioni. Ogni decisione, dall'apertura di nuovi mercati alla tolleranza religiosa, influenzerà la loro soddisfazione, visibile in tempo reale nella parte superiore dello schermo.
L'ambientazione coprirà un periodo esteso, dal 1337 (l'inizio della Guerra dei Cent'anni) fino almeno al 1700, suddiviso in sei "ere" distinte: Tradizione, Rinascimento, Scoperte, Riforma, Assolutismo e Rivoluzione. Ogni era introdurrà innovazioni tecnologiche e cambiamenti sociali che trasformeranno profondamente il gameplay. Durante il Rinascimento, per esempio, assisteremo allo sviluppo del sistema bancario in Italia, mentre nell'Era dell'Assolutismo emergeranno nuove concezioni dell'esercito e dell'impero.
Il governo del regno sarà supportato da un sistema di automazione innovativo che permetterà di delegare al computer interi settori della gestione statale. I neofiti potranno così concentrarsi solo su specifici aspetti del gioco mentre imparano le meccaniche più complesse. Per i veterani, questo rappresenta un modo per snellire il micromanagement, affidando al computer compiti ripetitivi o meno interessanti.
L'economia in Europa Universalis 5 sarà basata su un intricato sistema di produzione e commercio. Le popolazioni genereranno domanda di beni specifici, mentre edifici di vario tipo produrranno risorse grezze o lavorate. I mercanti sposteranno automaticamente questi beni tra i mercati per soddisfare la domanda, ma il giocatore potrà intervenire per massimizzare i profitti o rispondere a esigenze strategiche.
La geografia economica sarà estremamente dettagliata: alcuni luoghi rappresenteranno porti naturali più efficienti, mentre un sistema avanzato di strade migliorerà il commercio e la mobilità degli eserciti. I mercati potranno imporre embarghi su specifici prodotti, come il divieto di importazione di alcol nei paesi musulmani, aggiungendo un ulteriore livello di realismo e complessità.
La guerra rimarrà un aspetto centrale, ma con importanti novità. Gli eserciti saranno composti da quattro tipi di truppe (fanteria, cavalleria, artiglieria e ausiliari) e proverranno direttamente dalla popolazione. Le battaglie si svolgeranno su scala oraria anziché giornaliera, con fattori come velocità, iniziativa e terreno che acquisteranno maggiore importanza. La logistica sarà cruciale: gli eserciti perderanno gradualmente morale durante le marce, richiederanno approvvigionamenti costanti e potranno saccheggiare i territori attraversati, causando devastazione che richiederà anni per essere risanata.
La diplomazia dipenderà da diplomatici, una risorsa rinnovabile da utilizzare con saggezza. Il concetto di "opinione" sarà distinto da quello di "fiducia", richiedendo strategie diverse per costruire alleanze durature. Le missioni di spionaggio permetteranno di rubare mappe di esplorazione o indebolire fortificazioni nemiche, mentre le rivalità storiche offriranno vantaggi e svantaggi specifici.
La diversità culturale e religiosa sarà rappresentata con una profondità senza precedenti. Il gioco includerà oltre 300 religioni diverse (contro le 27 di EU4), organizzate in 9 macrogruppi. Alcune religioni avranno meccaniche uniche - i paesi calvinisti, ad esempio, "non potranno mai ritirare i dadi in battaglia, poiché tutto è predestinato".
Le culture del mondo saranno definite da complesse relazioni reciproche, considerandosi "nemiche", "neutrali" o "affini". La gestione della diversità culturale sarà una sfida costante, con la possibilità di tollerare o reprimere culture diverse da quella dominante. Il concetto di "guerra culturale" simulerà l'assimilazione o l'erosione culturale in seguito a conquiste o influenze esterne.
A partire dal Rinascimento, artisti di vario tipo (pittori, scultori, scrittori, architetti) creeranno opere che aumenteranno l'influenza culturale del paese e forniranno benefici alle città che le ospitano. Questi tesori potranno essere rubati o distrutti durante le guerre, permettendo ai giocatori di "creare il proprio British Museum", come ironicamente suggeriscono gli sviluppatori.
Europa Universalis 5 si prepara dunque a ridefinire il genere, offrendo un'esperienza di gioco profondamente immersiva e storicamente accurata. La data di uscita resta ancora avvolta nel mistero, ma l'ambizione e la portata del progetto lasciano presagire un titolo destinato a diventare un punto di riferimento per gli appassionati del genere.