I fantastici quattro

La ricetta di Genji: Days of the Blade è introducibile in pochissime righe: impugnate il primo capitolo uscito lo scorso anno su PlayStation 2, rimpinzatelo di effetti grafici e di una risoluzione in HD, ornate il tutto con un paio di innovazioni al gameplay ed il piatto (emh… gioco) è fatto.

Avatar di Tom's Hardware

a cura di Tom's Hardware

I fantastici quattro

Come anticipato nel paragrafo precedente, Days of the Blade ha ugualmente il pregio di rinnovare il concept di gioco del primo episodio. La principale novità risiede nel numero di personaggi utilizzabili, ora ampliato a quattro. Il loro selezionamento è facile ed intuitivo, grazie al richiamo con la croce direzionale del pad. Come in passato, i protagonisti vantano armi e caratteristiche ben distinte, che mutano il gameplay in relazione alle loro abilità (la velocità è sicuramente il fattore più determinante).

Troviamo così l'arzillo Yoshitsune, immenso nella creazione di figure d'attacco con le sue spade, il mastodontico ed impacciato Benkei, armato di mazza gigante, l'inafferrabile Shizuka, rapidissima nello sferrare colpi con le sue lame e, per finire, una piacevole sorpresa: il nemico finale del primo capitolo, Buson. Il corretto sfruttamento delle loro abilità ha un'incidenza notevole sugli scontri: ad esempio, i boss sono facilmente abbattibili con una determinata mossa e/o arma, il più delle volte individualizzabili in pochissimi istanti. Per quanto riguarda i nemici erranti, invece, il discorso è leggermente diverso, poiché la loro I.A. non è sufficientemente elaborata da creare seri problemi di avanzamento.

Leggi altri articoli