Sguardo fisso

La ricetta di Genji: Days of the Blade è introducibile in pochissime righe: impugnate il primo capitolo uscito lo scorso anno su PlayStation 2, rimpinzatelo di effetti grafici e di una risoluzione in HD, ornate il tutto con un paio di innovazioni al gameplay ed il piatto (emh… gioco) è fatto.

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a cura di Tom's Hardware

Sguardo fisso

Queste lacune del gameplay sono ulteriormente castigate dall'impossibilità di regolare la telecamera. Una necessità futile nel momento in cui si tratta di correre lungo un corridoio isolato, ma un vero e proprio dramma quando il personaggio controllato è nel bel mezzo di uno stanzone circondato da un esercito di nemici visibili solo attraverso la mini mappa presente a schermo.

Tra l'altro, per offrire un taglio scenico a determinate situazioni (ed assicurarsi l'inquadratura perfetta per evidenziare alcune strutture dei paesaggi), il team di programmazione ha mal pensato di piazzare l'angolo visivo a pochi centimetri dal suolo, rendendo praticamente impossibile l'esplorazione dei livelli. Per quale enigmatico motivo non è stato sfruttando l'analogico di destra per gestire liberamente la telecamera a 360 gradi? Semplice, ricopre già un'altra funzione: degli inutili salti mortali in quattro direzioni. Pazzesco.