Mondo aperto?
Prima di arrivare al nocciolo della questione, che è poi la risposta al quesito precedente, è importante analizzare gli aspetti caratteristici di Undercover. Come anticipato poco fa, ProStreet ha totalmente mancato il suo obiettivo, focalizzandosi su un concetto ben poco intrinseco nella natura dei NFS: le corse professionistiche. Ben cosciente di questo fatale errore, EA Black Box ha optato per un netto cambio di rotta, associando il nuovo Undercover a uno scenario. Ottima intuizione, se non fosse per la banalità della trama e il relativo susseguirsi degli eventi. Voi siete un poliziotto incaricato di infiltrarvi in uno spietato gruppo del crimine internazionale per provare a incastrarlo. L'uomo che state cercando è un maniaco del volante ed è l'unico che possiede tutte le informazioni di cui avete bisogno.
Tri-City è un mondo aperto, che ricrea un ambiente accessibile sin dalle prime battute di gioco. L'unico limite è la mappa, che permette di raggiungere le varie prove con un semplice click, affievolendo così l'illusoria sensazione di libertà. "Prove" è una parola che in Need for Speed rimanda inevitabilmente alle gare. Per prendere parte a queste competizioni, si può entrare in possesso di varie vetture, di natura rigorosamente sportiva. Nessuna utilitaria da taroccare, quindi, o motociclette. Il primo mezzo a propria disposizione è comunque una Nissan 240 SX, introdotta all'interno di un inseguimento che apre le danze all'intera storia.
Le varie sfide proposte non versano certamente nell'originalità, ma sono sufficientemente numerose per soddisfare un'ampia fetta degli amanti delle quattro ruote. Corsa classica, sprint, checkpoint, duello in autostrada o inseguimenti, non manca veramente nulla, nonostante siano soprattutto le sfide contro la polizia locale a favorire l'incremento del tasso d'adrenalina. Eliminare i poliziotti, ad esempio, propone di metter fuori servizio un certo numero di veicoli entro un limite di tempo prestabilito.
Il traffico ricopre un ruolo piuttosto marginale. Presenti fuori corsa, le auto dei cittadini si dimezzano nel corso delle sfide, generando ampie vie di fuga e ben poco caos cittadino. Solo in autostrada il traffico è omogeneo, una scelta che avrebbe indubbiamente favorito anche il cuore di Tri-City e la qualità delle sue corse clandestine.