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a cura di Francesco Dellagiacoma

Che un gioco sia pessimo, mediocre, bello o stupendo lo si scopre nei primi giorni dalla sua uscita, ma se ha le caratteristiche - per certi versi ancora misteriose - per essere un capolavoro, lo si capisce solamente dopo anni. La prova più difficile è sempre quella del tempo, ma ci sono titoli che non solo sfidano le lancette dell'orologio, addirittura le battono, facendosi apprezzare da generazioni diverse, in tempi completamente diversi. È il caso di Final Fantasy IX, uno dei titoli Square maggiormente apprezzati della storia.

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Che cos'ha di speciale Final Fantasy IX? Alla base del suo successo c'è sicuramente il tanto atteso ritorno alle origini della saga di Square Enix, che dopo una virata decisamente futuristica con il settimo e l'ottavo capitolo, tornano al fantasy nella sua forma più semplice ed elegante. Già dai primi minuti di gioco si può intuire che la scelta stilistica del team per il nono capitolo è diversa dalle precedenti.

Colori, luci e musiche sono di quanto più allegro e colorato si possa immaginare. Un tripudio di sinfonie che ancora oggi primeggiano tra le migliori composte da Nobuo Uematsu per un Final Fantasy, con un character design che per certi versi risulta spiazzante. Nel lontano 2000, perché sì, "il nove" ha quasi vent'anni, molti giocatori che avevano apprezzato i due titoli precedenti storsero un po' il naso, mentre i più giovani - tra i quali troviamo il sottoscritto - non poterono che amare fin da subito Vivi e tutto il buffo cast che ci accompagna nell'avventura.

L'abito però, come ben sappiamo, non fa assolutamente il monaco, e Final Fantasy IX non rinuncia a una profondità incredibile nella costruzione dei personaggi. Abbiamo un party principale costituito da otto personaggi diversi sia per puro design che per personalità. Ognuno di essi nasconde oltre l'apparenza una storia complicata, e a volte dolorosa. È il caso della topina Freya, costretta a ritrovare il suo amore perduto solo per scoprire che ha perso la memoria, dimenticandosi di lei.

Per quanto apparentemente triviale un personaggio possa apparire, esso non è mai di poco spessore come sembra, e una lettura approfondita dello stesso riesce a farne venire a galla almeno un paio - nel caso delle figure secondarie - di sfaccettature interessanti. Sotto questo punto di vista è necessario specificare un punto - per alcuni dolente - delle traduzioni di  Final Fantasy IX. Pensato e sviluppato in Giappone, sfrutta gli accenti e i dialetti delle regioni del Sol Levante per il suo cast, che nel nostro caso vennero brutalmente adattate con dilaetti come il romanaccio, e addirittura lingue come il sardo, scelta a dir poco sfrontata, ma che a distanza di anni è riuscita a ripagare facendo diventare ancora più cult questo titolo.

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Le meccaniche di gioco proposte da Square ripartono dal classico quartetto di protagonisti a dividersi il campo di battaglia, e dopo le complicazioni dell'ottavo capitolo, si torna ad un sistema più intuitivo, ma che allo stesso tempo crea un ottimo livello di sfida, cosa che un po' mancava nel precedente capitolo. 

Il diavolo però lo sappiamo, si trova nei dettagli, ed è proprio nei dettagli che il non capitolo brilla. Come già detto la scrittura dei personaggi e la storia proposta sono entrambe stupende, con ritmo narrativo particolarmente lento, ma che esplode in momenti inaspettatamente epici, resi ancora più memorabili dalla già citata colonna sonora. Ogni ambientazione resta impressa in maniera unica, contribuendo a formare uno dei mondi di gioco più spettacolari e uniformi che si siano mai visti nella saga. 

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Alexandria, Toleno, Lindblum, ma anche l'albero della vita, il castello di Ipsen e Burmecia, sono ambientazioni ricchissime e varie, che non danno mai la sensazione di essere state piazzate a caso, ma bensì pensate e ragionate per costruire Gaia.

Oltre all'incredibile costruzione del mondo, Square si dedica anche all'approfondimento dei mitici Chocobo, colpevolmente scomparsi  (o quasi) nell'ottavo capitolo. Questa volta i preziosi pennuti colorati ci aiutano a scovare tesori sparsi per il mondo, in un divertentissimo minigioco che da solo vale il prezzo del biglietto. E anche per il Chocobo Theme, dobbiamo ammetterlo. 

Non manca il classico gioco di carte, altra piacevole digressione da affrontare tra un combattimento e l'altro, mentre ci avventuriamo per il mondo assieme alla nostra mal assortita compagnia.

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Non può esserci un buon Final Fantasy, senza un buon cattivo, ce lo insegnano discretamente bene il sesto ed il settimo capitolo. IX propone un personaggio diverso da solito, forse meno facile da apprezzare, ma che non risulta meno profondo degli incredibili Sephiroth e Kefka, anche se sicuramente meno amato. Andando a rivivere la storia del nono capitolo, possiamo riscoprire un antagonista profondo, brillante, e prestando attenzione ai dialoghi anche chi in prima battuta non l'ha apprezzato, potrebbe decisamente ricredersi.

D'altra parte, se Kuja non vi basta, c'è sempre la leggendaria Shogun Beatrix e rubare la scena. Stupenda, letale e iconica, è protagonista pur restando sempre in punta di piedi ai margini della storia, un personaggio talmente bello che meriterebbe un gioco tutto suo.

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Oltre a questo, oltre all'aspetto tecnico all'epoca eccezionale, al cast fantastico e al mondo stupendo, Final Fantasy IX ci regala tante altre sorprese eccezionali. Impossibile non citarlo: nel 2013 viene scoperta una quest che mai prima di allora era stata completata, mostrando al mondo come - e non colpevolizziamo la tremenda guida ufficiale - questo stupendo videogioco sia in grado di regalare infinite sorprese. In fondo chissà... forse c'è ancora qualcosa da trovare, no?

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"Oh spirito onnipresente, quando le tenebre alla luce si sostituiranno... Tu, anima onnipotente, ascolta la voce di queste sciamane che ti chiameranno!"

Ci siamo chiesti che cosa abbia di speciale Final Fantasy IX, ma non abbiamo ancora dato una risposta a questa domanda. È giunto il momento di farlo. L'incredibile forza di questo capitolo sono le memorie che ci ha regalato, momenti stupendi che sono restati impressi nell'immaginario collettivo, che siano le prime note musicali che sentiamo quando ci siamo incamminati attraverso le vie di Alexandria nei panni di Vivi per la prima volta, o l'incredibile battaglia per salvare la città, quando il suo guardiano viene chiamato a sfidare Bahamut per proteggerla.  

Tutti questi piccoli frammenti si uniscono per formare una storia incredibile, che proprio nei ricordi lasciati in dono ai giocatori trova la sua forza. Ancora oggi Final Fantasy IX è un titolo che merita di essere scoperto da chi non ha mai avuto modo di provarlo, e giocato nuovamente dai nostalgici che vogliono tornare a vivere avventure senza tempo. Cosa state aspettando? I Tantalus hanno una principessa da provare a rapire!


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