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Hogwarts Legacy: cosa mancava agli altri giochi di Harry Potter?

Hogwarts Legacy è un successo, ma cosa lo rende davvero così unico? Analizziamo il tutto, partendo dai "vecchi" giochi del franchise.

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Avatar di Michele Pintaudi

a cura di Michele Pintaudi

Editor

Pubblicato il 10/03/2023 alle 10:00
Più di 12 milioni di unità vendute in meno di un mese, con guadagni
superiori agli 800 milioni di dollari. Che Hogwarts Legacy sarebbe stato un successo non è mai stato in discussione, ma le cifre ufficiali restituiscono uno scenario davvero incredibile: numeri da capogiro, che giorno dopo giorno non fanno che aumentare testimoniando l’enorme riuscita del progetto di Avalanche.

Nonostante le mille polemiche che l’hanno accompagnato sin dall’annuncio - questioni troppo spesso sterili, in quanto figlie di aspetti non prettamente legati al titolo in quanto tale - il gioco ha insomma stupito tutti, sotto ogni punto di vista. Hogwarts Legacy è infatti riuscito ad arrivare dove altri prodotti, in più di vent’anni di storia del franchise, non si erano nemmeno avvicinati: stiamo parlando di un’opera in grado di rievocare davvero atmosfere, sfumature e i mille aspetti che hanno reso la saga una delle più amate di tutti i tempi.

Quello che vogliamo fare oggi è proprio analizzare, a qualche settimana dall’uscita del titolo, quei fattori che hanno determinato la non completa riuscita dei predecessori di Hogwarts Legacy: cosa mancava, insomma, agli altri videogiochi di Harry Potter? Scopriamolo insieme, iniziando con un salto indietro di un paio di decenni.

Dai giochi di Harry Potter a Hogwarts Legacy…

Negli scorsi mesi vi abbiamo accompagnati in un viaggio alla (ri)scoperta di alcuni dei titoli che, volente o nolente, hanno segnato l’infanzia di ogni amante della saga di J. K. Rowling. Cosa ne emerso? Che la maggior parte di questi erano davvero bei giochi, purtroppo, soltanto nei nostri ricordi. Sia chiaro, le emozioni e le sensazioni che questi prodotti hanno a loro tempo saputo regalare non sono in discussione: l’analisi era incentrata sulle qualità oggettive, che a conti fatti mostravano un numero importante di lacune dal punto di vista tecnico e non solo. Prendiamo ad esempio il gioco di Harry Potter e la Pietra Filosofale, tratto dall’opera che ha dato il via alla serie e di conseguenza al magico mondo che tutti noi conosciamo.

Ispirandosi alla pellicola di Chris Columbus, un blockbuster con incassi che sfiorano il miliardo di dollari, il gioco va a trasporre in maniera quasi identica le vicende del film. La versione PS1 sviluppata dagli inglesi di Argonaut Games è praticamente storica, ma ormai più per i meme che per le sue effettive qualità. Il giocatore si trovava comunque immerso nel bel mezzo del magico mondo di Hogwarts, con tanti piccoli particolari pensati apposta per creare l’atmosfera adatta.

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Il tutto era chiaramente limitato dalla tecnologia di allora ma, nonostante i grandi passi in avanti, nemmeno con i successivi titoli della saga EA riuscì a fornire un prodotto davvero appagante. I giochi di Harry Potter, insomma, riuscivano a catturare quasi esclusivamente per merito del nome che portavano sulle spalle: un giocatore non appassionato del franchise ne avrebbe notato subito le mille lacune, sia lato tecnico che esperienziale. In poche e semplici parole, erano prodotti a cui mancava la magia. Il punto focale di un brand del genere, non vi pare?

Nonostante sembri quasi paradossale, viene quasi da ricordare i vari capitoli della saga LEGO Harry Potter come i migliori prodotti della serie in ambito videoludico: in un modo quantomeno originale, si trattava infatti di titoli capaci di divertire regalando dei piccoli viaggi nel Wizarding World… Ma, ancora, nulla di realmente immersivo e coinvolgente.

hogwarts-legacy-269626.jpg

Ed è qui che entra in gioco Hogwarts Legacy, forte anche e soprattutto di un’evoluzione tecnologica che ci ha portato al punto in cui ci troviamo oggi. Potendo contare sulla potenza dell’Unreal Engine 4, Avalanche ha ricostruito in maniera attenta e precisa le location che tutti noi abbiamo sognato di visitare almeno una volta nella vita. Un processo che nasce dai racconti di J. K. Rowling ma che, a conti fatti, deve moltissimo anche agli otto film che compongono la saga cinematografica: è grazie a questi infatti che il pubblico ha avuto totale accesso, una pellicola alla volta, a un mondo magico sotto ogni punto di vista.

Hogwarts Legacy può poi contare su un’ulteriore caratteristica che, in passato, è stata forse troppo tralasciata: l’interazione. Si tratta ovviamente di un elemento chiave per ogni videogioco, nonché della componente che di fatto va a differenziare il medium stesso dalle altre forme di intrattenimento che oggi abbiamo a disposizione.

I titoli usciti dieci, quindici o venti anni fa non offrivano un gran livello di coinvolgimento: la mappa era quasi del tutto un elemento di contorno, utile perlopiù a fare da sfondo all’avventura senza troppi preamboli. Un semplice contorno insomma, dove l’esplorazione era ridotta anche per via di un gameplay spesso lineare e con pochi sbocchi. Hogwarts Legacy è riuscito a superare questo limite, offrendo ambientazioni ricche e variegate sulle quali tutti noi passeremmo volentieri ore e ore del nostro tempo.

Dal castello fino a Hogsmeade, passando per la Foresta Proibita e per tutta una serie di piccoli villaggi a circondare una regione dove le aree abitate lasciano spazio anche alla natura incontaminata. Il giocatore può viaggiare, ammirare, fermarsi e interagire: una libertà alla quale, all’interno del Wizarding World, non avevamo mai assistito finora.

Certo, non siamo (ancora) di fronte a un prodotto perfetto in ogni sua componente: manca infatti qualche piccola limatura e alcune aggiunte, come ad esempio un campionato di Quidditch, che significherebbero davvero un grande salto di qualità nel binomio Harry Potter-videogiochi. Ma i passi avanti ci sono stati e, anzi, da un certo punto di vista il vero viaggio inizia proprio ora.

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Su questo torneremo però più avanti, riprendiamo ora il discorso legato a ciò che questi passi avanti rappresentano effettivamente per noi giocatori. Da una parte troviamo una schiera di appassionati che, finalmente, si trovano per le mani ciò che hanno sempre sognato: l’opportunità di vivere un’avventura unica in un mondo che fino a poco fa esisteva solo nella loro immaginazione. I veri fortunati sono però, forse, coloro che si affacciano solo ora alla saga di Harry Potter: giocatori che possono approcciarsi alla serie da una porta d’accesso così incredibilmente vasta e ricca di sfumature. Viene quasi da pensare, con un pizzico di nostalgia, a cosa sarebbe successo se i fan di vecchia data avessero avuto a disposizione un Hogwarts Legacy un paio di decenni fa…

… Fino a una nuova concezione del Wizarding World

In che senso, come abbiamo anticipato, il viaggio è appena cominciato? Hogwarts Legacy è senza dubbio un’esperienza senza precedenti, e proprio questo suo modo di essere rappresenta una vera e propria rivoluzione per i seguaci del mondo di Harry Potter e non solo. In aggiunta a tutti i componenti di cui abbiamo parlato nei paragrafi precedenti, troviamo un’ulteriore grossa novità rispetto al passato: una storia originale, e soprattutto personale.

Il gioco racconta infatti la storia di un mago o di una strega che non rappresenta un personaggio del Wizarding World: si tratta di un racconto originale, del tutto unico. Se un titolo delle scorse generazioni andava a riprendere libri e film ormai conosciuti da chiunque, con questo progetto Avalanche ha regalato al mondo una nuova prospettiva su un mondo magico tutto da scoprire.

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Non si parla di Harry Potter, non si parla di Newt Scamander: si parla di noi, e del nostro personalissimo percorso nella Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Il mix tra un universo narrativo già ben consolidato e qualcosa di totalmente, e realmente originale… È l’ingrediente che davvero mancava ai “vecchi” giochi di Harry Potter.

Gli scenari che si aprono sono ora molti, e tutti potenzialmente realistici anche e soprattutto al netto dell’enorme successo di uno dei titoli meglio riusciti di questo 2023. Siamo di fronte a una sorta di nuovo inizio per il franchise? Probabilmente sì. Non che, almeno da un punto di vista economico, ve ne fosse davvero bisogno: numeri alla mano stiamo del resto parlando di uno dei marchi più popolari e redditizi dell’odierna cultura pop che tra libri, film, opere teatrali e quant’altro non ha mai accennato a nessun qualsivoglia calo di popolarità.

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Non si tratta insomma di una nuova linfa vitale, ma di un’operazione che va e andrà a consolidare uno dei nomi più importanti dell’immaginario collettivo di tutti noi. Non sarebbe una sorpresa dunque trovarsi davanti, nel giro anche di pochi mesi, all’annuncio di un sequel o di contenuti ideati per ampliare ancora e ancora l’esperienza di gioco. Hogwarts Legacy è di fatto un calderone dal quale, un ingrediente alla volta, estrarre la pozione perfetta per alimentare la fama di un’opera che sembra aver sempre qualcosa di nuovo da raccontare.

Voci di corridoio non confermate, e perciò da prendere assolutamente con le pinze, vedrebbero addirittura una serie TV in lavorazione presso gli studios di HBO: sarà vero? Se così fosse la buona riuscita del tutto risulterebbe esaltata e forse esasperata all’inverosimile ma sì, sarebbe di fatto il nuovo inizio a cui facevamo riferimento qualche riga addietro.

Solo il tempo ci dirà dove il titolo di Avalanche riuscirà ad arrivare, e nel frattempo vi lasciamo con due consigli. Il primo è di recuperare, qualora non l’aveste ancora fatto, la recensione di Hogwarts Legacy a cura della nostra Giulia Serena (che ha anche realizzato il video che trovate di seguito, con un’analisi attenta e accurata dell’opera). Il secondo è di tuffarvi il prima possibile nell’incredibile mondo che questo gioco è riuscito certamente non a creare, ma a rendere poco alla volta ancora e sempre più magico.

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