Il mercato delle memorie sta mettendo in seria difficoltà Nintendo proprio nel momento più delicato per la sua nuova console. I costi dei componenti essenziali di Switch 2 (acquistabile su Amazon) sono schizzati verso l'alto nell'ultimo trimestre, con conseguenze immediate sulla redditività dell'azienda di Kyoto e ripercussioni evidenti sul valore in borsa. Un timing particolarmente sfortunato, considerando che la piattaforma ha appena fatto il suo debutto sul mercato con numeri incoraggianti.
L'analisi dei numeri rivela una situazione preoccupante: i moduli LPDDR5X da 12 GB hanno registrato un incremento di prezzo del 41%, una percentuale che pesa come un macigno sui conti della casa nipponica. Anche la memoria NAND da 256 GB non è stata risparmiata dall'ondata di rincari, segnando un aumento dell'8%. Cifre che, sommate, erodono significativamente i margini di profitto per ogni singola unità venduta.
La risposta del mercato azionario non si è fatta attendere. Le azioni Nintendo hanno subito una flessione tale da riportare le quotazioni ai livelli dello scorso maggio, vanificando mesi di crescita. Un segnale chiaro della preoccupazione degli investitori rispetto alla capacità dell'azienda di mantenere una redditività adeguata in questa fase cruciale del ciclo di vita di Switch 2.
Il componente che sta creando i maggiori grattacapi è proprio la memoria RAM. I moduli hanno visto lievitare il loro costo in modo sproporzionato, arrivando a rappresentare una porzione sempre più rilevante del costo produttivo complessivo. Questo squilibrio costringe Nintendo a rivedere urgentemente la propria strategia per contenere l'emorragia economica.
La crisi delle memorie non è un fenomeno isolato: il settore dei componenti elettronici sta attraversando una fase turbolenta che ha già fatto crollare le vendite di schede madri per PC. Era inevitabile che l'onda d'urto raggiungesse anche il mercato delle console, portando con sé lo spettro di ulteriori aumenti di prezzo al dettaglio.
Di fronte a questa tempesta perfetta, le carte che Nintendo può giocare sono limitate. La strada della negoziazione con i fornitori rappresenta la prima opzione, cercando di strappare condizioni più vantaggiose sfruttando i volumi di produzione. In alternativa, l'azienda potrebbe valutare componenti alternativi meno costosi, laddove tecnicamente possibile senza compromettere le prestazioni. La terza via, più drastica, comporterebbe una rimodulazione del contenuto della confezione di Switch 2, riducendo accessori o materiali inclusi per compensare i maggiori costi dei componenti principali.
La sfida per Nintendo è duplice: da un lato deve proteggere i margini di profitto per garantire la sostenibilità economica del progetto, dall'altro non può permettersi di alienare i consumatori con decisioni impopolari proprio mentre la console sta cercando di conquistare quote di mercato. Un equilibrio difficile da raggiungere in un contesto di mercato così volatile.