Stile e carisma

Quattro anni dopo il suo primo debutto su Xbox in qualità di protagonista assoluto, Ryu Hayabusa torna ad impugnare katana e shuriken per il secondo capitolo della saga Ninja Gaiden. Questa volta, il temerario ninja di casa Tecmo deve vedersela con il temibile Clan Ninja del Ragno Nero, pronto a tutto pur di rubare la Statua del Demone, un manufatto che ha contribuito alla reclusione dell’Arcidiavolo nella prigione terreste e alla condanna dei Grandi Demoni al sonno eterno.

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a cura di Tom's Hardware

Stile e carisma

A proposito del gameplay, la varietà delle armi si rivela - a conti fatti - un'idea eccellente. Apparentemente omogenea, l’attrezzatura da combattimento di Ryu genera molteplici possibilità di gioco, ed una potenza propria a seconda dell’oggetto selezionato. Per farsi strada allontanando i nemici, il bastone è l'arma adatta. Per muoversi più agilmente, e smembrare delicatamente gli avversari, gli artigli o la katana sono la scelta più consona. In breve, si ha soltanto l'imbarazzo della scelta. Basta solo scegliere l’approccio preferito. Unico rammarico, l'impossibilità di passare da un'arma all'altra nel bel mezzo di una combo, sulla falsa riga del concetto espresso in DMC 4. In compenso, si può ugualmente soddisfare la propria furia omicida concentrando il chakra per poi farlo esplodere in una sequenza di colpi devastanti. Probabilmente è l'aspetto più esaltante del titolo, tanto quanto la sensazione di potenza che Ryu è in grado di sprigionare in qualsiasi situazione.

Purtroppo, però, il carisma dell'eroe non è così forte per tutta la durata dell’avventura. Nonostante una reale classe fisica, Ryu non è paragonabile ai suoi colleghi, come Kratos o Dante. Il motivo? Il suo innato mutismo e la totale assenza di personalità. Un dettaglio che può sembrar banale ai più, ma che in un titolo dalle forte sensazioni è una lacuna alquanto percepibile.

Risposte le armi, le peripezie del nostro eroe sono condite da semplici escursioni per lunghi corridoi o luoghi generalmente stretti, caratterizzate da tipiche corse sui muri, oscillazioni su varie aste, salti a volo d’uccello tra due pareti, e via discorrendo. L’aspetto avventuriero, infatti, è ridotto all'essenziale, limitandosi a qualche oggetto nascosto in vicoli ciechi o a qualche stanza segreta alle spalle di finti muri. NG II è improntato all’azione nuda e cruda, e non fa molto caso agli aspetti esplorativi. Un bene, e probabilmente la prova inconfutabile che anche i programmatori hanno capito che le battaglie di Ryu non sono solo esaltanti, ma anche un ottimo modo per nascondere l’esile trama del gioco.