L'anno scorso era toccato al Leicester di Claudio Ranieri scrivere una bellissima pagina di sport, vincendo la Premier League contro tutti i pronostici. Quest'anno il calcio inglese ci sta raccontando qualcosa di forse ancora più incredibile. Il Lincoln City, una squadra di dilettanti della quinta serie inglese, ha battuto in FA Cup il Burnley (12esimo in Premier League) per 1-0 volando ai quarti di finale. Non era mai successo in oltre 100 anni di competizione.
Gli ingredienti di questa favola moderna sono una grande tenacia e impegno, una bella dose di fortuna e un pizzico di passione per i videogiochi. Già, perché dietro l'incredibile ascesa del Lincoln ci sono due fratelli allenatori che sono cresciuti a pane e Football Manager (o Championship Manager, come si chiamava un tempo).
I fratelli Cowley, Danny e Nicky, giocavano al titolo di Sports Interactive con il sogno, un giorno, di diventare allenatori di una grande squadra, pronti a sfidare le superpotenze del calcio. Non è la prima volta che questo videogioco viene usato professionalmente, anche Wimbledon e Watford ci si sono appoggiate per migliorare le proprie performance.
"Il calcio per me è matematica - ha spiegato Danny in esclusiva a Eurosport Italia - I numeri e le statistiche dicono tutto: aiutano a capire gli errori e a crescere. Mio fratello Nicky è il mio braccio destro indispensabile ed è talmente appassionato che, da bambino, si costruì in camera da letto una specie di panchina dentro la quale simulava le conferenze stampa post partita. A parte questo, tornando a parlare di quel videogioco, si può dire che, giocarci così tanto, è stata una palestra per il mestiere che oggi facciamo".
"Giocavano a Championship Manager", ha affermato Danny al Daily Mail. "Mi ricordo ancora mia madre che diceva a Nicky di fare i compiti e non passare tempo su uno stupido gioco per computer. L'altro giorno Nicky è andato da nostra madre ricordandole l'accaduto e spiegando che in effetti i compiti li stava facendo sul serio".
In un mondo in cui i videogame sono demonizzati a ogni occasione utile è bello poter portare all'attenzione anche esempi positivi. La magia di due ragazzini che giocano e sognano di fare gli allenatori, e poi trasformano giorno dopo giorno il loro sogno in realtà è un bellissimo insegnamento, e ci ricorda che spesso "un mezzo" non buono o cattivo di per sé, ma è l'uso che se ne fa a determinarne gli effetti.
Abuso o troppa immedesimazione non sono mai una cosa buona in ogni ambito della vita: per far crescere ragazzi sani con molte passioni, tra cui anche lo svago dei videogiochi, talvolta basterebbero solo famiglie più attente e presenti.
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